GAZA
2014: IL MASSACRO INFINITO
Diego Siragusa
Scrivo alle ore 15 del 16
luglio e non so quali saranno gli sviluppi dell’attacco a Gaza nei prossimi
giorni. So che in questo momento i morti, tutti civili, sono oltre 205 e
proseguono i bombardamenti israeliani in una striscia di terra di 10 km. per 40
abitata da quasi 1.700.000 abitanti. Un formicaio è stato definito in cui è
impossibile il cosiddetto omicidio mirato senza fare “danni collaterali”,
espressione orrenda che denota le vittime innocenti.
Ricostruiamo questa follia del
sionismo ebraico, perché di questo si tratta, e di tutti i suoi complici. I
colloqui di pace sono falliti, e lo sapevamo in anticipo, a causa della pretesa
di Israele di non riconoscere l’illegalità delle colonie e del furto di terra
palestinese. Non solo: ha preteso per sé il totale controllo del futuro stato
palestinese, delle sue frontiere e risorse e la continuazione all’infinito di
un controllo militare in Cisgiordania dentro uno stato a sovranità limitata e
smilitarizzato. In questo contesto avvengono alcuni fatti degni di nota.
L’Unione Europea ed alcuni stati, tra cui Italia, avvisano di non fare
investimenti nei Territori occupati da Israele che sono giudicati illegali dal
diritto internazionale e dovranno essere restituiti. Intanto proseguono gli
insediamenti illegali e le uccisioni di palestinesi, il trattenimento delle
tasse prelevate da Israele come ricatto, la limitazione delle risorse idriche, la
mancanza di energia a Gaza, la limitazione della zona di pesca ridotta a 3
miglia dalla costa costringendo i gazawi alla fame, alla disoccupazione e a
mendicare la sopravvivenza dalle organizzazioni umanitarie, come avviene da
molti decenni. Aumentano le condanne contro Israele in tutte le sedi
internazionali per la sua protervia a calpestare tutte le risoluzioni dell'ONU
e i diritti umani fondamentali.
La pretesa di Israele è che i
palestinesi non devono difendersi, non devono reagire altrimenti sono
terroristi. Avviene un fatto nuovo: la riconciliazione tra Al Fatah e Hamas e
la costituzione di un governo di unità nazionale che ha giurato e si è
insediato per l’esercizio delle sue
funzioni. E’ un duro colpo per Israele che ha prosperato sulle aspre divisioni
delle due organizzazioni. Che fare? Occorreva creare le condizioni per rompere
questa alleanza e far saltare l’intero processo di pace da cui Israele è uscito
come il convitato di pietra additato come responsabile dalla comunità
internazionale. Occorreva recuperare credibilità, quindi, attraverso un fatto
nuovo per recuperare la simpatia storica dell’occidente verso Israele che
intanto si era intiepidita.
Il 12 giugno il governo
israeliano diffonde la notizia che tre giovani coloni, ovvero occupanti abusivi
di terra palestinese, sono scomparsi dalla loro casa. Si dice che sono stati
rapiti e si mobilita l’esercito per cercarli. I soldati irrompono nella case
dei palestinesi rompendo mobili, suppellettili e televisori. Un vero saccheggio
accompagnato da violenze , percosse e abusi gratuiti. Nel corso di tutti questi anni, centinaia e
migliaia di palestinesi sono stati uccisi, sequestrati e imprigionati senza
processo ma nessuno ha gridato sui mezzi di informazione di tutto il pianeta
denunciando l’ingiustizia. Nessuno. Netanyhau, senza prove, accusa subito Hamas
di aver rapito i tre ragazzi, accusa che Hamas respinge con fermezza. Domanda:
perché Netanyhau accusa proprio Hamas senza alcuna prova? Che interesse aveva
Hamas a fare un simile atto in un momento di ricomposizione dell’unità palestinese?
Non era meglio per Hamas rapirli e negoziare la liberazione di qualche migliaio
di detenuti palestinesi? E poi: alcuni giorni prima, il 15 maggio, due ragazzi palestinesi sono stati uccisi durante
una pacifica dimostrazione presso la prigione di Ofer da soldati israeliani e un
terzo giovane è stato colpito da un proiettile
ferendolo gravemente. La scena è stata registrata da una telecamera fissa. Le
foto di quei due ragazzi e il video sono disponibili nella rete web ma non sono
apparse sui giornali e le autorità palestinesi non hanno fatto rappresaglie. Ad
aprire il fuoco contro i ragazzi sono state le guardie della prigione
israeliana di Ofer. Crimine negato, nonostante le evidenze, crimine
impunito come tutti i crimini israeliani.
“Colpiremo Hamas ovunque,
pagherà per il terribile crimine commesso”; sono parole pronunciate dal primo
ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, dopo la scoperta del ritrovamento dei
cadaveri dei tre ragazzi ebrei rapiti nei dintorni di Hebron, una zona tra le
più calde della Cisgiordania controllata dall’esercito israeliano, secondo gli
Accordi di Oslo. Nei giorni precedenti erano stati uccisi 12 palestinesi
innocenti su cui il sistema dell’informazione ha colpevolmente taciuto. Si
scatena la violenza dello stato ebraico alimentata dalla isteria di massa. Un
bambino palestinese di 16 anni viene
rapito da coloni ebrei fanatici e bruciato vivo. Vengono arrestati gli autori
del crimine che confessano. Questa notizia, per la sua crudeltà, ottiene uno
spazio dignitoso nei mezzi di informazione, ma è casuale che nessuno si sia
interessato ai 12 palestinesi innocenti uccisi dai soldati israeliani? Tra di
essi tre bambini? Non sono anch'essi esseri umani? Questa è la prova del
razzismo che lo stato di Israele e tutti i suoi manutengoli sanno instillare nell'opinione
pubblica. Si tratta di giocare sulle emozioni suscitate dai giornali e dai
mezzi visivi di comunicazione controllati dai sionisti. Negli USA aumenta la
rabbia contro Israele e aumentano gli ebrei antisionisti, come il gruppo che si
chiama JSTREET e i rabbini di Neturei Karta.
Delle centinaia e migliaia di
palestinesi uccisi non si parla.... tranne per dire che si fa bene ad
ucciderli. Non escludo che siano stati gli stessi israeliani tramite il Mossad
ad orchestrare questo delitto in un momento cruciale. I colloqui di pace sono
falliti per colpa di Israele. Non dimentichiamo che i tre ragazzi erano in una
colonia illegalmente occupata e facevano parte di quei gruppi di estremisti
ebrei favorevoli alla espulsione spietata dei palestinesi. Sono gli stessi che
ogni giorno, protetti dai soldati, rendono la vita impossibile ai palestinesi.
Occorreva, a questo punto, un pretesto, una provocazione per riguadagnare la
simpatia dell'opinione pubblica e azzerare ogni processo di pace favorendo
l'estensione degli insediamenti e mettere la comunità internazionale davanti al
fatto compiuto.
Accade
un fatto inquietante riferito dal quotidiano israeliano “Ha’aretz”: «Il 5
giugno ha avuto luogo una riunione straordinaria nell’ufficio del ministro
dell’Interno. Il capo del Mossad Tamir Pardo ha detto ai presenti: “Non dovete
assolutamente approvare la legge che dà al governo la possibilità di scambiare
terroristi condannati per omicidio. Questa legge avrà come conseguenza la
riduzione del campo d’azione del governo in caso di rapimenti”. Pardo si è poi
rivolto al ministro dell’Economia Naftali Bennet: “Immagini uno scenario che
preveda il rapimento di tre adolescenti israeliani. Che cosa farebbe lei se tre
quattordicenni venissero rapitI da un insediamento tra una settimana? Che cosa
ci farete con quella legge?». Quindi il Mossad sapeva già che sarebbero stati
rapiti i tre ragazzi ebrei!
Ho letto i commenti del papa e
della ministra degli Esteri Mogherini: non una parola sui palestinesi uccisi.
Non una parola sul sequestro di un intero popolo che dura da 66 anni.
Ipocriti!!! Nel libro VIVERE CON LA SPADA di Livia Rokach, che ho tradotto per
i lettori italiani, vi sono le prove che il metodo delle provocazioni e delle
rappresaglie fu teorizzato da Moshe Dayan e da Ben Gurion già subito dopo la
proclamazione dello stato d'Israele. Il libro si fonda sui diari di Moshe
Sharett, il numero due del sionismo mondiale e Primo Ministro israeliano il
quale affidò ai suoi diari l'orrore per i crimini commessi dagli ebrei sionisti
contro i palestinesi. Ecco perché gli ebrei di Milano, recentemente, hanno
tentato di impedirmi di presentare il libro.
Esaminiamo l'altra ipotesi:
sono stati dei palestinesi a rapirli ed ucciderli. L'ingiustizia che stanno
subendo i palestinesi e le loro frustrazioni sono arrivate ad un tale punto che
giustificano azioni come queste; azioni di autodifesa, di resistenza. Quando da
Gaza sparano dei razzi è perché gli israeliani arbitrariamente hanno
bombardato, usando spesso armi proibite, ma per l'occupante la vittima non deve
reagire, deve subire altrimenti è un "terrorista". Ci sono centinaia
di bambini, di minorenni nelle carceri israeliane e SAVE THE CHILDREN ha
denunciato questi orrori nell'indifferenza generale. E ora si piange su tre
giovani misteriosamente assassinati? Chi è il colpevole? Non dò io la risposta
ma lascio parlare la figlia di un generale israeliano che mi ha scritto alcuni
giorni fa angosciata, una donna coraggiosa che lotta per i diritti umani e
subisce attacchi ed oltraggi in quanto ebrea vicina ai palestinesi, Nurit
Peled, figlia del generale israeliano Matti Peled: " Who is guilty? The blame for the murder of the three Jewish boys and
for the murder of endless Palestinian children should be placed where it
belongs: on the hands of the ISraeli racist regime of occupation, apartheid and
sociocide." (Chi è
colpevole? La responsabilità per l'assassinio dei tre giovani ebrei e per
l'assassinio senza fine dei bambini palestinesi dovrebbe essere messa nel posto
giusto: nelle mani del regime razzista israeliano di occupazione, di apartheid
e di sociocidio".
Ultima considerazione. La
diplomazia internazionale ha cominciato a muoversi dopo giorni di totale
inerzia. L’Egitto ha proposto una tregua fondata su queste condizioni:
cessazione delle ostilità aeree, marittime o terrestri a partire dalle ore 8
italiane del 14 luglio e la disponibilità ad accogliere, entro 48 ore,
delegazioni di alto livello israeliane e palestinesi per aprire i negoziati.
Israele ha approvato la proposta, con l’eccezione di due ministri apertamente
nazisti come Lieberman e NaftaliBennett; Hamas l’ha respinta e ha chiesto
garanzie internazionali. Perché Hamas ha
respinto questa proposta, che, a prima vista, sembra ragionevole e realistica?
Bisogna conoscere le proposte fatte da Hamas, innanzitutto:
1) fine dell’aggressione
contro il popolo palestinese;
2) fine del blocco di Gaza
che dura dal 2006
3) apertura del confine
frontaliero di Rafah con l’Egitto
4) rilascio dei
prigionieri ‘nuovamente arrestati’ che erano stati liberati nello scambio col
soldato israeliano Shalit
5) Non interferenza nel
governo unitario palestinese.
Qualcuno è disposto a dire che
queste richieste siano irrealistiche? Qui c’è l’essenza del conflitto infinito;
senza la rimozione della cause, lo spargimento di sangue non avrà mai fine. Non
so dire se la decisione di Hamas di riprendere le ostilità sia saggia in questo
momento o che sia più accorta la mossa del presidente Abu Mazen di accettare
una tregua per un qualunque negoziato. Di certo sappiamo che Israele non vuole
alcun negoziato, non vuole la pace, vuole trasferire tutti palestinesi in
Giordania e confida, come sempre, nell’impunità e nel sostegno degli USA e dei
paesi europei più corrivi coi suoi crimini. Forse, nella mossa di Hamas, vi è
la consapevolezza di drammatizzare la situazione per giungere ad un risultato
nuovo che impedisca il logorio costante a cui il popolo di Gaza è sottoposto
dall’imperialismo sionista. In altri termini: o si risolve la situazione subito
o l’Olocausto palestinese peserà sulla coscienza di tutti. Resta la valutazione
sulla inefficacia dell’azione militare di Hamas che coi suoi missili a breve e
a lunga gittata finora non ha inflitto danni a Israele. I danni alle persone, nel
momento in cui scrivo, sono di un morto israeliano e di pochi feriti leggeri.
Questo basta ai mezzi di informazione sionisti per far apparire quei missili di
autodifesa come la massima panoplia bellica dalla quale il povero e indifeso
Israele deve proteggersi dai cattivi e superarmati terroristi palestinesi.
Biella 16/7/2014
Nessun commento:
Posta un commento