di Jean-Pierre Page
11/1/2017
Traduzione di Lorenzo Battisti per Marx21.it
I media francesi (ed italiani NdT) hanno per lungo tempo
completamente ignorato l'esistenza delle Filippine, questo grande paese
dell'Asia (più di cento milioni di abitanti). Negli ultimi anni hanno scoperto
l'esistenza del suo Presidente eletto, Duterte, presentato come un assassino
megalomane. E se questo non fosse che una caricatura ispirata dai dirigenti
americani? Abbiamo chiesto un'opinione a Jean-Pierre Page, Presidente onorario
del Collettivo Comunista Polex, fine
conoscitore di questa regione del mondo.
Per rispondere alla tua domanda: penso molto bene di quello
che sta succedendo nelle Filippine. Evidentemente, e sebbene siano importanti,
non si può ridurre questi eventi alla sola elezione di Duterte. Conosco bene le
Filippine e anche Tamara. Ho lavorato molto con i sindacati, il KMU diretto dal
Partito Comunista, e Tamara negli anni '80 lavorava nell'isola di Mindanao con
il KMP, l'organizzazione contadina anch'essa diretta dal Partito Comunista,
così come con la guerriglia. Essa era molto legata a quello che ora è
incaricato da Duterte della Riforma Agraria: Rafael Mariano che è un dirigente
del Partito. Quanto a Sison che lei conosce altrettanto bene, è stato
professore di Duterte all'università.
Quello che avviene è innanzitutto un riflesso del
cambiamento dei rapporti di forza nella regione, il rigetto delle ingerenze
americane, l'influenza crescente della Cina. Inoltre le Filippine sono sempre
state segnate da una classe operaia molto combattiva sul piano sociale ed
antimperialista attraverso il movimento contro le basi americane. L'importante
resistenza anti-giapponese al tempo della Seconda Guerra Mondiale è stata
diretta dai comunisti, e nonostante la repressione feroce degli Stati Uniti e
la dittatura, soprattutto quella di Marcos, le idee e l'azione rivoluzionaria
sono sempre state presenti nelle Filippine. La Chiesa, nonostante il movimento
evangelico di cui alcuni elementi sono fortemente influenzati da “missionari
americani di un tipo particolare”, non ha potuto restare estranea a queste
realtà. Numerosi quadri del Partito, del KMU, del KMP, di molte organizzazioni
sociali (poveri, inquilini, giovani, donne, immigrati filippini a Hong Kong e
altrove..), compresi quelli della guerriglia sono anche cristiani attivi. C'è
quindi, e da moltissimi anni, una rete sociale molto densa, molto combattiva,
fortemente influenzata dal Partito Comunista che resta ancora ufficialmente
clandestino. Il Pc ha diversi eletti in Parlamento ma sotto altre etichette. Il
più importante istituto di ricerca economica “Ibon” e che è molto rispettato in
Asia è diretto da un comunista, dal mio amico Antonio"Tony" Tujan,
membro tra l'altro del consiglio scientifico della rivista “Pensiero Libero”.
Questa lunga introduzione per spiegare che quello che
avviene non cade dal cielo, anche se la direzione del Partito si trova a
Utrecht, in Olanda. Il Pc filippino è molto attivo e presente sul terreno delle
lotte operaie e contadine. È stato ed è ancora fortemente influenzato dalle
tesi maoiste, ma è anche un partito che sa essere molto pragmatico quando è
necessario. Gli avvenimenti attuali offrono loro un'opportunità politica senza
precedenti. Duterte ha bisogno di loro, tenuto conto della loro influenza tra
la gente semplice dei grandi centri urbani o delle campagne. Hanno una buona
rete internazionale, spesso molto estremista, ma tant'è. Bisogna accettare le
persone come sono!
Se Duterte non sarà assassinato, la situazione dovrebbe
permettere di dare avvio a dei veri cambiamenti. I cinesi l'hanno compreso
immediatamente ed hanno appena ricevuto Duterte in pompa magna. Hanno firmato
dei contratti per 12 Miliardi di Euro, più altri 8 di prestiti. La Cina
costruirà ferrovie, porti, autostrade etc.. E questo nonostante le differenze
che hanno sul controllo territoriale di certe isole dell'arcipelago del Mare
Cinese. Ci si metterà di sicuro una croce sopra per il momento.
Per gli americani è una sconfitta. Hanno sottostimato
Duterte e non hanno recepito altro che il suo
piglio sbrigativo nella lotta contro i cartelli della droga, le sue
proposte poco diplomatiche soprattutto quando ha detto ad Obama di andarsene a
fanculo (sic)! Gli americani non se lo aspettavano, e soprattutto non a questa
velocità. Duterte ha annunciato ufficialmente a Pechino che “si sarebbe
separato dagli Stati Uniti” e che non ci sarebbero più state manovre congiunte
con gli Usa, ma con i cinesi e i russi. In queste condizioni l'avvenire delle
basi americane, altamente strategiche, è minacciato. Infine le negoziazioni di
pace con il Partito Comunista hanno preso il via, Sison ritornerà e Duterte si
è dichiarato contento per questo; c'è già, non ufficialmente, una
partecipazione comunista importante nel governo e nell'apparato di stato.
Infine, sul piano geopolitico, Duterte moltiplicherà le iniziative verso i
cinesi, i russi, i Brics.. e la sua critica agli Usa, alle loro ingerenze,
senza alcun appello.
Di conseguenza sarei tentato di dire che tutto va nel verso
giusto. Bisogna essere prudenti, lucidi. Gli americani non si lasceranno
sfuggire le cose di mano ritirandosi, e lasciando spazio ai cinesi. Si tratta
di un paese da 100 Milioni di abitanti, molto sensibile alla strategia del
“Pivot to Asia” di Obama, considerato come prioritario da Washington. Va quindi
seguito con attenzione.
Dalla sua elezione Duterte ha visto aumentare la sua
influenza dal 50% al 70% di oggi. Che significa che ha un sostegno popolare
incontestato. Difficile da dire fino a dove si spingerà. È prematuro dirlo ora.
Come sempre, bisogna guardare le cose a fondo e non fermarsi alle apparenze.
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