21 settembre 2017,Electronic Intifada
Mercoledì
[20 sett.] quattro organizzazioni palestinesi per i diritti umani hanno
presentato alla procura della Corte Penale Internazionale 700 pagine di
prove di crimini di guerra e contro l’umanità da parte di Israele.
Ciò
avviene mentre due comunità palestinesi in Cisgiordania devono
affrontare un’imminente e totale distruzione da parte di Israele.
I
crimini dettagliati nel dossier includono la persecuzione, l’apartheid,
il furto esteso, la distruzione ed il saccheggio delle proprietà
palestinesi e prove degli “omicidi ed assassinii deliberati” di
centinaia di palestinesi dal 2014.
Shawan
Jabarin, direttore del gruppo per i diritti umani Al-Haq, ha affermato
che il dossier “fornisce una base convincente e ragionevole” perché la
procura apra un’indagine in merito a possibili crimini di guerra e
contro l’umanità da parte di Israele nella Cisgiordania occupata,
compresa Gerusalemme est.
Questo
è il quarto dossier che i gruppi per i diritti umani hanno presentato
alla corte. Mentre questo si concentra sulla Cisgiordania, quelli
precedenti riguardavano crimini commessi da importanti personalità
civili e militari israeliane durante l’attacco del 2014 contro Gaza.
Minacce di morte e vessazioni
Jabarin
ha presentato il documento alla corte dell’Aja insieme alla sua collega
Nada Kiswanson. Kiswanson ed altri ricercatori per i diritti umani
affiliati a Al-Haq sono stati bersaglio di una lunga campagna di
vessazioni e di minacce di morte che un esperto analista israeliano ha
collegato a “operazioni segrete” del governo israeliano.
Al-Haq
ritiene che le minacce siano legate al lavoro di Kiswanson per
preparare il dossier per la corte internazionale. Il governo
dell’Olanda, dove si trova la corte, ha affermato che è stata aperta
un’inchiesta penale in merito alle minacce.
“Dominio degli ebrei israeliani”
In
base alle affermazioni di Al-Haq, l’ultimo documento “prende in
considerazione il tentativo di Israele di ampliare il proprio territorio
e di garantirvi il dominio degli ebrei israeliani modificando la
composizione demografica dei territori palestinesi occupati.”
Raji
Sourani, direttore del “Palestinian Center for Human Rights” [“Centro
Palestinese per i Diritti Umani”, ndt.], ha affermato che il
trasferimento di coloni nelle terre palestinesi occupate da parte di
Israele “costituisce un unico crimine di guerra in quanto accompagnato
dalla confisca di parti consistenti di terra palestinese, dalla
distruzione massiccia di proprietà palestinesi e dalla frammentazione
del tessuto sociale e del modo di vita palestinesi.”
Benché
le violazioni israeliane nella Cisgiordania occupata possano essere
viste separatamente da quelle a Gaza, Issam Younis, direttore del “Al
Mezan Center for Human Rights” [“Centro Al Mezan per i Diritti Umani”,
ndt] ha spiegato come essi siano legati: “In ultima analisi l’isolamento
di Gaza, oltre ai periodici attacchi militari su vasta scala, consente a
Israele di consolidare il proprio controllo su tutti i territori
palestinesi occupati e nega ai palestinesi il loro diritto,
internazionalmente riconosciuto, all’autodeterminazione.”
Pressione
Il
comportamento di Israele durante la guerra del 2014 contro Gaza, così
come denunce di numerosi crimini in Cisgiordania, è attualmente oggetto
di un esame preliminare da parte della procura dell’Aja. Deve decidere
se aprire un’indagine accurata, che potrebbe portare a un’incriminazione
formale di dirigenti e personale militare israeliani.
Non
ci sono limiti di tempo per un esame preliminare, e la procura si trova
sotto costante pressione da parte di Israele e degli Stati Uniti per
lasciare che Israele se la cavi. Sono incentivati in ogni modo a
starsene con le mani in mano.
Indagini farsa su se stesso
Lo
scorso mese due gruppi per i diritti umani hanno concluso che il
sistema israeliano di inchiesta su se stesso in merito a possibili
crimini contro palestinesi da parte delle proprie forze è una farsa.
Centinaia
di casi, compresa la nota uccisione di quattro ragazzini che giocavano a
pallone su una spiaggia nel luglio 2014 [a Gaza, ndt.], non hanno
portato a nessuna sanzione nei confronti dei responsabili.
Nel
maggio 2016 B’Tselem ha annunciato che non avrebbe più collaborato con
le inchieste per omicidio dell’esercito israeliano né per altri attacchi
contro palestinesi nella Cisgiordania occupata.
“Non
aiuteremo più un sistema che copre le inchieste e serve come foglia di
fico per l’occupazione,” ha spiegato il direttore del gruppo israeliano
per i diritti umani.
Quando
si tratta di crimini come l’apartheid e la colonizzazione, Israele
ovviamente non fa niente per condurre indagini e punire se stesso – dato
che questi crimini sono pianificati ed eseguiti dallo Stato stesso.
Ma
persino in situazioni in cui Israele ha riconosciuto – almeno sulla
carta – che una determinata azione era un crimine, nessuno ne ha pagato
le conseguenze.
Ciò
dovrebbe essere un importante fattore nelle decisioni della procura,
perché, in base al suo statuto fondativo, la Corte Penale Internazionale
interviene solo quando le autorità giudiziarie nazionali non sono
disposte o non possono condurre procedimenti imparziali.
Villaggi che devono far fronte alla distruzione
Né le azioni della corte sono solo una questione di responsabilizzazione per il passato, ma per porre fine a crimini in corso.
Questo
mese B’Tselem ha messo in guardia importanti dirigenti israeliani,
compresi il primo ministro Benjamin Netanyahu, il ministro della Difesa
Avigdor Lieberman e il capo di stato maggiore militare, che potrebbero
essere personalmente imputabili per crimini di guerra se procedessero
all’apparentemente imminente distruzione di Khan al-Ahmar e Susiya, due comunità della Cisgiordania.
“La demolizione di intere comunità nei territori occupati è pressoché senza precedenti dal 1967,” ha affermato B’Tselem.
Robert
Piper, direttore dell’aiuto umanitario ONU in Palestina, ha twittato:
“Tener d’occhio la comunità beduina di Khan al-Ahmar a rischio di
deportazione da parte delle autorità israeliane nei prossimi giorni.”
Egli
ha involontariamente identificato un problema in cui l’ONU gioca un
ruolo fondamentale: la cosiddetta comunità internazionale se ne sta in
disparte e si limita a guardare come Israele commette quotidianamente
crimini.
(traduzione di Amedeo Rossi)
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