di Vincenzo Brandi
Roma 28/4/2016
Il 17 febbraio del 1992 veniva arrestato Mario Chiesa mentre riceveva delle tangenti presso il Pio
Istituto Trivulzio di Milano. Era l’inizio dell’operazione, poi definita “Mani Pulite” condotta da un
gruppo di procuratori della Repubblica di Milano, tra cui Antonio Di Pietro, Piercamillo Davigo,
Ilda Boccassini, Gherardo Colombo, Francesco Saverio Borrelli.
Molti si illusero che fosse un’operazione che avrebbe spazzato via dall’Italia la corruzione e la mala
politica. I principali esponenti del vecchio regime (definito la Prima Repubblica) , Andreotti, Craxi,
Forlani, furono defenestrati. La Democrazia Cristiana si dileguò. Il Partito Socialista fu ridotto ad
un gruppetto. Ma si trattò essenzialmente di un passaggio di consegne ad un nuovo regime (la
Seconda Repubblica), probabilmente perché – senza voler togliere nulla alla buona fede di molti
giudici - dopo la caduta dell’URSS i vecchi esponenti del regime non erano più utili ai poteri forti
nazionali ed internazionali.
Oggi un superstite di quel gruppo di procuratori, Davigo, divenuto presidente dell’Associazione dei
Magistrati, rilancia una campagna moralizzatrice. Ed in effetti il nuovo regime, prima dominato a
lungo dall’avventuriero Berlusconi, ed oggi da un partito di regime, il PD, non risulta essere
migliore del vecchio.
Pesano gli scandali che hanno sfiorate il ministro Maria Elena Boschi, figlia dell’ex -vicepresidente
Pier Luigi, oggi indagato, di quella Banca Etruria, commissariata dopo aver ricevuto una serie di
favori dal governo, e dopo aver trascinato nel baratro chi le aveva dato fiducia. L’ex-presidente
della Banca, Rosi, risulta in affari con la famiglia Renzi ed in ottimi rapporti con il sindaco renziano
di Firenze, Nardella. Pesa lo scandalo che ha visto implicata la dimissionaria ministra Federica
Guidi, per i favori verso la TOTAL, legata al suo compagno Luca Gemelli, favori che vedono
implicata la stessa Boschi, madrina della famigerata legge di “stabilità”. Oggi è indagato il
presidente regionale del PD per la Campania, Stefano Graziano, per sospetti appalti truccati che
avrebbero addirittura favorito la famiglia camorristica dei Casalesi.
Il governo appare sempre più come l’espressione di un regime che copre gli interessi di una serie di
lobbies, come del resto erano anche i precedenti governi Letta e Monti, mentre Berlusconi
difendeva evidentemente altre lobbies in parte diverse. Il dato comune è il varo di una serie di leggi
tese ad aumentare la precarietà del lavoro e limare salari e pensioni, che hanno colpito soprattutto i
giovani, condannati al 40% alla disoccupazione: dai famigerati decreti Fornero, fino al Jobs Act
varato da un ministro già re delle cooperative rosse, ormai diventate aziende capitaliste. Il
capitalismo, ed in particolare quello italiano, è ben lontano da quegli schemi di comportamento
“classici” teorizzati anche da Marx (quando parlava anch’egli della concorrenza), ma si dimostra un
coacervo di sordidi interessi e imbrogli per favorire gli “amici”.
Ma lo squallore di questo Governo non è dimostrato solo dalla politica interna. La politica estera
renziana è persino peggiore di quella di Berlusconi, che , evidentemente anche per difendere
interessi di gruppi a lui vicini, aveva usato il buon senso di intrattenere buoni rapporti con la Russia
di Putin, la Bielorussia di Lukascenko e la Libia di Gheddafi. Oggi invece, come soldatini pronti ad
obbedire a tutti gli ordini che ci vengono da Washington e dalla UE, imponiamo disastrose (per noi)
sanzioni alla Russia, imponiamo sanzioni durissime ad un paese già martirizzato da bande terroriste
come la Siria (di cui eravamo il principale partner economico europeo), provocando impressionati
ondate di profughi. Poi scattano ipocrite lamentele sulla sorte dei “migranti” ed addirittura si
aderisce al pazzesco piano della Merkel che, per fronteggiare il ricatto dalla Turchia, che minaccia
di destabilizzare l’Europa con nuove ondate di profughi, approva la corresponsione di 6 miliardi di
Euro al criminale Erdogan , che li utilizzerà per alimentare il terrorismo in Siria, Iraq e Libia.
Nuove ondate di migranti arrivano anche da quest’ultimo disgraziato paese che abbiamo
destabilizzato aderendo nel 2011 al piano franco-statunitense di bombardamenti. Diamo atto a
Renzi, preoccupato per la sua stessa sopravvivenza politica, di aver finora resistito alle pressioni
degli USA che ci chiedono un intervento armato a difesa del nuovo governo a trazione islamica
imposto dalla cosiddetta “comunità internazionale” a Tripoli (mai votato dai Libici) e basato su
alcune frazioni dei Fratelli Musulmani locali. Ma le ultime notizie sembrano confermare che questa
resistenza sta per finire, anche perché gli USA, la Gran Bretagna, ed i loro alleati, come la Turchia
ed il Qatar non vogliono permettere il rafforzamento del parlamento “laico” di Tobruk (l’unico
legale e votato dai Libici) e dal suo esercito, guidato dal generale Haftar, che, pur con tutti i suoi
limiti, ha comunque ottenuto grandi progressi in Cirenaica liberando Derna dai miliziani dello Stato
Islamico e Bengasi dai jihadisti di Ansar al Sharia.
Politica interna ed estera convergono verso una visione dell’Italia come di uno stato vassallo degli
USA, della NATO e della UE, in continua stagnazione e dove la classe politica si limita a difendere
modesti interessi localistici, talvolta anche legati a vere organizzazioni criminali.
Vincenzo Brandi
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