venerdì 7 ottobre 2016

LA BARCA DELLE DONNE VERSO GAZA





Oggi, mercoledì pomeriggio 5 ottobre 2016, la Marina militare israeliana ha 
intercettato e abbordato la Women's Boat to Gaza, la barca al-Zaytouna-Oliva 
diretta a Gaza per rompere un ingiusto e illegale assedio* contro 1,8 milioni 
di Palestinesi che vivono nella Striscia, e la sta portando nel porto di Ashdod.




La barca era composta soltanto da donne, 13 pacifiste tra attiviste, 
parlamentari europee e arabe, intellettuali e artiste di tutto il mondo - 
comprese una ex colonnello e diplomatica Usa, Ann Wright, e la premio Nobel 
Mairead Corrigan Maguire.

La missione, la quarta della coalizione internazionale della "Freedom Flotilla 
per Gaza", era partita da Barcellona, aveva fatto sosta in Corsica e in 
Sicilia, dove aveva raccolto un vasto sostegno internazionale, e avrebbe dovuto 
arrivare al porto di Gaza questa sera, mercoledì.

Secondo i tweet della Women's Boat to Gaza, la barca è stata circondata dalle 
forze navali israeliane, e il capitano, l'ex col. USA Ann Wright, è stato 
costretto a virare di bordo prima di entrare nelle acque di Gaza occupate da 
Israele.

Le 13 attiviste sono state sequestrate dai soldati israeliani e verranno 
trattate come clandestine ed espulse.

Come tutte le missioni della Freedom Flotilla, anche questa ha tentato di 
rompere l'assedio alla Striscia di Gaza, che dura ormai da "10 lunghi anni", 
cioè da quando, nel gennaio 2006, il movimento Hamas vinse regolari e 
democratiche elezioni. Israele impose il blocco totale alla Striscia per punire 
la popolazione palestinese per la scelta elettorale.

Da allora, i Palestinesi gazawi vivono in una prigione "a cielo aperto", la 
più grande al mondo, senza poter uscire dai propri confini, ridotti alla fame 
e a morire per le malattie e le ferite inflitte da ben tre guerre israeliane 
- Piombo Fuso, 2008-2009, Colonna di Nuvole, 2012, Margine Protettivo, 2014 - 
che provocarono migliaia di morti, feriti e disabili permanenti.

Va sottolineato che, secondo le ultime statistiche ONU, l'80% della 
popolazione dipende totalmente dagli aiuti umanitari e la disoccupazione ha 
superato il 43%.

Pertanto, condanniamo fermamente questo nuovo atto di pirateria 
internazionale perpetrato da Israele al largo delle coste di Gaza, 
chiediamo al governo e ai parlamentari italiani e a quelli europei di 
intervenire immediatamente per fermare tali politiche e azioni illegali, 
chiediamo la fine dell'embargo, del blocco e la riapertura di tutti i 
valichi, compreso quello egiziano di Rafah, e l'ingresso di materiali per la 
ricostruzione, alimenti, medicine e strumentazioni mediche.

Roma, 5 ottobre 2016

Associazione dei Palestinesi in Italia (Api)

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