IL GRANDE GIORNO DEI LANCIATORI DI FANGO
di Marinella Mondaini* e Diego Siragusa
19 febbraio 2023
Era prevedibile: il nazista, razzista, omofobo e xenofobo, agente provato della CIA e del Servizio segreto britannico pagato per sovvertire la Russia, era l'eroe dell'Occidente, il suo paladino. Il primo ignobile commento per la morte di Navalny è arrivato dal signor Sergio Mattarella, portavoce della Nato:
"La morte di Aleksej Navalnyj nel carcere russo di Kharp rappresenta la peggiore e più ingiusta conclusione di una vicenda umana e politica che ha scosso le coscienze dell'opinione pubblica mondiale. Per le sue idee e per il suo desiderio di libertà Navalnyj è stato condannato a una lunga detenzione in condizioni durissime. Un prezzo iniquo e inaccettabile, che riporta alla memoria i tempi più bui della storia. Tempi che speravamo di non dover più rivivere. Il suo coraggio resterà di richiamo per tutti. Esprimo alla famiglia di Aleksej Navalnyj il cordoglio e la vicinanza della Repubblica italiana".
Quest'uomo per mesi ha taciuto sul massacro di palestinesi a Gaza e in Cisgiordania, non ha mai pronunciato le parole "cessate il fuoco subito" ma non ha perso un secondo per mostrare la sua personalità completamente disanimata e servile al centro dell'impero.
Senza attendere l'esame autoptico, i pretoriani della disinformazione non hanno avuto dubbi: E' STATO UCCISO DA PUTIN. Sono gli stessi sepolcri imbiancati che hanno taciuto sulla morte in carcere del giornalista statunitense Gonzalo Lira, arrestato e torturato dagli ucraini per i suoi articoli in favore della Russia. Un'altra prova suprema della politica dei due pesi e due misure.
Esaminiamo le circostanze della morte di Navalny. Ci sono le prove e le registrazioni che Navalny era un nazista, un razzista dichiarato. Nel suo blog compare dichiarando che i musulmani sono scarafaggi da schiacciare; si mostra con una ciabatta e una paletta in mano. Se non basta - dice - allora usate la pistola. Altri cortometraggi lo mostrano alla testa di cortei di nazisti con le svastiche e i saluti romani. Provato che era finanziato dagli USA, dagli inglesi e dalla Nato, come documenta un video realizzato dagli agenti russi e diffuso da Massimo Mazzucco. Era in carcere condannato per vari reati e da anni non si parlava più di lui, dimenticato. Perché Navalny era in una prigione russa? La sua avventura giudiziaria era cominciata nel 2013. Furto di legname dello Stato e poi denunciato dall’azienda francese Yves Rocher Vostok LLC e Multidisciplinary Processing Company LLC, con l’accusa di aver commesso un furto con l’inganno di fondi appartenenti alle suddette aziende, nonché di riciclaggio di denaro. Non fu accusato da Putin, ma da un’azienda francese! Poi gli altri guai arrivarono dopo, quando fu reclutato dagli agenti dei servizi segreti occidentali. E proprio adesso, durante l’Operazione speciale russa in Ucraina, con tutto il paese che sostiene Putin, oltre l’80%, con le imminenti elezioni presidenziali, giovava forse a Putin ucciderlo?
Sic stantibus rebus, occorrono alcune domande di natura logica:
1) che interesse aveva Putin a ordinare la morte di un nazista delinquente a poche settimane dalle elezioni presidenziali dove egli è candidato?
2) che interesse aveva Putin dopo l'intervista con Tucker Carlson che sta facendo il giro del mondo e mostra la sua statura di vero statista, colto e avveduto?
3) che interesse aveva Putin nel momento in cui la Russia sta vincendo la guerra e che la vittoria imminente metterà alle corde la Nato e tutto l'Occidente collettivo?
4) che interesse aveva Putin a danneggiare se stesso e il suo paese, nel momento in cui l'economia russa, nonostante le sanzioni, chiude il 2023 con un PIL che registra un + 3.6% mentre le economie occidentali segnano il passo?
5) che interesse aveva Putin a offrire ai nemici della Russia su un piatto d'oro un'occasione per colpire la sua reputazione?
Lo scrittore russo, ora cittadino italiano, Nikolai Lilin ha dato la risposta, logica e assoluta: NESSUN INTERESSE. Anzi: Putin aveva tutto l'interesse a tenerlo vivo e in buona salute. I lettori osservino attentamente: questo "incidente" avviene in Russia a poche settimane dalle elezioni presidenziali; allo stesso modo la storia misteriosa di Skripal, l'ex agente russo passato ai servizi segreti inglesi e "avvelenato" col gas nervino, battezzato «Novičok», insieme alla figlia, avvenne il 4 marzo 2018. Anche in quel caso, poco prima delle elezioni presidenziali in Russia. CHE STRANA COINCIDENZA!!! Gli Skripal, cittadini inglesi e non solo protetti, ma anche ben nascosti dai Servizi britannici, dopo la fugace apparizione della figlia Julia in un video del 23 maggio 2018 e diffuso dalla BBC, sono totalmente scomparsi dalla «realtà tangibile». L'unica notizia, che dava da intendere che fossero ancora vivi, risale al giugno 2020: «padre e figlia, sotto nuovo nome e nuovi documenti sono andati a vivere in Nuova Zelanda». L'ordine comprende anche quello di stracciare ogni tipo di contatto con i parenti in Russia e, va da sé, anche con la stampa. Un'operazione perfetta per piegare chi era ancora riluttante a spingere la macchina da guerra occidentale contro la Russia. Anche Navalnij era stato «avvelenato da Putin» e anche qui la storia non sta in piedi.
Tutti sanno in Russia, grazie a vari istituti demoscopici, che solo il 3% dei cittadini sapeva e sa chi era Navalny: un teppista, un traditore del suo paese che riceveva soldi dalla CIA per sovvertire il suo paese e consegnarlo ai suoi nemici.
L'atto più ignobile fu compiuto dal Parlamento Europeo. Durante la cerimonia svoltasi il 15 dicembre Daria Navalnaya, figlia di Alexei Navalny, ricevette il premio Sacharov del Parlamento europeo a nome del padre detenuto. Fu esaltato come «attivista russo, che lotta strenuamente contro la corruzione e le violazioni dei diritti umani da parte del Cremlino». Un nazista, razzista, xenofobo e omofobo che invitava i suoi concittadini a uccidere i musulmani e gli emigranti paragonati agli scarafaggi insignito di un premio per i diritti umani? Dobbiamo elencare altre prove dell'abominio dell'Occidente e del suo incontrollato cinismo?
Marinella Mondaini, slavista e traduttrice di opere letterarie russe
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