di Diego Siragusa
Sono stato informato che ieri (20 aprile) la RAI ha trasmesso un servizio faziosissimo sul rifiuto degli ebrei romani di partecipare al corteo del 25 aprile col pretesto che vi partecipano anche i palestinesi e i loro sostenitori. Faranno un loro corteo autonomo ed hanno accusato l'ANPI, che li ha sempre sostenuti, di non rappresentare "i veri partigiani".
I sionisti romani, apologeti dell'estrema destra israeliana, spinti dalla loro isteria propagandistica, hanno nuovamente fatto carte false tirando fuori dalla manica la storia del Gran Mufti di Gerusalemme alleato di Hitler e, quindi, secondo loro, persecutore degli ebrei. La conclusione è che i palestinesi non hanno diritto di sfilare in corteo e che non avrebbero nulla in comune con la Resistenza Italiana. Nel mio blog ho già pubblicato il contributo storico del mio amico Ugo Giannangeli sulla Brigata Ebraica che fu costituita alla fine di settembre del 1944, passò parecchi mesi in addestramento e combatté per circa un mese.
"La Brigata più che per combattere il nazifascismo fu costituita per supportare l’idea della entità nazionale ebraica ( quindi una operazione di propaganda) e per acquisire esperienza militare (questo spiegherebbe la lunga fase di addestramento). Significativamente, finita la guerra e prima di essere smantellata, la brigata si occupò della organizzazione di flussi migratori verso la Palestina.
I membri della brigata andarono a formare il futuro esercito di Israele, unendosi ai colleghi provenienti dall’Haganà e dalle sue emanazioni: l’Irgun di Jabotinsky e poi di Begin e la banda Stern. Emanazioni queste piuttosto imbarazzanti: come è noto, le due organizzazioni sono responsabili di attacchi terroristici a obiettivi britannici, arabi ed…ebraici. Ricordiamo solo i più noti: l’esplosione sulla nave Patria nel 1940 ad opera dell’Haganà (202 ebrei uccisi); l’attentato all’hotel King David di Gerusalemme, sede del governo mandatario inglese, nel 1946 ad opera dell’Irgun con vittime inglesi, arabe ed ebree, era quello di costituire il nucleo del futuro esercito sionista, non certo la liberazione dell'Italia dal nazifascismo."
La ragione vera della presenza dei palestinesi e dei loro sostenitori, come il sottoscritto, al corteo del 25 aprile, consiste nel fatto che combattono una Lotta di Liberazione contro l'occupazione sionista. I palestinesi sono i veri partigiani, i veri RESISTENTI, non i sionisti che sono la causa prima e ultima dell'oceano di sangue in cui annega il Medioriente!
Torniamo al Gran Muftì. Il dignitario arabo incontrò Hitler il 28 novembre 1941 quando la colonizzazione della Palestina era in fase avanzata ed il timore della imminente catastrofe, causata dai sionisti, era percepita dai palestinesi e dagli arabi circostanti. Il ragionamento che mosse il Gran Muftì fu semplicemente questo: il nemico del mio nemico è mio amico. Il capo arabo era alla ricerca di alleati per arginare l'invasione di ebrei sionisti, consapevole delle conseguenze devastanti per tutto il Medioriente. Sull'incontro tra Hitler e il Gran Muftì rimando i miei lettori all'articolo pubblicato dal quotidiano israeliano HAARETZ, firmato da Ofer Aderet*, come risposta alle infami insinuazioni di Netanyhau che aveva dichiarato essere stato il Mufti di Gerusalemme a suggerire a Hitler l'idea di sterminare gli ebrei. L'articolo riproduce il verbale ufficiale dell'incontro e smaschera l'infamia subdola del capo dei terroristi israeliani.
Semmai occorre conoscere i rapporti VERI tra i sionisti e i nazisti che agirono come un corpo separato dalla più vasta comunità ebraica. Adolf Hitler sostenne il trasferimento degli ebrei dalla Germania verso la Palestina e concordò con gli ebrei sionisti le modalità del trasferimento che passò alla storia come HAAVARA AGREEMENT (Accordo di Trasferimento), secondo il quale gli ebrei disposti ad emigrare depositavano il denaro ricavato dalla vendita dei loro beni in un conto speciale destinato all’acquisto di attrezzi per l’agricoltura prodotti in Germania ed esportati in Palestina dalla compagnia ebraica Haavara di Tel Aviv.
La medaglia che il lettore può vedere in testa all'articolo fu coniata come commemorazione dell'evento. La scritta recita: "Un nazista parte verso la Palestina e ne parla nell'Attacco" che, come si vede nell'immagine qui sotto, era una pubblicazione.
Uno dei creatori dello stato d'Israele, meno conosciuto, fu Zeev Jabotinskj, fascista e fondatore del gruppo BETAR, una organizzazione molto simile alla Hitlerjugend che esiste tuttora. A lui si sono ispirati i terroristi sionisti come Begin e Shamir.
Di tutte queste notizie non troverete quasi nulla sulla stampa italiana e nelle trasmissioni televisive, controllate manu militari dai sionisti.
I sionisti romani, apologeti dell'estrema destra israeliana, spinti dalla loro isteria propagandistica, hanno nuovamente fatto carte false tirando fuori dalla manica la storia del Gran Mufti di Gerusalemme alleato di Hitler e, quindi, secondo loro, persecutore degli ebrei. La conclusione è che i palestinesi non hanno diritto di sfilare in corteo e che non avrebbero nulla in comune con la Resistenza Italiana. Nel mio blog ho già pubblicato il contributo storico del mio amico Ugo Giannangeli sulla Brigata Ebraica che fu costituita alla fine di settembre del 1944, passò parecchi mesi in addestramento e combatté per circa un mese.
"La Brigata più che per combattere il nazifascismo fu costituita per supportare l’idea della entità nazionale ebraica ( quindi una operazione di propaganda) e per acquisire esperienza militare (questo spiegherebbe la lunga fase di addestramento). Significativamente, finita la guerra e prima di essere smantellata, la brigata si occupò della organizzazione di flussi migratori verso la Palestina.
I membri della brigata andarono a formare il futuro esercito di Israele, unendosi ai colleghi provenienti dall’Haganà e dalle sue emanazioni: l’Irgun di Jabotinsky e poi di Begin e la banda Stern. Emanazioni queste piuttosto imbarazzanti: come è noto, le due organizzazioni sono responsabili di attacchi terroristici a obiettivi britannici, arabi ed…ebraici. Ricordiamo solo i più noti: l’esplosione sulla nave Patria nel 1940 ad opera dell’Haganà (202 ebrei uccisi); l’attentato all’hotel King David di Gerusalemme, sede del governo mandatario inglese, nel 1946 ad opera dell’Irgun con vittime inglesi, arabe ed ebree, era quello di costituire il nucleo del futuro esercito sionista, non certo la liberazione dell'Italia dal nazifascismo."
La ragione vera della presenza dei palestinesi e dei loro sostenitori, come il sottoscritto, al corteo del 25 aprile, consiste nel fatto che combattono una Lotta di Liberazione contro l'occupazione sionista. I palestinesi sono i veri partigiani, i veri RESISTENTI, non i sionisti che sono la causa prima e ultima dell'oceano di sangue in cui annega il Medioriente!
Torniamo al Gran Muftì. Il dignitario arabo incontrò Hitler il 28 novembre 1941 quando la colonizzazione della Palestina era in fase avanzata ed il timore della imminente catastrofe, causata dai sionisti, era percepita dai palestinesi e dagli arabi circostanti. Il ragionamento che mosse il Gran Muftì fu semplicemente questo: il nemico del mio nemico è mio amico. Il capo arabo era alla ricerca di alleati per arginare l'invasione di ebrei sionisti, consapevole delle conseguenze devastanti per tutto il Medioriente. Sull'incontro tra Hitler e il Gran Muftì rimando i miei lettori all'articolo pubblicato dal quotidiano israeliano HAARETZ, firmato da Ofer Aderet*, come risposta alle infami insinuazioni di Netanyhau che aveva dichiarato essere stato il Mufti di Gerusalemme a suggerire a Hitler l'idea di sterminare gli ebrei. L'articolo riproduce il verbale ufficiale dell'incontro e smaschera l'infamia subdola del capo dei terroristi israeliani.
Semmai occorre conoscere i rapporti VERI tra i sionisti e i nazisti che agirono come un corpo separato dalla più vasta comunità ebraica. Adolf Hitler sostenne il trasferimento degli ebrei dalla Germania verso la Palestina e concordò con gli ebrei sionisti le modalità del trasferimento che passò alla storia come HAAVARA AGREEMENT (Accordo di Trasferimento), secondo il quale gli ebrei disposti ad emigrare depositavano il denaro ricavato dalla vendita dei loro beni in un conto speciale destinato all’acquisto di attrezzi per l’agricoltura prodotti in Germania ed esportati in Palestina dalla compagnia ebraica Haavara di Tel Aviv.
La medaglia che il lettore può vedere in testa all'articolo fu coniata come commemorazione dell'evento. La scritta recita: "Un nazista parte verso la Palestina e ne parla nell'Attacco" che, come si vede nell'immagine qui sotto, era una pubblicazione.
Uno dei creatori dello stato d'Israele, meno conosciuto, fu Zeev Jabotinskj, fascista e fondatore del gruppo BETAR, una organizzazione molto simile alla Hitlerjugend che esiste tuttora. A lui si sono ispirati i terroristi sionisti come Begin e Shamir.
Di tutte queste notizie non troverete quasi nulla sulla stampa italiana e nelle trasmissioni televisive, controllate manu militari dai sionisti.
* http://diegosiragusa.blogspot.it/2015/10/cosa-disse-davvero-il-gran-mufti-hitler.html
" l 31 ottobre 1946, tre giovani terroristi dell'Irgun condussero uno spettacolare attentato contro l'ambasciata britannica a Roma, una villa appartenuta alla famiglia Torlonia sita presso Porta Pia.
RispondiEliminaUsciti da una pensione, furono trasportati presso l'obiettivo da un taxi e giunsero a destinazione dopo la mezzanotte. Due potenti ordigni esplosivi a tempo, occultati in altrettante valigie, furono lasciati presso l'ingresso della missione diplomatica. I terroristi si dileguarono e, alle 2:46, due violente esplosioni causarono la totale distruzione dello storico edificio e il ferimento di due cittadini italiani: un militare in congedo che stava transitando in zona e, più livemente, il portiere di uno stabile vicino.
L'attentato terroristico, per la sua gravità, ebbe risonanza mondiale; rimase quello più grave condotto dall'Irgun in Europa. Esso creò grave preoccupazione in Gran Bretagna, che in risposta assunse misure d'emergenza, inclusa l'istituzione di misure di sicurezza presso tutti gli obiettivi sensibili, dalla capitale, Londra, alle missioni diplomatiche in tutta Europa. L'ambasciata britannica a Roma, il cui edificio era stato distrutto in modo irreparabile, fu trasferita presso Villa Wolkonsky, sino all'apertura della nuova sede diplomatica[6]. I responsabili dell'attentato e numerosi aderenti alla rete terroristica clandestina dell'Irgun furono arrestati dalla polizia italiana, ma alcuni furono rilasciati poco dopo, a richiesta delle autorità alleate d'occupazione, restando così impuniti.
Tra gli altri arrestati, Ysrael Epstein fu invece trattenuto in carcere; tentò la fuga il 27 dicembre 1946, ma ferito mortalmente da un agente, morì il giorno seguent.
A seguito degli arresti operati in Italia, il quartier generale dell'organizzazione fu trasferito a Parigi, mentre nuove cellule terroristiche venivano organizzate in diverse parti d'Europa, sempre nell'intento di colpire gli interessi britannici. In tale rinnovata campagna terroristica, furono condotti, tra l'altro, attentati contro l'Hotel Sacher a Vienna, che ospitava il Quartier Generale delle Forze Armate britanniche d'occupazione e che subì un attentato dinamitardo, e il sabotaggio di un treno che trasportava truppe britanniche.Nel 1948, il gruppo fu disciolto e i suoi membri integrati nelle neo-costituite Forze Israeliane di Difesa. L'integrazione coincise con l'affondamento, da parte dell'IDF, dell'Altalena, una nave carica di armi e militanti dell'Irgun diretta verso Haifa ed il cui sbarco fuori dal controllo del governo israeliano era stato vietato dallo stesso Ben Gurion." (Wikipedia)
come si vede, il complotto è di lunga data e la mistificazione é continua ed attenta, anche ai minimi particolari: bastardi!
RispondiEliminaUn'accurata attività di disinformazione, attraverso la cernita dei fatti da divulgare, quelli da tacere e quelli da distorcere, ha finito col diffondere un'immagine dello Stato d'Israele e dei suoi fondatori efficacemente idonea ai risultati che si volevano raggiungere. Non saremo mai abbastanza grati ad Internet per aver strappato chi voleva esserlo dal mondo di falsità in cui tanta gente, spesso colpevolmente, continua a vivere. Ma questo potente strumento di diffusione non avrebbe mai potuto svolgere questa importante funzione se non ci fosse stato il competente impegno di persone come l'amico Diego.
RispondiEliminaQuante cose non si sapevano e tante che debbono venire alla luce L'olocausto c' entra ben pocco ma ben altri interessi sionisti e internazionali
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