Hamad Badreddine Hassoun
13 Novembre 2015
di Boris Dolgov
Traduzione dal russo di Mauro Gemma
Continuiamo con la pubblicazione di contributi di
specialisti russi di politica estera. La nota di Boris Dolgov* riguarda il
recente viaggio in Russia della massima autorità dei musulmani sunniti della
Siria e aiuta a smentire numerosi luoghi comuni, diffusi dall'apparato
propagandistico dell'Occidente imperialista, in merito alle caratteristiche del
conflitto in corso nel paese mediorientale.
La visita a Mosca ai primi di novembre del Muftì Supremo di
Siria, Hamad Badreddine Hassoun, non è stato il suo primo viaggio in Russia.
Questa volta, come nella sua precedente visita a Mosca, lo sceicco Hassoun ha
avuto incontri e colloqui con la dirigenza del Ministero degli Affari Esteri
della Federazione Russa., con i rappresentanti della comunità musulmana russa,
con i giornalisti e il pubblico.
Lo sceicco Hassoun, che è il leader spirituale dei musulmani
siriani, la maggior parte dei quali aderisce all'indirizzo sunnita dell'Islam,
è un personaggio pubblico di spicco. Egli svolge un ruolo importante nella vita
religiosa, sociale e politica, non solo della Siria, ma di tutto il Medio
Oriente. Lo sceicco Hassoun sostiene con intransigenza le posizioni di Bashar
al-Assad nella sua lotta contro gruppi islamici radicali. Come teologo, è in
grado di illustrare con chiarezza i tentativi degli islamisti radicali di
distorcere l'Islam, usandolo come copertura del terrore.
L'autore di questo articolo ha incontrato lo sceicco Hassoun
in Siria, e ha ascoltato a Mosca le sua
brillante esposizione in merito a quanto vi sta accadendo. Va ricordata
l'opinione espressa ripetutamente da questo autorevole teologo: l'opposizione
armata in Siria non è una guerra tra sunniti e alawiti, a cui appartengono i
dirigenti siriani, come erroneamente viene raccontato in Occidente e nei paesi del
Golfo.
Un esempio lampante del fatto che la comunità sunnita della
Siria in maggioranza sostiene la dirigenza siriana è rappresentato dallo stesso
sceicco Hassoun, che professa il sunnismo. Egli è sopravvissuto alla tragedia
personale quando, al rifiuto di passare dalla parte dei combattenti islamici
radicali, questi hanno ucciso suo figlio. Il Muftì Supremo porta molti esempi
dei crimini commessi dai gruppi islamisti armati, che attuano massacri di massa
di siriani, a prescindere dall'appartenenza religiosa. Uccidono sunniti,
alawiti, sciiti, cristiani e chiunque abbia una qualsiasi relazione con
l'esercizio del potere in Siria. Uccidono funzionari pubblici, insegnanti,
intellettuali, leader religiosi,che si oppongono al terrorismo. Un noto imam
sunnita, che chiedeva la fine della violenza, è stato ucciso da uomini armati
proprio alle porte della moschea dove predicava.
Per quanto riguarda il luogo comune, secondo cui tutta la
leadership siriana è costituita esclusivamente da alawiti (opinione condivisa
anche da una parte dei media russi), semplicemente non risponde a verità. Lo
sceicco Hassoun ha ricordato che il ministro della Difesa della Siria, morto in
un attentato terroristico nel luglio 2012, era cristiano. Perché i media
tacciono a riguardo? E tacciono anche sul fatto che la moglie del presidente
Bashar al-Assad proviene da una nota famiglia sunnita, e che professa il
sunnismo.
Allo stesso tempo va rilevato che la Siria è stata per lungo
tempo una nazione laica, guidata dal Partito Socialista della Rinascita Araba
(Baath). Uno Stato in cui coesistevano più di 20 confessioni. E' solo
all'inizio del 2011, attraverso un conflitto provocato dall'esterno,
artificialmente è stato attizzato lo
scontro interconfessionale e sono stati creati e armati i gruppi islamisti
radicali. La maggior parte dei militanti che combattono contro il governo,
testimonia lo sceicco Hassoun, è costituita da mercenari stranieri raccolti in
quasi tutto il mondo e provenienti da un'ottantina di paesi. Gli Stati Uniti,
gli altri paesi della NATO, in particolare la Turchia, ma anche l'Arabia
Saudita e il Qatar, allo scopo di realizzare i propri interessi nella regione,
sostengono questi gruppi. L'ala più estremista dell'islamismo radicale, che
utilizza tale sostegno, è il famigerato “Stato Islamico” (ISIS), che ha dato
inizio alla propria espansione militare nella regione mediorientale e ora anche
oltre. Fondata ufficialmente per combattere l'ISIS, la coalizione di stati,
guidata dagli americani, in realtà simula solo la lotta nei suoi confronti.
E quando la Russia, in risposta a una richiesta formale di
aiuto del presidente della Repubblica Araba Siriana, ha iniziato a infliggere
con le sue Forze Aereo-Spaziali colpi significativi alle posizioni dell'ISIS,
in Occidente e nei paesi del Golfo Persico è stata scatenata una nuova ondata
propagandistica. Si è cominciato a colpevolizzare la Russia per i colpi alla
“opposizione moderata”, a “obiettivi civili e a pacifici cittadini”. Una delle
accuse (lo sceicco Hassoun osserva che purtroppo gli è capitato di incontrarla
anche nei media russi) è quella secondo cui la Russia “è in guerra con i
sunniti e aiuta gli alawiti e personalmente Bashar al-Assad a rimanere al
potere”.
In risposta a queste insinuazioni lo sceicco Hassoun
afferma: “La Russia in Siria sta difendendo i cittadini dai terroristi e, in
prospettiva, anche i suoi cittadini dalla minaccia terroristica... Terroristi
arrivati dalla Russia, che combattono oggi in Siria, sono pronti a ritornare e
a combattere anche sul suolo russo. Noi siamo grati alla leadership russa per
avere inviato piloti russi. Essi non combattono per Assad e neppure per Putin,
ma stanno combattendo per tutti noi, siriani e russi”.
E infine, il Muftì Supremo di Siria, sceicco Hassoun,
sottolinea: “La Russia ha bisogno del più potente sostegno da parte dei mezzi
di informazione, per dire la verità al mondo su ciò che sta accadendo”.
* Consulente scientifico dell'Istituto di Studi Orientali
dell'Accademia Russa delle Scienze (RAN)
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