di Flavio Zanonato
deputato europeo
Affermazioni che non si possono smentire e di cui nella discussione sul Referendum bisognerebbe tenere conto.
1. Non c'è stata nessuna discussione nel PD prima della proposta della riforma Boschi; nella delegazione dei democratici in Parlamento Europeo MAI discusso, nel gruppo regionale PD veneto idem, lo stesso negli organismi dirigenti veneti e provinciali del PD.
2. L'iniziativa per la riforma é del Governo e non del Parlamento. Viene smentito Calamandrei che dice: «Quando l’assemblea discuterà pubblicamente la nuova Costituzione, i banchi del governo dovranno essere vuoti; estraneo del pari deve rimanere il governo alla formulazione del progetto, se si vuole che questo scaturisca interamente dalla libera determinazione dell’assemblea sovrana». Ovviamente si può dissentire da Calamandrei senza però citarlo quando fa comodo.
3. L'Italicum é stato votato sotto il ricatto del Governo che ha posto per 3 volte la fiducia. La legge é pensata per un sistema bipolare (csx vs cdx) Ora Renzi afferma di volerlo radicalmente cambiare. Innegabile il collegamento con la riforma costituzionale. La stessa suprema corte ha deciso di giudicare l'Italicum dopo i, Referendum dimostrandone la stretta connessione.
4. Il Parlamento nell'approvare la riforma costituzionale ha dovuto "tenere conto" dell'affermazione del Presidente del consiglio che annunciava le dimissioni in caso di mancata approvazione della riforma.
5. Il Referendum si é trasformato per la gran parte degli Italiani in un voto su Renzi e pochi conoscono il contenuto della riforma. Il principale responsabile, non l'unico, di questo é lo stesso Renzi.
6. Nelle recenti votazioni amministrative il PD ha perso tutti i ballottaggi nei capoluoghi, Roma ha visto la Raggi al 67%, a Torino ha vinto la candidata 5 S. Il rischio di consegnare il Paese ai grillini non dipende dal l'esito del Referendum. Dipende dalle aspettative deluse di una grande parte degli elettori.
7. TUTTE le leggi che sono approvate dalla Camera possono essere discusse dal Senato su richiesta di un terzo (34) dei senatori, facile immaginare che l'opposizione avrà almeno un terzo dei senatori e che quindi tutte le leggi saranno discusse anche dal Senato con successivo ritorno alla Camera. Serviranno più di due giorni al mese!
8. Le decisione relative alle normative europee saranno discusse sia dalla Camera che dal Senato in modo paritario; questo significa che se il Senato non condivide l'opinione della maggioranza della Camera non sarà possibile per il Paese adottare le decisioni europee e mancherà la possibilità per il Governo di porre la fiducia, perché al Senato il Governo non può porre la fiducia.
Nessun commento:
Posta un commento