John Nixon, l’agente che per primo lo interrogò, racconta di
un Rais ben diverso da quello che siamo abituati ad immaginare
“Non voglio dire che Saddam fosse innocente, era un
dittatore sanguinario, ma col senno di poi, avere un Saddam invecchiato e senza
potere, mi sembra migliore che aver perso 4000 vite di uomini e donne in divisa,
e assistere alla nascita dello Stato Islamico dopo aver sperperato tre
triliardi per costruire il nuovo Iraq”.
A pronunciare queste dure parole non è un malinconico
nostalgico, ma l’agente CIA che scovò e interrogò per primo l’ex leader
iracheno. Si chiama John Nixon, e il 29 dicembre, nelle librerie americane,
uscirà il suo Debriefing The President: The Interrogation Of Saddam Hussein.
Alcuni estratti sono stati pubblicati in anteprima sul Mail
On Sunday e tradotti in italiano da Dagospia. “Non si può negare che l’uomo
avesse carisma. Era alto e robusto, Anche da prigioniero certo di essere
giustiziato, manteneva un’aria di importanza”. Alle prime domande, che Nixon
fece al Rais, lui rispose sferzante: “Perché non mi domandi della politica? Potresti
imparare molto da me”.
Alla domanda sulla questione delle armi di distruzione di
massa, fu sarcastico: “Avete trovato un traditore che vi ha dato Saddam
Hussein. Non ne trovate uno che vi dica dove stanno le armi di distruzione di
massa? L’Iraq non è una nazione di terroristi. Non avevamo alcuna relazione con
Bin Laden, né armi di distruzioni di massa, e non eravamo una minaccia per i
nostri vicini. Ma il Presidente Bush ha detto che volevamo attaccare e che le
possedevamo. Non abbiamo nemmeno mai pensato di usarle, non ne abbiamo mai
parlato. Usare armi nucleari contro il mondo? C’è qualcuno sano di mente che lo
farebbe? Chi avrebbe usato queste armi, visto che nessuno le aveva usate contro
di noi?”.
Anche sulla questione sull’11 settembre, la sua reazione fu
forte: “Da che paesi provenivano? Arabia Saudita. Quel capobanda di Muhammad
Atta era forse iracheno? No. Era egiziano. Allora perché pensate che io sia
coinvolto con gli attacchi?”.
Molti illustri psichiatri, per anni, avevano studiato la sua
mente, e affermato che la sua crudeltà derivasse da traumi infantili, dal
patrigno che lo picchiava. Ma John Nixon racconta che, l’uomo che si trova
davanti, è molto diverso da quello che aveva immaginato. Dopo che Saddam
Hussein fu impiccato, nel 2007, l’agente Nixon fu convocato nello stanza ovale
da George W. Bush. “Il Presidente guardò Dick Cheney e scherzò: Sicuro che
Saddam non ti ha detto dove ha messo quelle fiale di antrace?. Tutti risero ma
io lo ritenni inappropriato. L’America aveva perso oltre 4000 soldati sul
campo”.
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