Roma, 20 ottobre 2016 -
All’attenzione del Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione
internazionale Paolo Gentiloni - Ministero degli Affari Esteri e della
cooperazione internazionale, Farnesina – Roma
Oggetto: Horizon 2020 progetto LAW TRAIN
Gentile Ministro,
Come cittadini/e italiani/e portiamo alla Sua attenzione il
progetto LAW TRAIN, parte del ciclo di finanziamento da parte della UE di
Horizon 2020.
LAW TRAIN sta costruendo una piattaforma tecnologica per
unificare la metodologia di interrogatorio tra l’Unione Europea e le forze di
polizia israeliane. Il progetto è coordinato da Israele e include la
partecipazione del Ministro israeliano della pubblica sicurezza/Polizia
nazionale, il Servizio Pubblico Federale della Giustizia del Belgio e il
Ministro degli Interni di Spagna/Guardia Civile[1] In Agosto di quest’anno, il
Ministro della Giustizia del Portogallo e la sua polizia si sono ritirati dal
progetto dopo una significativa campagna della società civile che denunciava il
progetto perché rappresenta di fatto una normalizzazione delle pratiche più
crudeli utilizzate da Israele, inclusa la tortura fisica e psicologica, il
maltrattamento, la detenzione arbitraria, le minacce, la discriminazione
razziale. In Settembre un’ ampia coalizione di società civile del Belgio, ha
avviato una campagna per fare pressione sul Ministro e l’Università KU di
Lovanio perché escano dal progetto.
Attualmente il progetto LAW TRAIN è nella fase di formazione
del suo Comitato consultivo. Dal momento che esso costituisce un grave
particolare caso di cooperazione con l’ apparato militare, la polizia e il
settore sicurezza di Israele, chiediamo che l’ Italia non fornisca sostegno e
non partecipi a questo progetto.
La Polizia Nazionale e il Servizio carcerario di Israele,
controllati dal Ministro della Pubblica Sicurezza, sono stati più volte
denunciati da organizzazioni per i diritti umani Palestinesi e internazionali,
per violazioni sistematiche e continue dei Diritti umani e del Diritto
internazionale nelle loro pratiche. Facendo eco a queste denunce, fin dal 1994,
il Comitato delle Nazioni Unite contro la tortura ha insistentemente ma senza
successo chiesto ad Israele di porvi rimedio. Questi metodi sono parte del
sistema israeliano di repressione, controllo militare e discriminazione
razziale (apartheid) contro il popolo Palestinese; ad essi si aggiungono
pratiche di „detenzione amministrativa” (carcere preventivo e senza un corretto
processo), arresti arbitrari e punizioni collettive.
LAW TRAIN mette in discussione la credibilità del nostro
paese come promotore di Diritti umani e rischia di mettere l’Italia in
contraddizione con i suoi impegni e regole e con i suoi obblighi rispetto al
Diritto Internazionale. Di fatto produce una complicità attiva del nostro paese
con le violazioni dei Diritti umani e del Diritto internazionale da parte di
Israele:
La cooperazione con le forze di polizia israeliane e il
Ministro della Pubblica Sicurezza è in palese contraddizione con il principio
della UE „di garantire che venga messo in atto il divieto assoluto e non
derogabile di tortura e altri maltrattamenti”. Nonostante la pratica israeliana
degli interrogatori includa l’uso sistematico della tortura e dei
maltrattamenti, LAW TRAIN lavora con la partecipazione di forze di polizia a
tutti i livelli del progetto per usare la loro esperienza negli interrogatori.
Inoltre, Israele condivide con la UE e i suoi Stati membri informazioni, anche
se tali dati sono stati ottenuti con interrogatori spesso condotti con l’uso
della tortura e del maltrattamento. La UE ha una chiara politica contro l’uso
di dati ottenuti utilizzando la tortura. .
Per condurre i propri compiti, conversazioni online, ecc.
come previsto dal progetto, i funzionari di polizia partecipanti non lasceranno
la loro sede centrale nella Gerusalemme est occupata. Quindi, parte del
progetto verrà realizzata nei Territori Occupati Palestinesi in violazione
delle linee guida riguardanti l’ammissibilità di entità israeliane attive nei
territori occupati.
Consentendo ad Israele di utilizzare la tecnologia
sviluppata per addestrare i propri funzionari di polizia, il progetto sostiene
e legittima le pratiche illegali di Israele. Questo rischia di attivare la
proliferazione di trattamenti inumani nei sistemi giudiziari europei, mettendo
in pericolo i cittadini UE.
La ”creazione di modelli per simulare scenari di terrorismo’
coordinata dalle istituzioni Israeliane, rischia di alimentare l’islamofobia e
pregiudizi razzisti nella preparazione del personale di polizia e carcerario
europeo.
Noi crediamo che l’Italia, come promotore di Diritti umani,
si ponga in una posizione molto controversa di incoerenza se finanzia e coopera
con istituzioni che violano sistematicamente i Diritti umani, anziché mettere
in atto strumenti per difendersi dalla cooperazione con tali istituzioni. Per
questa ragione:
Chiediamo di garantire che nessuna delle nostre istituzioni
parteciperà al Comitato consultivo del progetto LAW TRAIN e che, nel caso tale
partecipazione già esista, di seguire l’esempio del Portogallo e ritirarsi.
Chiediamo di fare pressioni perché la UE metta fine al
finanziamento delle aziende del militare e della sicurezza nazionale di Israele
così come delle istituzioni del militare e della sicurezza israeliani
all’interno di Horizon 2020, come passo necessario verso una politica della UE
che promuova efficacemente Diritti umani e Diritto internazionale in Palestina.
In attesa di una Sua risposta e sperando nel Suo sostegno,
porgiamo distinti saluti
Firmano:
AssopacePalestina
www.assopacepalestina.org
Associazione Amici della Mezzaluna Rossa Palestinese
https://www.facebook.com/amicipalestina
Comitato ”Con la Palestina nel cuore”
Cultura è Libertà
http://palestinaculturaliberta.wordpress.com
Donne in nero donneinnero.blogspot.it
Fiom Cgil Ufficio Internazionale www.fiom-cgil.it
La Rete della Pace www.retedellapace.it
Oltre il Mare www.associazioneoltreilmare.com
Pax Christi Italia www.paxchristi.it
Rete Romana di Solidarietà con la Palestina
https://www.facebook.com/pages/Rete-Romana-di-solidarieta
Ulaia arte sud www.ulaia.org
Un Ponte per www.unponteper.it
La lettera è ancora
più valida ora con le nuove responsabilità di Gentiloni
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