La pistola "Strike One" - Foto: Modern Firearms
di Giorgio Beretta
Unimondo
Martedì, 08 Agosto 2017
Ha suscitato molta attenzione (e in alcuni ambienti anche non poco imbarazzo) l’articolo “Venezuela: Gentiloni si indigna, ma fornisce armi a Maduro” che lo scorso 1 agosto ho pubblicato su questo portale. Nell’articolo documentavo alcuni fatti di cui nessuno in Italia aveva ancora dato notizia tra cui, soprattutto, che l’anno scorso l’Italia ha autorizzato l'esportazione al Venezuela di 10mila pistole AF-1 Strike One semiautomatiche prodotte dall’azienda italo-russa Arsenal Firearms S.r.l con sede in via X Giornate 14 a Magno di Gardone Val Trompia, in provincia di Brescia. Solo una parte di queste armi è già stata consegnata e pertanto – argomentavo – il governo italiano potrebbe sospendere le forniture in considerazione della situazione in Venezuela. Alcuni giorni dopo, il 5 agosto, il quotidiano “Avvenire” in un breve articolo a riportava la notizia secondo cui “ieri fonti del governo italiano hanno confermato di aver bloccato qualsiasi consegna a Maduro”. Cosa è successo nel frattempo? A cosa si riferisce di preciso questa notizia? E, soprattutto, perché la Farnesina non ne ha dato notizia in modo ufficiale? Andiamo con ordine.
Unimondo ne parla e Beppe Grillo rilancia
Come detto, la notizia della fornitura di pistole italiane alle forze di polizia del Venezuela è stata data, in anteprima in Italia, dal mio articolo del 1 agosto. Tre giorni dopo, il quotidiano “Avvenire”, in un articolo di Nello Scavo dal titolo “Venezuela. «È un regime». Poi però gli vendono armi”, ne riprendeva varie informazioni e riportava una mia dichiarazione evidenziando soprattutto che non tutte le armi erano state ancora spedite: “Le altre arriveranno con nuove spedizioni, sempre che il governo Gentiloni – che nei giorni scorsi ha espresso forte preoccupazione per la «situazione al limite della guerra civile» – non decida di revocare l’autorizzazione”. Una sottolineatura importante, in linea con quanto già evidenziavo nel mio articolo.
Lo stesso giorno, il 4 agosto, il “Blog di Beppe Grillo” riportava integralmente il mio articolo, senza alcuna presentazione né commento. Non era l’unico (si vedano, ad esempio, anche i portali “Antimafia Duemila”, “Nutesla” e anche “Vita Trentina”) e non è la prima volta: gli articoli di Unimondo, infatti, sono riproducibili da tutti, anche integralmente, citando l’autore e con un preciso link alla fonte. Il rilancio di un articolo, ci tengo a sottolinearlo, non significa che Unimondo sia in qualche modo collegato a Beppe Grillo, al Movimento 5 Stelle o a qualsiasi altro movimento o partito: Unimondo è infatti una testata giornalistica indipendente nata nel 1998 per offrire un'informazione qualificata sui temi della pace, dello sviluppo umano sostenibile, dei diritti umani e dell’ambiente. E, giusto per chiarirlo, io non ho alcuna affiliazione politica né partitica e, in qualità di analista del commercio di armi, ho sempre partecipato a tutti gli incontri e dibattiti promossi da associazioni e partiti a cui sono stato invitato e anche a varie audizioni alle Camere promosse da diversi partiti.
Una polemica pretestuosa
Per questo ritengo irridente e pretestuoso, il comunicato stampa diffuso il pomeriggio del 4 agosto dal Gruppo parlamentare del Partito Democratico alla Camera firmato dalla capogruppo PD in commissione Esteri, Lia Quartapelle, e dal deputato PD eletto nella circoscrizione Estero-America meridionale, Fabio Porta. Quel comunicato – riportato anche sul sito “Deputati PD” – comincia affermando che “Con un post sull’autorevole blog di Beppe Grillo, il M5S scopre che in Italia esiste una normativa avanzata che disciplina scrupolosamente e in modo articolato il sistema di autorizzazioni per le esportazioni di armi”.
Lo ripeto: il post (l’articolo) pubblicato sul Blog di Grillo non è del M5S, ma è mio. Se qualche parlamentare ha obiezioni e critiche da sollevare in merito a ciò che scrivo (e puntualmente documento da 15 anni) sulle esportazioni di armi italiane credo che per correttezza dovrebbe innanzitutto rivolgersi a me evitando di sollevare polemiche inutili e pretestuose. Per questo ho risposto via twitter sia ai Deputati PD per segnalare loro che sono io l’autore dell’articolo, sia soprattutto per chiedere all’on. Lia Quartapelle di inviarmi i documenti ufficiali riguardo alla “sospensione” dell’autorizzazione per le forniture alla polizia venezuelana che è comunicata nella nota stampa da lei diffusa. Ho provveduto ad inviare anche via posta elettronica agli indirizzi ufficiali dei due parlamentari la richiesta di documentazione:mi auguro vogliano provvedere presto ad inviarmela.
Quali forniture di armi sono state sospese e quando?
Ma veniamo al sodo. La nota stampa dei due Deputati PD afferma testualmente (refuso compreso) che “….l’autorizzazione per le forniture alla polizia venezuelana sono già state sospese”. Si tratterebbe di “una misura doverosa, che rientra nel perimetro giuridico in cui è tenuto a operare il governo ed è coerente con la politica portata avanti dall’Italia per onorare l’amicizia e la solidarietà che riserviamo al popolo venezuelano oppresso dal regime di Nicolàs Maduro”.
La nota stampa, si badi bene, innanzitutto conferma alcune informazioni riportate nel mio articolo e soprattutto che vi è una “autorizzazione per le forniture alla polizia venezuelana”. Non riporta però – ed è per questo che ho chiesto i documenti ufficiali – né il quantitativo né il valore della fornitura e se la “sospensione” in atto riguardi solo quella fornitura od anche altre in corso. Soprattutto non dice nulla su quante armi siano già state consegnate e nemmeno a quale data risalga questa “sospensione”: il comunicato è infatti alquanto vago, mentre è fondamentale conoscere la data e le motivazioni ufficiali della misura adottata. Andrebbe chiarito, soprattutto, se si tratta di una misura provvisoria di tipo precauzionale o se invece il provvedimento ha un carattere preciso e definitorio: nel qual caso è da appurare se il provvedimento sia già stato comunicato agli altri Paesi membri dell’UE per evitare che altri Stati membri autorizzino, in sostituzione, un’operazione sostanzialmente identica di fornitura di armi al Venezuela. Come si vede, le domande sono molte e, al riguardo, sarebbe utile che i parlamentari esercitassero tutte le prerogative di sindacato ispettivo di cui sono investiti.
Il silenzio della Farnesina
Si tratta di domande rilevanti anche alla luce del successivo articolo di Nello Scavo, pubblicato su “Avvenire” dal titolo “Interrotta la fornitura di 10mila pistole” che l’on. Quartapelle adduce a “conferma” di quanto da lei stessa affermato nel comunicato stampa dei Deputati PD. Letto attentamente, però, l’articolo di Scavo dice solo che “ieri fonti del governo italiano hanno confermato di aver bloccato qualsiasi consegna a Maduro, come spiegano in una lettera i parlamentari Quartapelle e Porta”. Ed aggiunge: “Fonti del ministero degli Esteri hanno confermato la notizia”. Ma né sul sito del Ministero degli Esteri né su quello dell’autorità preposta al controllo delle esportazioni di armamenti (U.A.M.A) nei sui canali social della Farnesina è possibile trovarne notizia. Ed è, invece, di fondamentale importanza, sia interna che a livello europeo e internazionale, che il governo comunichi ufficialmente se ha sospeso l’invio di armi alla polizia e ad altri corpi armati del Venezuela.
Non posso entrare qui nel merito delle diverse implicazioni, anche sulla politica estera, di questa decisione. Ma non si può negare che, se confermata, questa decisione rappresenta un importante precedente anche per altri casi, tra cui innanzitutto quello delle forniture di bombe italiane all’Arabia Saudita che in Yemen da oltre due anni sta compiendo azioni militari ripetutamente condannate dal Segretario Generale dell’Onu che, secondo il giudizio degli esperti delle Nazioni Unite “possono costituire crimini di guerra”: si tratta di forniture su cui dovrà prossimamente esprimersi il Parlamento. Una decisione alla quale, se confermata, mi auguro di aver contribuito segnalando ai media nazionali e ai rappresentanti politici le forniture di pistole italiane al Venezuela. Ma sulla quale, soprattutto, va fatta prontamente piena chiarezza.
giorgio.beretta@unimondo.org
Nessun commento:
Posta un commento