27 GIUGNO 2021 - 09:32
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Gli atti di vandalismo sarebbero connessi al ritrovamento delle tombe anonime di nativi scoperte in siti gestiti dalla Chiesa
Altre due chiese cattoliche sono state bruciate in Canada dopo il ritrovamento di una serie di tombe anonime di bambini in siti gestiti dalla Chiesa a Kamloop. Nei giorni scorso altri due luoghi di culto erano stati bruciati nella Columbia britannica. In meno di un’ora le fiamme sono state appiccate nella chiesa di Sant’Anna e in quella di Chopaka ed entrambe sono state distrutte, secondo quanto ha raccontato il sergente Jason Bayda della polizia canadese a cavallo. Secondo chi indaga i gesti di vandalismo potrebbero essere connessi alla vicenda delle 750 tombe anonime scoperte nei pressi di un ex istituto gestito dalla chiesa cattolica a Marieval: il mese scorso erano stati trovati i resti di 215 bambini vicino a un altro ex pensionato.
Il ritrovamento dei corpi
Nei giorni scorsi il primo ministro del Canada Justin Trudeau si è scusato e ha inviato Papa Francesco a fare lo stesso parlando di una possibile indagine penale sulla vicenda delle tombe ritrovate vicino ai pensionati. Trudeau ha parlato degli errori del suo Paese, che per secoli ha tentato di assimilare i Nativi delle Prime Nazioni alla popolazione locale. Circa 150mila giovani indigeni, Inuit e Metis, sono stati iscritti a forza nelle scuole residenziali, sottoposti a maltrattamenti e abusi sessuali e più di 4mila sono morti per malattie e negligenze. La scoperta di 215 corpi di bambini nella British Columbia era stata definita dai media nordamericani come «indicibile» e confermava i sospetti che da decenni si susseguivano sulla vicenda.
La pratica di sottrarre i figli ai nativi per rieducarli alla nuova cultura importata dai coloni era diffusa nell’Ottocento, periodo nel quale fu fondata la Kamloops Indian Residential School, oggi gestita dalla Chiesa cattolica. Molti dei corpi ritrovati nella fossa comune del cortile dell’istituto, in particolare, appartengono a bambini di appena tre anni. I resti di altre 761 persone, anche in questo caso principalmente di bambini nativi, sono stati scoperti lo scorso 24 giugno nel sito di un’ex scuola di rieducazione cattolica nella provincia di Saskatchewan, in Canada.
Foto: Twitter/Brampton Professional Fire Fighters Association
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Canada, gli attacchi alle chiese e quelle ferite mai rimarginate: storia e numeri degli orrori sui bambini nativi
28 GIUGNO 2021 - 10:33
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Per oltre un secolo, fra il 1863 e il 1998, 150 mila bambini indigeni, in gran parte Inuit e Metis, sono stati costretti a frequentare scuole cristiane come parte di una strategia per assimilarli nella società. Nelle ultime settimane centinaia di corpi sono stati trovati in fosse comuni
Con le due di ieri diventano quattro le chiese cattoliche bruciate nella regione della Columbia Britannica in Canada. E il collegamento con il ritrovamento delle tombe senza nome di bambini nativi nelle ex scuole di rieducazione appare palese. Mentre il premier Justin Trudeau ha chiesto a Papa Francesco di fare chiarezza e ha paventato azioni legali nel caso in cui la Chiesa non fornisse i documenti in suo possesso. Intanto però nessuna rivendicazione del gesto è arrivata, mentre le Giubbe Rosse, la polizia a cavallo del Canada, parlano per ora di indagini che procedono «in tutte le direzioni».
Le chiese bruciate in Canada e le tombe dei bambini nativi
Il 26 giugno in meno di un’ora le fiamme sono state appiccate nella chiesa di Sant’Anna e in quella di Chopaka ed entrambe sono state distrutte, secondo quanto ha raccontato il sergente Jason Bayda della polizia canadese a cavallo. Lunedì, in occasione della Giornata nazionale dei popoli indigeni, ne erano bruciate altre due, a Penticton e Oliver (Sud Okanagan). Per adesso i bilanci degli incendi non riportano feriti ma tutti i luoghi di culto, alcuni dei quali erano edificati in legno, sono andati completamente distrutti. E i vigili del fuoco hanno ritrovato una bottiglia di liquido incendiario nei pressi di una delle due chiese distrutte lunedì. Gli incendi sono arrivati subito dopo le richieste alla Chiesa di scusarsi formalmente per il proprio ruolo nel sistema scolastico canadese. Per oltre un secolo, fra il 1863 e il 1998, 150 mila bambini indigeni, in gran parte Inuit e Metis, sono stati costretti a frequentare scuole cristiane come parte di una strategia politica per assimilarli nella società canadese. Le scuole erano gestite da chiese finanziate dal governo federale e, scrive l’agenzia Ansa, gli abusi fisici e sessuali erano all’ordine del giorno.
Le tombe dei bambini nativi nei collegi di rieducazione in Canada
Il Guardian ha scritto che secondo i documenti storici, i Missionari Oblati di Maria Immacolata hanno gestito la metà delle scuole residenziali del Canada, inclusa quella di Kamloops, la più grande del paese. Finora gli Oblati si sono rifiutati di rilasciare i documenti in loro possesso per aiutare a identificare i resti trovati. Il primo ritrovamento di tombe senza nome risale a un mese fa, quando i resti di 215 minori sono stati rinvenuti presso la Kamloops Indian Residential School, nella Columbia Britannica. Si trattava di un collegio per l’accoglienza e la “rieducazione” dei figli dei nativi. La Chiesa l’ha gestito per conto del governo dal 1890 al 1969. Nei giorni scorsi sono stati ritrovati i resti di altri 761 bambini in un’ex scuola residenziale, la Marieval Indian Residential School gestita dalla chiesa nell’area di Saskatchewan. L’agenzia di stampa Ansa ricorda che nel 2008 Ottawa istituì una commissione per far luce sui numerosi bambini indigeni che, dopo la scuola, non sono mai tornati nelle loro comunità. Le conclusioni degli esperti sono state shockanti quasi quanto i ritrovamenti: è stato genocidio culturale.
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