venerdì 25 febbraio 2022

BREVE PROFILO STORICO DELLA CRISI UCRAINA PER CHI VUOLE CAPIRE


Di Paola Cocco

25/2/2022

“Questa guerra è nata nel 2014, quando è stato fatto un colpo di stato in Ucraina sostenuto da Stati Uniti (c'era Biden agli esteri e la Clinton alla difesa) e Israele e forse Turchia. Hanno levato il Presidente (gli hanno ucciso tutti gli animali che aveva in casa) che è scappato a Mosca e hanno preso il potere con la forza. Sono il battaglione Azov e il Pravy sector,  della destra hitleriana ucraina (gli ucraini erano alleati di Hitler durante la seconda guerra mondiale) 

Dopo il colpo di stato sono subito state emanate delle leggi anti russe. Solo che l'Ucraina è un paese diviso in due dal Dneper, al di là sono ucraini, nazionalisti e vicini all'Europa, di qua sono russi e in Crimea sono russi. La Russia con un colpo di mano si è ripresa la Crimea senza sparare un colpo (perché il 90% sono russi e hanno fatto un referendum). Mentre nelle altre province sono state fatte persecuzioni (multe se parli in russo, sparatorie a chi pregava in russo). I dati OSCE parlano (non russi, ma europei) di 14000 morti fra civili e militari nel Donbas in 7 anni. 

Nel 2014 c'è stata la strage di Odessa, ma ne hanno parlato troppo poco in tv. Hanno dato fuoco a un sindacato che era pieno di anziani, donne con bambini e se scappavano dall'incendio, loro gli sparavano. 

Putin ha più volte denunciato il genocidio (14.000 morti) ma nessuno nei media occidentali ha approfondito.

Poi è arrivato Trump e l'Ucraina è rimasta sola, a lui non interessava. C'è stato i cessate il fuoco e sono stati fatti gli accordi di Minsk che prevedevano il riconoscimento delle due repubbliche da parte dell'Ucraina come regioni a statuto speciale. Purtroppo mai attuati e nessun politico, nonostante le pressioni russe per metterle in atto.

Si arriva così all'elezione di Biden, che affermò subito che Putin è un killer e che gliel'avrebbe fatta pagare. Il figlio di Biden, Hunter, ha diversi gasdotti in Ucraina, e affari milionari. Biden ha chiesto l'ingresso nella Nato dell'Ucraina, inaccettabile per la Russia. Inaccettabile perché i missili sarebbero puntati a 300 km da Mosca. Perché sarebbero puntati su Pechino, infatti la Cina ha sostenuto la Russia con contratti sul gas altissimi. 

Da dicembre è iniziata l'isteria americana sull'inizio della guerra. Hanno pompato Zelensky a bombardare di nuovo il Donbas per riprenderselo promettendogli aiuto militare. Lui ci è cascato. La Russia si è seduta al tavolo con tutti i presidenti e con tutti i ministri degli esteri ma senza risultati. Nessuno voleva trattare, ma ribattevano che l'Ucraina ha il diritto di entrare nella Nato. La Russia ha offerto di demilitarizzare l'Ucraina e farlo uno stato cuscinetto, come la Svizzera, di transito di gas e di merci, ma senza armi. Gli è stato risposto di no. Prodi in un'intervista ha detto che su 30 richieste di Putin, dovevano sceglierne 5,6 o 7 da accettare. Invece 30 richieste ha inoltrato e 30 no ha ricevuto.” 

Alla faccia delle mediazioni. 

Aggiungo che gli USA hanno piazzato in questi anni in Ucraina 14 laboratori che producono armi chimiche, lungo tutto il confine russo. Dunque una minaccia di non solo missili. 

A questo punto non è difficile comprendere la reazione di Putin, acclamato dalle popolazioni filo-russe del Donbass come un liberatore di quelle zone che non devono essere annesse alla Russia ma rese alla loro libertà dopo i massacri di questi anni. 

Non esistono buoni e cattivi, ma solo una buona o una cattiva informazione.


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