mercoledì 11 giugno 2014

Lettera aperta a Sua Eccellenza, Sig. Wladimir Putin – Presidente della Federazione Russa




Lettera aperta a Sua Eccellenza, Sig. Wladimir Putin – Presidente della Federazione Russa

Lettera aperta a Sua Eccellenza, Sig. Wladimir Putin – Presidente della Federazione Russa
28 marzo 2014
Con il permesso dell’autore/ispiratore di questa lettera aperta, il Sig. Jochen Scholz, tenente colonnello a riposo, la lettera aperta indirizzata a Wladimir sarà pubblicata qui ed auspicabilmente su numerosi altri blog.
Lo scritto è stato inviato per posta elettronica e mediante corriere alla
Ambasciata della Federazione Russanella Repubblica Federale di Germania
Unter den Linden 63-65    10117 Berlino.
Allo stesso tempo questa lettera aperta è stata trasmessa ai membri del Parlamento tedesco ed anche alle agenzie di informazione citate in elenco.
Pertanto ogni lettore ha la possibilità di verificare autonomamente, quali mezzi di informazione riportino in merito all’iniziativa della lettera – e chi passi sotto silenzio questo fatto!
La lettera aperta è stata inoltre inserita in un clip di youtube, il che ne facilita sicuramente la conoscenza e l’ulteriore diffusione.
“Egregio Signor Presidente,
Nel Suo Discorso dinanzi alla Duma,Lei ha invocato la comprensione dei Tedeschi.
Noi siamo cittadini tedeschi, che in maggioranza hanno vissuto il periodo della guerra nella parte occidentale della Germania. Allorchè nel 1990 terminò la guerra fredda e il nostro Paese fu riunificato, un sospiro di sollievo si levò nel mondo, poiché sembrò bandito il rischio sempre presente di un confronto militare nucleare con gravi ripercussioni su scala mondiale. La Germania sarebbe stata annientata.
L’Unione Sovietica diede, attraverso ineguagliabili sacrifici, il contributo decisivo alla liberazione dell’Europa dal Nazionalsocialismo. Nondimeno, essa era pronta ad appoggiare la riunificazione tedesca nel 1990, e nel 1991 a liquidare il Patto di Varsavia e accettare l’entrata della Germania riunificata come membro della NATO. Questo merito non è stato riconosciuto dall’Occidente.
Jack Matlock , ambasciatore USA a Mosca in quel periodo (dal 1987 al 1991), ha confermato alcuni giorni fa sul Washington Post che il Presidente Bush si era impegnato a non approfittare della magnanimità del Presidente Gorbaciov. L’estensione della NATO fino alle ex repubbliche sovietiche, la costituzione di basi di appoggio militare negli Stati ex aderenti al Patto di Varsavia e l’installazione di uno scudo antimissilistico nell’Europa orientale con la contemporanea revoca dell’Anti-Ballistic Missile Treaty (accordo sulla limitazione dei sistemi di difesa antimissilistici) da parte degli USA non sono soltanto eclatanti rinnegamenti.
Queste misure possono essere anche da noi intese solo come proiezione di forza delle potenze guida occidentali, rivolte contro il consolidamento statale ed economico del Suo Paese, da Lei attuato fin dall’inizio del Suo mandato nel 2000. Inoltre, su “Foreign Affairs“ nel 2006, A. Lieber e Daryl G. Press hanno spiegato in modo convincente con il loro articolo “The Rise of U.S. Nuclear Primacy” ( Il sorgere del primato nucleare USA), che lo scudo antimissilistico dovrà permettere un primo attacco atomico per la neutralizzazione nucleare della Russia.
Questo antefatto, riassunto per sommi capi, costituisce il retroscena sul quale noi valutiamo gli avvenimenti in Ucraina a partire da novembre 2013. Nel frattempo è ampiamente documentato che gli USA, perseguendo i loro fini, hanno strumentalizzato le legittime proteste della popolazione ucraina. Il modello noto è fotocopiato da altri Paesi: Serbia, Georgia, Ucraina 2004, Egitto, Siria, Libia.
Anche i fattori di disturbo, rappresentati da Unione Europea e OSCE ( Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa), sono stati prontamente esclusi, nell’arco di dodici ore e con l’ausilio di forze fasciste, dopo il cambio di potere "soft" concordato dai ministri degli esteri dei Paesi aderenti alla triangolazione di Weimar (ndt: Germania, Francia, Polonia). Chi ci sia dietro l’attuale regia del "colpo di stato" a Kiev, è dimostrato dai partner sul sito web della Open Ukraine Foundation del presidente dei ministri in carica.
Alle questioni interne e di diritto internazionale, relative alla secessione della Crimea, è stata data risposta differenziata. In questa sede non vogliamo valutare e inquadrare i processi sotto il profilo giuridico, bensì esclusivamente sotto quello politico. Nello scenario creatosi con l'evoluzione in Europa a partire dal 1990, la dislocazione su scala mondiale delle circa 1000 basi militari USA, il controllo esercitato dagli USA sugli stretti di mare e il pericolo costituito dalle violenze di Majdan ai danni della flotta russa del Mar Nero, vediamo la secessione della Crimea come una misura difensiva con una valenza contemporanea di monito: fino a quel punto, e non oltre! La differenza sostanziale rispetto alla dichiarazione di indipendenza del Kosovo è che le condizioni preliminari per quello scopo si sono create solo con la guerra aerea della NATO, contraria al diritto internazionale - purtroppo con la partecipazione della Germania.
Egregio Signor Presidente, già da quattro anni Lei si è reso promotore di una comunità economica estesa da Lisbona a Vladivostok. Essa sarebbe la base economica per la “Casa Comune Europea“. L'Ucraina potrebbe assumere una funzione di ponte ideale per la futura cooperazione dell’Unione Eurasiatica e dell’Unione Europea, da Lei auspicate, non ultimo dal punto di vista culturale. Noi siamo convinti, che la massiccia influenza esercitata dagli USA abbia avuto lo scopo di abbattere questa funzione di ponte. Nella Commissione Europea si sono affermati gli stessi poteri, che sostengono la politica statunitense contro la Russia. A tale riguardo, il discorso del Segretario Generale Esecutivo dell'EEAS (servizio diplomatico europeo), Pierre Vimont, il 14 marzo ultimo scorso è inequivocabile (EurActiv: “La UE ha evitato l'incontro USA-Russia sull'Ucraina“).
Egregio Signor Presidente, confidiamo che il Suo storico discorso del 2001 al Parlamento tedesco costituisca anche per il futuro la base delle Sue azioni nei confronti della UE e della Germania. Inchieste attuali evidenziano, che la maggioranza dei Tedeschi non vuole affatto lo scontro con la Federazione Russa e dimostra comprensione per la reazione russa circa gli avvenimenti in Ucraina. Non sottovalutiamo le difficoltà, cui è soggetta la politica tedesca quale membro della UE e della NATO in relazione ala Russia; esse sono note anche a Lei. Tuttavia ci aspettiamo almeno che il governo federale tedesco sulla base dell'antico principio giuridico romano applichi la norma di ascoltare anche la controparte. Nel caso dell'Ucraina, questo passaggio è stato tralasciato a fronte di un sistema europeo di alleanze politico-strategiche (European Neighbourhood Policy, ENP).
Da parte sua, la Russia non ha strumentalizzato politicamente ai danni della Germania i suoi 27 milioni di morti nel secondo conflitto mondiale, nemmeno ai tempi della guerra fredda. Questo atteggiamento ha determinato di per sè un salto di qualità nei rapporti fra i nostri Paesi. Le persone in Germania hanno un fiuto fine per queste cose. Quando nel 1994 il “gruppo delle truppe sovietiche di stanza in Germania“ si congedò dal nostro Paese con un'esibizione della sua banda musicale sulla piazza di fronte alla Bundeskunsthalle a Bonn, si svolsero scene nobili tra i numerosi spettatori e i musicisti. In quel contesto, fra i resoconti dell'epoca e i commenti dei mezzi di informazione tedeschi, ci colpì solo un aggettivo lapidario in inglese: disgusting (disgustoso).
Egregio Signor Presidente, con i nostri modesti mezzi nella veste di semplici cittadini contribuiremo a sventare la trama della divisione dell'Europa, facendo in modo che invece le idee di Gottfried Wilhelm Leibniz risorgano a nuova vita. Siamo convinti: solo quando gli Stati e i popoli del doppio continente eurasiatico regoleranno le loro questioni reciprocamente in modo pacifico, rispettoso e cooperativo, sulla base del diritto e senza ingerenze dall'esterno, questo (clima) si diffonderà anche al resto del mondo. In questo senso La comprendiamo da alleati.
Per il Suo attuale mandato e, auspicabilmente anche per il successivo, Le auguriamo forza, tenacia, talento e fortuna.
Distinti saluti ,
Jochen Scholz, tenente colonnello a riposo.
Più i firmatari….
A titolo informativo a:
- Ambasciata degli Stati Uniti d’America, kontakt@germany.usembassy.gov- Ambasciata del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord,ukingermany@fco.gov.ukinfo@britischebotschaft.de
Care Lettrici e cari Lettori,
“ Egregi,
Vi ringrazio codialmente per il grandissimo consenso. Nel quadro della storia tedesco/prussiano-russa non possiamo permettere che si scavi una fossa tra la Russia e il resto dedll'Europa. A tale proposito, sufficientemente rivelatore è il quadro sotto l'intestazione “The New Containment” in questo lavoro commissionato di George Friedman.
http://www.stratfor.com/weekly/estonia-azerbaijan-american-strategy-after-ukraine
Si riallaccia all'articolo (“Mr X”) di George F. Kennan su Foreign Affairs del 1947.
Poichè esiste anche una lettera critica rispetto al ruolo - attribuitomi - di ufficiale attivo (fino al 2000), vorrei chiarire anche questo. Io non potei commettere “errori da occupante” anche per motivi legali, in quanto per i soldati tedeschi vige la legge militare.
Inoltre, durante la guerra fredda vi era un'ampia identità di interessi tra gli USA e l'Europa occidentale, al riguardo non devo spiegare nulla di più preciso.
Tuttavia, questa non esisteva più fin dalla fine del conflitto sistematico. Ne tengo conto fin dalla guerra del Kosovo, come fa pure Willy Wimmer, e mi ricollego alle parole del Dr. Gauweiler nel suo discorso del mercoledì grasso a Passau:  “quando Russia e Germania hanno intrattenuto buoni rapporti, questo è stato sempre un bene anche per l'Europa.” Helmut Schmidt la vede allo stesso modo, rileggendo l'attuale edizione di ZEIT. In verità, le lettere dei lettori nei numeri editi on line dei grandi quotidiani tedeschi non sono rappresentative, ma corrispondono stranamente agli attuali sondaggi di opinione.
In questa sede vorrei ancora ricordare quanto sia difficile per il governo federale percepire gli obiettivi tedesco/europei in relazione alla Russia nell'ambito delle strutture Europa e NATO e consiglio di non prendere per oro colato qualunque affermazione ufficiale.
Anche l'orso talvolta ha bisogno di zucchero. Nessuno da noi può avere interesse a riattivare Rapallo e il “Sonderweg tedesco” come neopolitica. In altri luoghi certamente questo interesse è molto sentito.
Si attende solo questo. Cordiali saluti.
Jochen Scholz”

Da oconomicus.wordpress
Traduzione di Laura F. per civg.it

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