giovedì 22 ottobre 2015

Gilad Atzmon: «Netanyahu è un revisionista storico».



Posted: 21 Oct 2015 04:37 PM PDT

Ci avevo pensato a scrivere al riguardo, appena questa mattina mi era giunta la notizia di questa nuova, enorme bufala di Netanayu, ma poi mi sono detto che avrei subito una campagna di stampa, con una potenza di fuoco alla quale non avrei potuto rispondere da questo mio blog destinato a Cinque affezionati lettori. Ormai capisco come funzionano siffatte campagne... Un tam tam che poi si trascina da quotidiano a quotidiano, da televisione a televisioni, con i politici che rilasciano le loro dichiarazione. La Merkel, in Israele con Netanyahu, bava come è, ha accollato al popolo tedesco tutta quella responsabilità, che Bibi tenta di mettere nuovamente a frutto caricandola sulle spalle dei palestinesi... In Germania, nel 1994, Ernst Nolte è stato il primo a denunciare i pericoli che con l’introduzione della Auschwitz-Lüge sarebbero sorte per la libertà di ricerca non solo in sede storica, ma in ogni altro ambito. Da allora sono ben 200.000 i casi da me stimati di procedimenti penali per reati di opinione. Gli storici hanno dimostrato grande viltà e un conformismo verso il potere non diverso da quello dei giornalisti, loro degni compari con i quali scambiano spesso i ruoli: il giornalista che veste i panni dello storico e viceversa. La sortita, penosa, di Bibi dimostra quella strumentalità dell’«Olocausto» che Norman G. Finkelstein ha già denunciato nel suo libro «L’Industria dell’Olocausto». Come ho altre volte espresso, la questione non riguarda tanto la “verità” di un fatto storico tragico quanto si vuole ma la “libertà” di poterne trattare al pari di ogni altro oggetto di ricerca storica, filosofica, letteraria, attinente alle scienze fisiche e naturali. Nel caso specifico la “verità” dipende dalla geopolitica del Vicino Oriente e dalla capacità che negli USA la “Israel lobby” ha di tenere al guinzaglio tutta la classe politica americana, secondo quanto hanno descritto nel loro ormai celebre saggio, tradotto anche in italiano, La Israel lobby e la politica estera americana... Inutile aspettarsi nulla da un ceto politico, il nostro, infame, che ha sempre brillato solo per servilismo e venalità. Valgono per la traduzione le cautele già espresse. Verrà data in appendice una rassegna del dibattito che certamente la sortita di Netanyahu susciterà. Delle affermazioni di Netanyahu esiste un video You Tube. Sul muftì sono pochi in Italia a sapere chi fosse, mentre in Israele - dice Pappe - il suo nome viene subito dopo quello di Hitler. Oggi in casa ho così semplificato un ritratto del mufti: Dopo la prima guerra mondiale, l’Impero britannico diede inizio alla “pulizia etnica” della Palestina aprendo le porte a una massiccia immigrazione ebraica a tutto detrimento degli arabi, che presto non ne potettero più e si ribellarono. Furono ferocemente e sanguinosamente repressi, particolarmente con la rivolta del 1936-39, anni in cui fu la Palestina fu privata di quella classe dirigente di cui avrebbe avuto grande bisogno durante la Nakba nel 1948. Il muftì dovette fuggire in esilio, ma non si ritirò a vita privata. Cercava di fare tutto quello che poteva per il suo popolo martirizzato. Dove doveva andare a chiedere aiuti? Dagli inglesi che lo braccavano? Era logico e naturale che chiedesse appoggio a una grande potenza come era allora la Germania nazista... Tutto qui! In Israele, ci hanno sopra inzuppato a più non posso fino alla bufalata odierna di Bibi, che ha il grande merito di rendere nonostante tutto giustizia ad un “patriota” quale appunto si può considera il mufti Amin al-Husseini (1895-1974), checché ne dicano o pensini Bibi e i media e i loro “opinionisti” a lui osservanti e ossequianti.

GILAD ATZMON
Fresco di stampa: Netanyahu è un revisionista storico

Amin al-Husseini (1895-1974)
Il primo ministro israeliano Binyamin Netanyahu si è attirato critiche per un discorso incendiario in cui accusa il gran mufti palestinese di Gerusalemme, Amin al-Husseini, di “aver ispirato l’Olo-causto”. I critici accusano Netanyahu di banalizzare l’Olocausto attribuendo al gran muftì la spinta per il piano hitleriano di sterminio degli Ebrei d’Europa.

Nel suo discorso Netanyahu descrive un incontro fra Haj Amin al-Husseini e Hitler nel novembre 1941. «Hitler in quel periodo non voleva sterminare gli ebrei; egli voleva espellere gli ebrei. E Haj Amin al-Husseini andò da Hilter e gli disse: ‘Se tu li espelli, verranno tutti qui [in Palestina]’». Secondo Netanyahu, Hitler chiese poi: «Cosa dovrei fare con loro?» e il muftì rispose: «Bruciali». Netanyahu ha scelto di non rivelare come ha scoperto la trascrizione della conversazione.

Questo cambiamento di prospettiva storica israeliana, illuminata da Netanyahu, è tempestiva e benvenuta. Nei giorni scorsi è diventato chiaro che la Palestina non è più disposta ad accettare ancora la presenza sionista sulla sua terra e questo sentimento è più che comprensibile. È scaduto per gli ebrei il tempo di andarsene e inventarsi una nuova terra promessa fantasmatica. La Germania è ovviamente in candidato ideale. Angela Merkel ama l’immigrazioneed è probabilmente disposta ad accogliere qualche milione di israeliani mangiatori di terra per bilanciare le vittime delle guerre siocon che sono in fuga nel suo rifugio germanico.

Recentemente, Berlino è diventata la nuova Gerusalemme per gli israeliani. Migliaia di giovani israeliani si sono trasferiti a Berlino negli ultimi anni in un’ondata migratoria che in ebraico si chiama “Olim le-Berlin” (ascesa a Berlino). Ieri pomeriggio ha ricevuto la chiamata della gioventù israeliana ed ha finalmente vendicato Hitler e i tedeschi. Sembra che in realtà sono i palestinesi a dover essere incolpati per la Shoah. Nella sfera ebraica piace mantenere l’equazione semplice: la vittima eterna (l’ebreo) è il fattore costante, l’antisemita è l’elemento variabile. L’antisemita continua a cambiare, non smette mai di cambiare.

Dan Michman
Alcuni noiosi storici israeliani non sono ancora disposti a seguire lo spostamento revisionista di Netanyahu. Essi insistono che il mantenimento del senso di colpa tedesco è essenziale. Il prof. Dan Michman, direttore dell’Istituto di ricerca sull’Olocausto alla Bar-Ilan University ha detto: «quando Hitler ha effettivamente incontrato il muftì, ciò avvenne dopo che la Soluzione Finale era iniziata». Sono sempre confuso dall’erudizione ebraica e e dal modo in cui gli studiosi ebrei giocarellano con i fatti per adattarli con i sempre mutevoli interessi ebraici. Secondo la religione sionista dell’Olocausto, la “Soluzione Finale” fu stabilita per la prima volta nella Conferenza di Wannsee nel gennaio 1942. Ma Hitler incontrò il muftì nel novembre 1941.

Dina Porat
In alternativa, cerco di seguire in profondità l’erudizione israeliana. La professoressa Dina Porat ha detto al sito israeliano Ynet che le affermazioni di Netanyahu erano “inesatte”. La sua profonda argomentazione: «Non si può dire che fu il muftì ad aver dato a Hitler l’idea di uccidere o bruciare gli ebrei. Non è vero. Il loro incontro è avvenuto dopo una serie di eventi che puntano a questo». Come io ho fatto notare in The Wandering Who?, non esiste una storia ebraica. Essa è piuttosto l’occultamento istituzionale della vergogna ebraica che si traduce in un impudente, incoerente zigzag kosher.

MK Itzik Shmuli
MK Itzik Shmuli ha invitato Netanyahu a chiedere scusa alle vittime dell’Olocausto. «Questa è una grande vergogna, un primo ministro dello Stato ebraico al servizio dei negazionisti dell’Olocausto». Fortunatamente noi ora possediamo una cartina al tornasole molto efficace per i negazionisti dell’Olocausto. Se Netanyahu è il negazionista dell’Olocausto che il MK [Member Knesset] Shmuli sottintende, egli presto esprimerà il suo supporto a Jeremy Corbyn e al nostro rivoluzionario Partito laburista. Davvero io non riesco a trattenere il respiro.

Steffen Seibert e Angela Merkel
Aggiornamento: L’agenzia Reuters ha riferito oggi che il governo tedesco si è rifiutato di condividere la responsabilità per la Shoah con i palestinesi o con chiunque altro. «La responsabilità per l’Olocausto dipende dai tedeschi», ha insistito il portavoce di Angela Merkel Steffen Seibert. Il suo messaggio è stato chiaro: l’Olocausto è nostro e nessuno ce lo porterà via, nemmeno Bibi.

Gilad Atzmon

Rassegna stampa

L’ordine che segue è del tutto casuale. Non ci propone una raccolta completa, ma solo esemplificativa. Se parrà il caso, seguirà un nostro commento (in corsivo) ad ogni singola fonte oppure si prenderanno estratti significativi (in tondo).

1.  Ansa. –
2. Il Sole 24 Ore. – «C’è un limite alla deformazione della storia» e le affermazioni di Netanyahu «fanno il gioco dei negazionisti dell'Olocausto», ha attaccato il leader dell'opposizione israeliana Itzjak Herzog. Un altro deputato, il laburista Itzik Shmuli, ha chiesto che il premier si scusi con i sopravvissuti all'Olocausto. «Il capo del governo israeliano al servizio dei negazionisti! Questo non si era mai visto finora. Non è la prima volta che Netanyahu deforma la storia però una frottola di questa caratura è veramente nuova», ha affermato, citato dal quotidiano Ynet. || Herzog ha ragione: si sono dati la zappa sua piedi, per eccesso di incontenibile “odio” verso i palestinesi, i cui leader dimostrano peraltro di essere subalterni di un’ideologia che domina anche su di  loro.

3. Il Fatto Quotidiano. - Il premier israeliano ripropone una ricostruzione alternativa sulla Soluzione finale: "A suggerire di bruciarli fu il Muftì di Gerusalemme". Lo aveva già sostenuto nel 2012. | Il premier israeliano ha pronunciato queste parole durante un intervento al Congresso sionista | Come ricorda oggi il quotidiano israeliano Haaretz, il premier israeliano l’aveva già sostenuta durante un discorso alla Knesset, tre anni fa, quando definì Husseini “uno dei principali architetti” della soluzione finale. | - || Nel 2012? Dunque, non si tratta di un caso, di una scivolata... ||
4.

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