di Alan
Hart
20/2/2016
Il mio
titolo è una risposta ai recenti commenti fatti dalla Cancelliera tedesca
Angela Merkel ad una conferenza stampa congiunta a Berlino con il primo
ministro israeliano Benjamin Netanyahu e la decisione del governo Cameron, nel
Regno Unito, per rendere il boicottaggio delle merci dagli insediamenti "israeliani nella Cisgiordania occupata", da parte di organismi
finanziati con fondi pubblici, tra cui le amministrazioni locali e le
università, un reato penale.
Per la
gioia di Netanyahu, che ha respinto una iniziativa francese di convocare una conferenza
regionale per cercare di ottenere un vero processo di pace, Merkel ha detto:
"Ora non è certamente il momento di fare davvero un progresso esauriente." Ha
aggiunto:
"L'Unione
Europea e la Germania, come Stato membro, è molto preoccupata vedendo le cose in modo realistico. (grassetto
mio). Conosciamo la minaccia del terrorismo che Israele deve sopportare.
Crediamo, invece, che dobbiamo avanzare un processo di pacifica convivenza, e
questo, secondo il nostro parere, si costruisce, in ultima analisi, con una
soluzione a due stati."
A mio
avviso le parole della Merkel sono, a dir poco, in malafede. (La mia
definizione del dizionario di quel termine significa: "non franco o aperto;
si atteggia a franco o aperto, furbo, subdolo.")
Se Merkel
e tutti gli altri capir europei e i loro governi avessero qualche interesse a
riconoscere
la realtà sul terreno in Israele / Palestina si sarebbero astenuti dal
descrivere
gli attacchi da parte dei singoli palestinesi contro gli ebrei israeliani negli
ultimi mesi come terrorismo.
Per
qualificarsi come un atto di terrorismo un attacco deve essere motivato /
spinto dalla necessità e dalla determinazione di raggiungere un obiettivo
politico. Nel caso dei palestinesi, che vorrebbero la fine dell'occupazione
israeliana e la garanzia di una quantità accettabile di giustizia, questa non è la
motivazione o la spinta di alcuni palestinesi che hanno attaccato e a volte
ucciso ebrei israeliani negli ultimi mesi. Gli attacchi erano e sono tuttora motivati
/ spinti dalla totale disperazione, dall'abbandono da parte dei singoli di ogni
speranza di porre fine alla continua espansione e colonizzazione in corso della
Cisgiordania occupata da parte di Israele in e di tutto ciò che significa in
termini di furto di sempre più terra e acqua dei palestinesi e la distruzione di
un numero sempre crescente di case palestinesi.
In altre
parole, i singoli attacchi palestinesi contro gli ebrei israeliani negli ultimi
mesi sono meglio (più esattamente) descritti come risposte comprensibili alla
brutale repressione di Israele.
L’altro
motivo per cui descrivo le parole di Merkel come false è che lei sa, come tutti
gli altri capi europei e i loro governi sanno, che la soluzione dei due stati è
morta, uccisa dalla colonizzazione israeliana della Cisgiordania tuttora occupata.
Tutti i capi
occidentali sanno pure che, anche se mettessero insieme la volontà di
utilizzare la loro influenza, cercando di spingere Israele ad accettare di riesumare
il concetto di una soluzione a due stati come la via per la pace, non ci
potrebbe mai essere una tale soluzione al conflitto perché nessun governo israeliano
darebbe inizio ad una guerra civile ebraica per fare spazio ad un possibile mini
stato palestinese.
Il
problema per tutti i capi europei e per il presidente americano (Obama al
momento e chi gli succederà dopo le elezioni di novembre) è che essi non
possono riconoscere che la soluzione a due stati è morta perché farlo li lascerebbe
con solo due opzioni.
Una
sarebbe quella di uno scontro con il sionismo e il suo mostruoso bambino
(Israele) mostro e usare tutta la loro influenza per cercare di giungere ad una
soluzione dello stato unico con uguali diritti politici, civili e altri diritti
umani per tutti. (Sì, questo significherebbe la de-sionizzazione della
Palestina)
L'altro
sarebbe dire (come Obama ha detto più di una volta) che non possono volere la
pace più delle parti in conflitto, e questa, naturalmente, sarebbe la copertura
per indicare, senza dirlo, che si stanno lavando le mani della Palestina e
lasciare che il destino della sua sua popolazione araba sia determinato dal
sionismo.
A proposito
della decisione del governo Cameron di rendere il boicottaggio delle merci israeliane,
provenienti da insediamenti nella Cisgiordania occupata, da parte di enti a
finanziamento pubblico un reato penale, sono d'accordo con un commento di Glenn
Greenwald in un recente articolo. Cameron sta giocando, ha scritto, la sua
parte in una campagna molto coordinata e ben finanziata guidata da Israele e
dai suoi sostenitori a per distruggere il movimento di boicottaggio, sanzioni e disinvestimento (BDS).
(A Gerusalemme, il 15 febbraio, in occasione della conferenza annuale dei
Presidenti delle Maggiori Organizzazioni Ebraiche, il generale di brigata in
pensione Yossi Kuperwasser, ha descritto il BDS come "antisemitismo"
e "terrorismo." Immagino che sia abbastanza deluso di considerare in
entrambi i modi ogni e qualsiasi critica della politica e dei comportamenti di
Israele).
Hillary
Clinton, che ancora sembra la più probabile prossima presidente d'America, ha
portato avanti questa campagna sionista di delegittimare e mettere fuorilegge il
movimento BDS per molti mesi.
Lei e gli
altri che ballano al ritmo del sionismo non sono preoccupati del fatto che essi,
come Hanan Ashrawi e Saeb Erekat hanno detto in una dichiarazione dell'Olp,
"perpetuano l'ingiustizia e rafforzano l’occupazione."
Ora torniamo
alla dichiarazione di Merkel che l'Unione europea, e la Germania come Stato
membro, è "Molto preoccupata vedendo le cose in modo realistico."
Vi è in
realtà una grande e piccola verità conosciuta nascosta dietro a quelle parole. Riguarda
la vera ragione per cui Israele possiede armi nucleari.
Come
spiego in dettaglio nel mio libro “Il sionismo: il vero nemico degli ebrei”,
quei capi israeliani che insistettero affinché tutto fosse fatto per consentire
al loro stato di possedere e sviluppare armi nucleari, mai credettero che fossero
necessarie per la difesa di Israele contro gli arabi.
(In
realtà, Ariel Sharon fu alla testa di coloro che si opponevano a Israele per l'acquisizione
di armi nucleari. A porte chiuse, sosteneva che se Israele le avesse avute, anche gli arabi a un certo punto le
avrebbero acquisite. E se ciò fosse accaduto, disse, la capacità di Israele di
imporre la propria volontà agli arabi con armi convenzionali / non-nucleari
sarebbe stata seriamente compromessa).
Il
possesso di armi nucleari è l’ultima carta di ricatto del sionismo. Questo mi
fu indicato nel 1969 da Moshe Dayan, in guercio signore della guerra di
Israele. Osservò che un giorno sarebbe arrivato, quando quasi tutto il mondo, i
governi e popoli, si fossero stancati di Israele e l’avrebbro sottoposto a una immensa
ed, eventualmente, irresistibile pressione per porre fine alla sfida del
diritto internazionale e al diniego di giustizia per i palestinesi.
Ad un
certo punto dissi a Dayan, "Lei intende dire che se mai un tale giorno dovesse
arrivare, i capi israeliani diranno al mondo, 'Non spingeteci troppo o useremo
queste armi.' "
Dayan mi fece
un grande sorriso e rispose: "Lei mi ha capito."
(Tre giorni prima che Israele iniziasse la guerra nel giugno 1967 gli chiesi cosa, secondo lui , sarebbe successo nei giorni seguenti. Sorrise, fece un gesto con un dito per illustrare ciò che stava per dire, poi, guardando direttamente nella cinepresa, disse, "Il deserto manda dei segnali." Questo mi diceva che Israele stava attaccando. In un resoconto per ITN (Independent Television Network), la sera di Domenica 4 giugno, ipotizzai che Israele avrebbe iniziato la guerra la mattina seguente. Fu così. Ed è per questo che non ebbi alcun problema a credere
alle parole
che mi disse Dayan nel 1969).
La
conclusione che traggo da tutto quello che ho imparato da quasi mezzo secolo di coinvolgimento
a vario titolo con il conflitto in e oltre la Palestina che è diventata Israele
è che ci sono due ragioni principali per il rifiuto delle grandi potenze
occidentali ad affrontare il sionismo, al fine di fornire ai palestinesi una
quantità accettabile di giustizia.
Una è
l'influenza (un po' in calo, ma ancora impressionante) che ha la lobby sionista
in tutte le sue manifestazioni nei corridoi del potere insieme a fondi illimitati
per comprare i politici.
L'altra è
il timore che, se spinti oltre le loro possibilità, i capi di Israele
premerebbero uno o due tasti nucleari, se necessario.
Questa
paura è senza dubbio rafforzata nella mente di quei dirigenti occidentali che
sono a conoscenza di ciò che il Primo Ministro
Golda Meir mi disse una volta in un'intervista per il programma Panorama della BBC. Come sanno i lettori
del mio libro e di uno o due dei miei post pubblicati sul blog nel corso degli
anni, ha detto
che in una situazione da giorno del giudizio "Israele sarebbe disposto a inghiottire
con sé la regione e tutto il mondo. "
A coloro che si aggrappano
alla speranza che l'Europa prenderà l'iniziativa di premere su Israele per fare
seriamente la pace a condizioni che i palestinesi potrebbero accettare, dico: Non succederà.
(Traduzione di Diego Siragusa)
(Traduzione di Diego Siragusa)
ENGLISH VERSION
Europe is following Obama - washing its
hands of
Palestine and why
By Alan Hart
My headline is a response to recent comments made by
German Chancellor Angela Merkel at a joint press conference in Berlin with Israeli Prime
Minister Benjamin Netanyahu and the decision of the Cameron government in the UK to make
boycotting goods from "Israeli settlements in the occupied West Bank" by
publicly-funded bodies including local councils and universities a criminal offence.
Much to the delight of Netanyahu who has rejected a
French initiative to convene a regional conference to try to get a peace
process going, Merkel said, "Now is certainly not the time to make really
comprehensive progress."
She added:
“The European Union, and Germany as a member state, is
very concerned about seeing things realistically. (My emphasis added). We know the
threat of terrorism that Israel has to endure. We believe, on the other hand, that we have to
advance a process of peaceful coexistence, and this, according to our opinion, is
ultimately built on a two-state solution.”
In my view Merkel's words were, to say the least,
disingenuous. (My dictionary definition of that term is "not frank or open; merely posing as
being frank or open; crafty, devious.")
If Merkel and all other European leaders and their
governments had any interest in acknowledging the reality on the ground in
Israel/Palestine they would refrain from describing the attacks by individual Palestinians on
Israeli Jews over recent months as terrorism.
To qualify as an act of terrorism an attack has to be
motivated/driven by the need and determination to achieve a political goal. In
the case of the Palestinians that would be ending Israel's occupation and
securing an acceptable amount of justice.
That has not been the motivation or drive of any of
the Palestinians who have attacked and sometimes killed Israeli Jews in recent
months. The attacks were and still are motivated/driven
by total despair - the abandonment by individuals of all hope for an end to Israel's
on-going and ever-expanding colonization of the occupied West Bank and all it means of terms of the theft of more and more Palestinian
land and water and the destruction of more and more Palestinian homes.
In other words, the individual Palestinian attacks on
Israeli Jews over recent months are best (most accurately) described as
understandable responses to Israel's brutal repression.
My other reason for describing Merkel's words as
disingenuous is that she knows, as all other European leaders and their
governments know, that the two-state solution is dead, killed by Israel's
on-going colonization of the occupied west Bank.
All Western leaders also know that even if they
summoned up the will to use the leverage they have to try to cause Israel to
agree to bring the concept of a two-state solution back to life as the way to peace, there could never be such a
solution to the conflict because no Israeli government is ever going to
initiate a Jewish civil war to make the space for a viable Palestinian mini
state.
The problem for all European leaders and the American
president (Obama at present and whoever succeeds him after the November
election) is that they can't acknowledge that the two-state solution is dead
because to do so would leave them with only two options.
One would be to go for a confrontation with Zionism
and its monster child and use all of their leverage to try to bring about a one-state solution with equal
political, other civil and human rights for all. (Yes, that would mean the
de-Zionization of Palestine)
The other would be to say (as Obama has said more than
once) that they can't want peace more than the parties themselves; and that, of
course, would be the cover for indicating without saying so that they were
washing their hands of Palestine and leaving the fate of its Arabs to be
determined by Zionism.
On the subject of the Cameron government's decision to
make boycotting goods from Israeli settlements in the occupied West Bank by
publicly-funded bodies a criminal offence, I agree with a comment made by Glenn
Greenwald in a recent article. Cameron was, he wrote,
playing his part in a very co-ordinated and
well-financed campaign led by Israel and its supporters to destroy the Boycott,
Sanctions and Divestment (BDS) movement. (In Jerusalem on 15 February, at the annual conference of Presidents
of Major Jewish Organizations, retired Israeli Brigadier General Yossi
Kuperwasser described BDS as "anti-Semitism" and "terrorism."
I imagine he's deluded enough to regard
all and any criticism of Israel's policies and actions as both).
Hillary Clinton, still it seems the most likely next
president of America, has been advancing this Zionist campaign to de-legitimize
and outlaw the BDS movement for many months.
She and others who are dancing to Zionism's tune are
not concerned that they are, as Hanan Ashrawi and Saeb Erekat put it in a PLO
statement, "perpetuating injustice and empowering occupation."
Now back to Merkel's statement that the European
Union, and Germany as a member state, is "very concerned about seeing
things realistically."
There is actually a great and little known truth
hidden behind those words. It is to do with the real reason why Israel possesses
nuclear weapons. As I explain in detail in my book Zionism: The Real
Enemy of the Jews, those Israeli leaders who insisted that anything should be
done to enable their state to possess and develop nuclear weapons never believed they were necessary as a part
of Israel's defense against the Arabs.
(In fact Ariel Sharon was the leader of those who were
opposed to Israel acquiring nuclear weapons. Behind closed doors he argued that if Israel
had them, the Arabs at some point would also acquire them. And if that
happened, he said, Israel's ability to
impose its will on the Arabs with conventional/non-nuclear weapons would be
seriously compromised).
The possession of nuclear weapons is Zionism's
ultimate blackmail card. That was indicated to me in 1969 by Moshe Dayan,
Israel's one-eyed warlord. He assumed that a day would come when just about the whole world,
governments as well as peoples, was fed up with Israel and would subject it to
immense and possibly irresistible pressure to end its defiance of international
law and denial of justice for the Palestinians.
At a point I said to Dayan, "What you seem to be
saying is that if ever such a day comes, Israel's leaders will say to the
world, 'Don't push us too far or we'll use these things.'"
Dayan gave me a big smile and replied, "You're
understanding me."
(Three days before Israel went to war in June 1967 I
asked him what he thought the coming days would bring. He smiled, made a
gesture with a finger to illustrate what he was about to say, then, directly to the camera, he said, "The
desert is beckoning." That told me
Israel was about to strike. In a report to ITN on the evening of Sunday 4 June
I speculated that Israel would go to war the following morning. It did. And
that's why I had no problem believing what Dayan indicated to me in 1969).
The conclusion I draw from everything I have learned
from nearly half a century of engagement in various capacities with the conflict in
and over Palestine that became Israel is that there are two main reasons for the refusal of the
major Western powers to confront Zionism in order to provide the Palestinians with an
acceptable amount of justice.
One is the influence
(declining a little but still awesome) that the Zionist lobby in all of
its manifestations has in the corridors of power together with unlimited funds
to buy politicians.
The other is fear that if pushed further than they
were prepared to go, Israel's leaders would press a nuclear button or two and
more if needed.
This fear is no doubt reinforced in the minds of those
Western leaders who are aware of what Prime Minister Golda Meir once said to me
in an interview for the BBC's Panorama programme. As
readers of my book and one or two of my blog posts over the years know, she said that in a doomsday situation "Israel
would be prepared to take the region and the whole world down with it."
To those who are clinging to the hope that Europe will
take the lead in pressing Israel to be serious about peace on
terms the Palestinians could accept I say - It won't happen.
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