16 Febbraio 2016
di Manlio Dinucci
Subito dopo la fine della guerra fredda, in seguito allo
scioglimento del Patto di Varsavia e alla disgregazione dell’Urss, Washington
lanciava ad avversari e alleati un inequivocabile messaggio: «Gli Stati uniti
rimangono il solo Stato con una forza, una portata e un'influenza in ogni
dimensione – politica, economica e militare – realmente globali. Non esiste
alcun sostituto alla leadership americana». Sottolineava allo stesso tempo la
«fondamentale importanza di preservare la Nato quale canale della influenza e
partecipazione statunitensi negli affari europei, impedendo la creazione di
dispositivi unicamente europei che minerebbero la struttura di comando
dell'Alleanza», ossia il comando Usa.
Oggi 22 dei 28 paesi della Ue, con oltre il 90% della
popolazione dell’Unione, fanno parte della Nato, riconosciuta dalla Ue quale
«fondamento della difesa collettiva». Sempre sotto comando Usa: il Comandante
supremo alleato in Europa è nominato dal Presidente degli Stati uniti e sono in
mano agli Usa tutti gli altri comandi chiave della Nato. Non si può dunque pensare di liberarci dai
poteri rappresentati dalla Ue senza
liberarci dal dominio e
dall’influenza che gli Usa esercitano sull’Europa direttamente e tramite la
Nato. Obiettivo fondamentale, sul piano nazionale, è costruire un forte
movimento per l’uscita dell’Italia dalla Nato, per un’Italia indipendente e
sovrana, per una politica estera basata sull’Articolo 11 della Costituzione.
La Nato sotto comando Usa ha inglobato tutti i paesi dell’ex
Patto di Varsavia, tre della ex Jugoslavia (demolita dalla Nato con la guerra),
tre della ex Urss, e tra poco ne ingloberà altri (a partire da Georgia e
Ucraina, questa di fatto già nella Nato), spostando basi e forze, anche
nucleari, sempre più a ridosso della Russia.
Accusando la Russia di «destabilizzare l’ordine della
sicurezza europea», Usa e Nato hanno riaperto il fronte orientale, trascinando
l’Europa in una nuova guerra fredda, voluta soprattutto da Washington per
spezzare i rapporti Russia-Ue dannosi per gli interessi statunitensi. E
l’avanzata Usa/Nato ad Est già coinvolge la regione Asia/Pacifico, mirando alla
Cina. È il tentativo estremo degli Stati uniti e delle altre potenze occidentali
di mantenere la supremazia economica, politica e militare, in un mondo in forte
trasformazione, in cui emergono nuovi soggetti statuali e sociali.
Allo stesso tempo Usa e Nato preparano altre operazioni sul
fronte meridionale, strettamente connesso a quello orientale. L’imminente
operazione in Libia «a guida italiana» è stata concordata dagli Stati uniti non
con l’Unione europea, inesistente su questo piano come soggetto unitario, ma
singolarmente con le potenze europee dominanti, soprattutto Francia, Gran
Bretagna e Germania. Potenze che, in concorrenza tra loro e con gli Usa, si
uniscono quando entrano in gioco gli interessi fondamentali.
Si prepara così un’altra guerra nel quadro della strategia
Usa/Nato, dopo Iraq 1991, Jugoslavia 1999, Afghanistan 2001, Iraq 2003, Libia
2011, Siria dal 2013, accompagnate nello stesso quadro strategico dalle guerre
di Israele contro il Libano e Gaza, della Turchia contro i curdi del Pkk,
dell’Arabia Saudita contro lo Yemen, dalla formazione dell’Isis e altri gruppi
terroristi funzionali alla stessa strategia, dall’uso di forze neonaziste per
il colpo di stato in Ucraina funzionale alla nuova guerra fredda contro la
Russia.
Da questi fatti dovrebbe essere chiaro qual è il nemico
principale contro cui fare fronte comune.
È una questione dirimente a tutti i livelli, soprattutto nel
processo di costruzione di un partito comunista. I comunisti dovrebbero porsi
alla testa di un vasto fronte contro l’imperialismo Usa e i suoi alleati e non
aderire, in modo confuso e in ordine sparso, a movimenti che tendono a mettere
tutti sullo stesso piano di responsabilità, relegando in secondo piano gli Usa
e la Nato.
Ritengo fuorviante a tutti i livelli proclamare una
mobilitazione contro la guerra non nominando mai gli Stati uniti, facendoli
così sparire dallo scenario mondiale. In tal modo la Nato diventa una entità
vaga e, con la formula «UE-Nato» viene fatta apparire come subordinata alla UE,
quando è vero il contrario. Tale impostazione è particolarmente grave in Italia
che, imprigionata nella rete di basi Usa e di basi Nato sempre sotto comando
Usa, è stata trasformata in ponte di lancio delle guerre Usa/Nato sui fronti
orientale e meridionale. In tale quadro l’Italia, violando il Trattato di
non-proliferazione, viene usata come base avanzata delle forze nucleari
statunitensi in Europa, che stanno per essere potenziate con lo schieramento
delle bombe B61-12 per il first strike nucleare.
A questo punto, anche nell’Associazione per la ricostruzione
del partito comunista, ciascuno si assuma le sue responsabilità, dichiarando e
dimostrando con i fatti da che parte sta.
Fonte: marx21
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