(comunicato stampa)
Gentile direttore,
sono stato informato che ieri pomeriggio,
durante il congresso provinciale dell’ANPI a Biella, alcuni iscritti e militanti
della causa palestinese, hanno denunciato con una mozione la condotta dell’ANPI
romana in occasione della mia presentazione del primo volume dell’opera di Alan
Hart SIONISMO: IL VERO NEMICO DEGLI EBREI, di cui sono autore della traduzione
e prefazione. L’ANPI di Roma, subendo la pressione dell’estrema destra ebraica,
si era esibita in un’azione di censura che ha provocato la protesta di centinaia
di iscritti e dirigenti (oltre 260) che hanno sottoscritto un documento di
condanna e minacciato di restituire la tessera. L’elenco dei sottoscrittori si trova nel mio
blog e in quello del sito internet INVICTA PALESTINA.
Concludendo ieri i lavori dell’ANPI di Biella,
un emissario romano, Andrea Liparoto, che risulta essere il responsabile
nazionale della comunicazione dell’ANPI, ha osato affermare che quell’episodio “non
è vero, è una falsità”. Affermazione gravissima che dimostra il livello di
degenerazione dei vertici dell’ANPI ormai in combutta col partito degenerato di
Matteo Renzi. Riepilogo i fatti.
La sezione ANPI di Roma “Don P.
Pappagallo” organizza nella propria sede per il 7 Dicembre la presentazione
del libro di Alan Hart “Sionismo, il vero nemico degli ebrei”. Trattasi
del primo dei tre volumi che costituiscono l’opera completa di Hart sul
tema. E’ prevista la mia partecipazione, come traduttore e autore della
prefazione, e di tre ebrei: Giorgio Gomel,del gruppo Martin Buber ed
Ebrei per la pace; Marco Ramazzotti Stockel, della rete ECO (Ebrei
contro l’occupazione) e Nando Tagliacozzo. La Comunità ebraica accusa
subito il libro di antisemitismo. Prima della iniziativa si ritirano Gomel
e Tagliacozzo, che pure avevano dato la loro disponibilità, tanto da
essere indicati nelle locandine (è lecito il sospetto di pressioni nei
loro confronti, in assenza di loro giustificazioni). Conferma la presenza Ramazzotti
Stockel. Interviene, infine, il Presidente nazionale Smuraglia a sancire
definitivamente la presa di posizione dell’ANPI.
A questo punto l’ANPI Provinciale di Roma,
in accordo con la sezione Pappagallo, cancella l’iniziativa. La
presentazione avviene lo stesso, grazie alla “Comunità Cristiana di base di
S. Paolo fuori le mura” che mette a disposizione il proprio salone, presenti
Siragusa e Ramazzotti.
Un caso classico di censura. Telefonai io
stesso al dirigente dell’ANPI di Roma, solerte servitore dell’estrema destra
ebraica, per sapere se aveva letto il libro. Con un certo imbarazzo mi rispose
che non l’aveva letto. Dopo le proteste della sezione “Don Pietro Pappagallo”,
l’ANPI produsse un altro documento più conciliante che invitava al dialogo e
alla comprensione e, in buona parte, smentiva l’accusa di antisemitismo. Tutto
questo per il sig. Liparoto sarebbe “falsità”? Ieri sera ho telefonato al
segretario della sezione romana dell’ANPI, organizzatrice della mia presentazione,
e gli ho riferito l’affermazione aberrante di Liparoto col quale il segretario di
sezione aveva avuto uno scambio polemico di lettere. Quindi l’ANPI nazionale ha
mandato a Biella, la città in cui abito, il suo responsabile della
comunicazione nel tentativo meschino di cancellare un fatto gravissimo di
censura e di subordinazione all’estrema destra sionista? Tutto questo non
sarebbe vero? La polemica privata col segretario della sezione romana sarebbe
falsità, sig. Liparoto?
La verità è questa: l’ANPI di Roma si è
resa responsabile di un atto di violazione della libertà di stampa e di parola
ed ha violato l’art. 2 del proprio Statuto che prevede di mantenere “vincoli di
fratellanza tra partigiani italiani e partigiani di altri paesi”, poiché i
combattenti palestinesi sono partigiani come riconobbe ad Arafat il più grande
Presidente della Repubblica italiana, Sandro Pertini:
«Furono
i tedeschi ad inventare la parola “terroristi” per riferirsi ai partigiani! E
voi siete dei “partigiani” che lottano per l’indipendenza del proprio paese. La
posizione americana nei vostri confronti è contraria a tutti i loro principi».
Se l’ANPI
ha scelto di stare dalla parte dell’oppressore contro i partigiani palestinesi,
tanto peggio per l’ANPI.
Diego
Siragusa
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