venerdì 14 ottobre 2016

Diana Johnstone : "Tutti affermano di voler porre fine alla guerra in Siria "




Le forze armate siriane debbono riprendere la parte di Aleppo occupata dai ribelli.
Avaaz ha il compito di schierare l’opinione pubblica contro questa operazione militare dipingendola come null’altro che uno sforzo congiunto Russo-Siriano per massacrare i civili, soprattutto bambini. La Siria è vittima di una Associazione a Delinquere che da lungo tempo ha pianificato di distruggerla, dopo aver distrutto l’Iraq nel 2003.


 
Riprodotto, con permesso, da Counterpunch

Postato da Diana Johnstone il 4 Ottobre 2016 alle 14:14


 
Tutti affermano di voler porre fine alla guerra in Siria e riportare la pace in Medio Oriente.
Beh, quasi tutti.
“Questa è una situazione tipo playoff in cui è necessario che entrambe le squadre perdano, o almeno non si vuole che una vinca – si preferisce un pareggio”, ha dichiarato al new York Times nel giugno 2013 Alon Pinkas, ex console generale di Israele a New York. “Entrambi devono sanguinare, perdere sangue fino alla morte: questo è il pensiero strategico qui”.
Efraim Inbar, direttore del Centro Begin-Sadat per gli Studi Strategici, ha sottolineato gli stessi punti nel mese di agosto 2016: “L’Occidente dovrebbe perseguire l’ulteriore indebolimento dello Stato Islamico, ma non la sua distruzione… Permettere che i cattivi uccidano i cattivi suona molto cinico, ma è cosa utile e anche etica da farsi se tiene i cattivi occupati e meno in grado di nuocere ai buoni… Inoltre, l’instabilità e le crisi a volte contengono presagi di un cambiamento positivo… l’amministrazione americana non sembra in grado di riconoscere che l’ISIS può essere uno strumento utile per minare l’ambizioso piano di Teheran di dominio sul Medio Oriente”.

Va bene, non esattamente tutti.
Ma sicuramente il sito umanitario Avaaz vuole porre fine alla guerra e riportare la pace…
O no?
Avaaz sta facendo circolare una petizione che ha raccolto oltre un milione di firme ed ha l’obiettivo di un milione e mezzo. E ‘probabile che ci riescano, con parole come queste: “100 bambini sono stati uccisi ad Aleppo da Venerdì scorso” e “Troppo è troppo!”
Avaaz continua: “Non vi è alcun modo semplice per porre fine a questa guerra, ma c’è solo un modo per evitare questo terrore dal cielo – che le persone in tutto il mondo chiedano una no-fly-zone per proteggere i civili”.

No-fly-zone? Non suona familiare? Quello fu lo stratagemma che servì per distruggere le difese aeree della Libia e aprì quel paese al cambio di regime nel 2011. Fu promosso con zelo da Hillary Clinton, che è anche nota per sostenere la stessa mossa in Siria.
E quando l’Occidente dice “no-fly”, significa che alcuni possono volare e altri no. Con la no-fly-zone in Libia la Francia, la Gran Bretagna e gli Stati Uniti hanno volato quanto volevano, uccidendo numerosi civili, distruggendo infrastrutture e permettendo ai ribelli islamici di occupare parte del paese.
La petizione di Avaaz fa la stessa distinzione. Alcuni dovrebbe volare e altri no.
“Costruiamo un clamoroso appello globale a Obama e altri leader per resistere al terrore di Putin e di Assad. Questa potrebbe essere la nostra ultima, migliore occasione per contribuire a porre fine a questo assassinio di massa di bambini indifesi. Aggiungi il tuo nome”.

Quindi si tratta solo di omicidi di massa di bambini indifesi, e per fermarli dovremmo chiamare il Re dei Droni, Obama, a por fine al “terrore dal cielo”.
Non solo Obama, ma altri leader “buoni”, i membri della NATO: “Al presidente Obama, al Presidente Erdogan, al presidente Hollande, alla Signora Primo Ministro May, e ad altri leader mondiali: Come cittadini in tutto il mondo inorriditi dal massacro di innocenti in Siria, vi chiediamo di far rispettare una no-fly-zone nel nord della Siria, inclusa Aleppo, per fermare il bombardamento dei civili della Siria e garantire che gli aiuti umanitari giungano ai più bisognosi”.
La tempistica di questa petizione è eloquente. Arriva proprio quando il governo siriano sta spingendo per porre fine alla guerra e riconquistare la parte orientale di Aleppo. E’ parte della massiccia campagna di propaganda in corso per conculcare la pubblica opinione circa la guerra siriana su due soli fattori: meno vittime e aiuti umanitari.

In questa prospettiva, i ribelli scompaiono. E scompaiono tutti i loro sostenitori stranieri, il denaro saudita, i fanatici wahhabiti, le reclute ISIS provenienti da tutto il mondo, le armi degli Stati Uniti e il supporto francese. La guerra è solo causata dallo strano capriccio di un “dittatore” che si diverte a bombardare i propri bambini indifesi e a bloccare gli aiuti umanitari. Questa rappresentazione riduce cinque anni di guerra in Siria ad una situazione simile a quanto fu raffigurato in Libia per giustificare la no-fly-zone: nient’altro se non un dittatore malvagio che bombarda il suo popolo.
Per il pubblico che ama trangugiare gli eventi mondiali sotto forma favola, tutto questo si presta a pennello: firmare una petizione al computer e salvare i bambini.
La petizione Avaaz non ha lo scopo di porre fine alla guerra e riportare la pace. Essa mira esplicitamente ad ostacolare l’offensiva del governo siriano per riprendere Aleppo. L’esercito siriano ha subito pesanti perdite in cinque anni di guerra, le sue potenziali reclute di fatto sono state invitate a evitare il pericoloso servizio militare andando in Germania. La Siria ha bisogno dell’aviazione per ridurre le proprie perdite. La petizione Avaaz chiede di paralizzare l’offensiva siriana e quindi si schiera dalla parte dei ribelli.

Aspetta un attimo – ma vuoi dire che vogliono far vincere i ribelli? Non esattamente. Gli unici ribelli in teoria abbastanza forti per vincere sono quelli dell’ISIS. Nessuno vuole davvero questo.
Il fatto evidente è che per porre fine a questa guerra, come per la maggior parte delle guerre, un contendente deve vincere. Quando è chiaro qual è la parte vincente, allora ci possono essere fruttuosi negoziati per cose come l’amnistia. Ma questa guerra non può essere “conclusa con trattative”. Gli Stati Uniti potrebbero sostenere una simile conclusione solo se Washington potesse usare i negoziati per imporre le proprie marionette – pardon, gli “esuli pro-democrazia che vivono in Occidente”. Ma così come stanno le cose, le marionette sarebbero respinte come traditori da parte della maggioranza dei siriani che sostengono il governo, e come apostati da parte dei ribelli. Quindi, nessun contendente deve vincere per porre fine a questa guerra. Il risultato meno peggiore sarebbe che il governo di Assad sconfiggesse i ribelli, al fine di preservare lo stato. Per questo, le forze armate siriane hanno bisogno di riprendere la parte orientale di Aleppo occupata dai ribelli.

Avaaz ha il compito di spingere l’opinione pubblica a opporsi a questa operazione militare, dipingendola come nient’altro che uno sforzo congiunto russo-siriano per uccidere i civili, soprattutto bambini. Per questo, invocano un’operazione militare della NATO per abbattere (che è quello che “no-fly” significa) gli aerei siriani e russi che danno supporto aereo all’offensiva dell’esercito siriano.
Ma neppure tali drastiche misure mirano a porre fine alla guerra. Mirano a indebolire la parte vincente per evitare che vinca. Per prolungare una situazione di stallo. Mirano – per usare l’assurda espressione in uso durante la guerra in Bosnia – a creare un “campo di gioco equo”, come se la guerra fosse un evento sportivo. Mirano a mantenere la guerra in atto fino a quando nulla rimarrà della Siria, e ciò che resta della popolazione siriana riempia i campi profughi in Europa.
Come il New York Times ha riportato da Gerusalemme nel settembre del 2013: “La sinergia tra le posizioni israeliane e americane, anche se non esplicitamente articolata dai leader dei due paesi, potrebbe essere una fonte fondamentale di sostegno per Obama che cerca l’approvazione del Congresso per attacchi chirurgici in Siria”. E ha aggiunto: “le preoccupazioni di Israele per la sua sicurezza nazionale hanno un ampio sostegno bipartisan a Washington, e l’American Israel Public Affairs Committee (AIPAC), l’influente lobby pro-Israele a Washington, ha fatto sentire il suo peso martedì scorso a sostegno della strategia di Obama”. (Questo avvenne quando Obama stava progettando di “punire il presidente Bashar al-Assad per l’uso di armi chimiche senza cercare di destituirlo dal potere” – prima che Obama decidesse per l’alternativa di affiancare la Russia nel disarmare l’arsenale chimico siriano, decisione per la quale Obama continua ad essere condannato dalla lobby pro-Israele e dal Partito della Guerra).
L’AIPAC “non ha dichiarato nulla, tuttavia, circa l’esito preferito della guerra civile …”.
Vero. Come il rapporto del 2013 da Gerusalemme continuava: “Poiché si sono offuscate le speranze per la nascita di una forza ribelle secolare moderata che possa creare un cambiamento democratico e anche un dialogo costruttivo con Israele, un terzo approccio ha guadagnato consenso: lasciare che i cattivi brucino se stessi. ‘Il perpetuarsi del conflitto incontra assolutamente l’interesse di Israele’, ha detto Nathan Thrall, un analista con sede a Gerusalemme per l’International Crisis Group”.

La verità è che la Siria è vittima di una Associazione a Delinquere che da lungo tempo ha pianificato di distruggere l’ultimo Stato Arabo indipendente laico nazionalista in Medio Oriente, dopo aver distrutto l’Iraq nel 2003. Mentre viene attribuita alla repressione governativa di “pacifiche proteste” nel 2011, la rivolta armata era stata pianificata per anni ed è stata sostenuta da potenze esterne: Arabia Saudita, Turchia, Stati Uniti e Francia, tra le altre. I motivi francesi rimangono misteriosi, a meno che non siano collegati a quelli di Israele che vede la distruzione della Siria come un mezzo per indebolire il suo rivale nella regione, l’Iran. Anche l’Arabia Saudita vuole indebolire l’Iran, ma per motivi religiosi. La Turchia, ex potenza imperiale nella regione, ha ambizioni territoriali e politiche proprie. Fare a pezzi la Siria può soddisfare tutti.
Questa cospirazione sfacciata e perfettamente aperta per distruggere la Siria è un grave crimine internazionale, e gli Stati di cui sopra sono co-cospiratori. In questa impresa criminale congiunta essi sono uniti a organizzazioni apparentemente “umanitarie” come Avaaz che diffondono propaganda di guerra col pretesto di proteggere i bambini. Questo funziona perché la maggior parte degli americani semplicemente non può credere che il loro governo possa fare cose del genere. Poiché la gente comune ha buone intenzioni e odia vedere bambini uccisi, immagina che per il loro governo sia lo stesso. Questa fede rassicurante è difficile da abbattere. E’ più naturale credere che i criminali siano persone malvagie in un paese di cui in effetti non si capisce niente.
Non vi è alcuna possibilità che questa impresa criminale possa mai suscitare l’attenzione dei procuratori presso la Corte Penale Internazionale che, come la maggior parte delle principali organizzazioni internazionali, è totalmente sotto il controllo degli Stati Uniti. Ad esempio, il sottosegretario generale delle Nazioni Unite per gli affari politici, che analizza e contestualizza le questioni politiche per il Segretario Generale Ban Ki Moon, è un diplomatico americano, Jeffrey Feltman, che era un membro chiave del team di Hillary Clinton quando provocò il cambio di regime in Libia. E complici in questa impresa criminale sono tutte le organizzazioni pro-governative “non governative” come Avaaz che spingono l’ipocrisia su nuove distanze sfruttando la compassione per i bambini al fine di giustificare e perpetuare questo grande crimine contro l’umanità e contro la pace nel mondo.

 
Traduzione di Leopoldo Salmaso

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