giovedì 19 gennaio 2017

UNA NOBILE RIFLESSIONE DI CHIARA APPENDINO, SINDACA DI TORINO



di Chiara Appendino


19/1/2017
Qualche giorno fa ho ricevuto nella buca della posta di casa la lettera di una nostra concittadina. 
Angela (il nome è di fantasia) è una mamma sola, con un modesto lavoro, quattro figli e in estreme difficoltà economiche.

Leggere quelle tre pagine scritte a mano, di getto, non è stato facile. Credo non sarebbe facile per nessuno, ma quando sei la sindaca della città il peso di quelle difficoltà lo senti tutto, come un macigno.
Le parole scorrono e a ogni riga cerchi un appiglio, un varco all’interno del quale poter immaginare una soluzione, o quantomeno un aiuto da parte della Città perché sai che le vere soluzioni richiedono tempo e lavoro. Tanto lavoro.
Per questo motivo non amo le statistiche, le classifiche, i sondaggi. Sono indispensabili per rendere le dimensioni della realtà, ma la realtà non è fatta di numeri su un monitor, bensì da storie, a volte tragiche, da persone vere che ogni giorno lottano per arrivare a quello successivo e non far mancare niente ai loro figli e alle loro famiglie.
Come forse sapete in questi giorni i giornali hanno parlato di me in termini positivi per ciò che riguarda il gradimento dei sindaci di alcune grandi città. Bello, per carità, e ringrazio tutti per la fiducia confermata, ma rimane il fatto che, come ho detto, i numeri sono solo numeri.
Avete idea di quanto valga per me un risultato positivo in classifica come quella di fronte ad anche solo una lettera come quella di Angela? Ve lo dico io: zero. 
Le richieste di aiuto arrivano numerose ogni giorno, e ogni giorno gli uffici del Comune fanno il possibile - e spesso anche l’impossibile - per trovare soluzioni, che però non sempre possono essere immediate e non sempre possono essere efficaci.

Sarò davvero soddisfatta solo quando gli uffici mi diranno che le richieste di questo tipo stanno calando, quando i dati ci diranno che ci sono più posti di lavoro, meno sfratti, che il tasso di dispersione scolastica sta diminuendo.
Noi lavoriamo con queste priorità in testa ogni giorno. Io, gli assessori, i consiglieri, gli uffici iniziamo sempre prima e finiamo sempre più tardi. Ma non siamo degli eroi, facciamo semplicemente quello per cui siamo stati messi qui e, soprattutto, che fanno tantissime donne e uomini ogni giorno senza la ribalta dei riflettori.
Volevo condividere questo pensiero con voi semplicemente perché credo che a volte faccia bene sapere che chi amministra la Città è perfettamente consapevole delle difficoltà che viviamo ogni giorno. 
Pur non negando i miglioramenti quando ci sono, non mi è mai piaciuto raccontare che va tutto bene quando non è così. E continuerò a non farlo. 
Buona serata a tutti

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