venerdì 10 febbraio 2017

ANPI DI SEPRIO: PROIBITO PARLARE DI PALESTINA NEL GIORNO DELLA MEMORIA!!!


(Ugo Giannangeli, al centro nella foto, a sinistra Moni Ovadia)


IL MIO AMICO, AVV. UGO GIANNANGELI, ATTIVISTA DELLA CAUSA PALESTINESE, SI E' DIMESSO DAL DIRETTIVO DELL'ANPI DI SEPRIO. NEL TESTO, CON CUI MOTIVA LA SUA DECISIONE, VI SONO GLI ELEMENTI DI CRITICA CHE PIU' VOLTE ABBIAMO RIVOLTO AI VERTICI DELL'ANPI, ORMAI ALLA CODA DEL PD E DEL SIONISMO 

Come giustamente ricorda Ugo Giannangeli, "solo l’indifferenza è peggiore dell’oblio” e questo è un passaggio davvero importante per tutti. Ho pensato, quindi, di pubblicare la lettera dove spiega il perché delle dimissioni ed a lui va la mia solidarietà per il generoso lavoro svolto non solo per la causa del popolo Palestinese, ma anche per il suo impegno antifascista e contro la guerra. 

Al Presidente della Sezione Anpiseprio Sandro Romagnoli

Caro Sandro,

Venerdì sera a Carbonate hai avuto l’ultima occasione per evitare questa lettera di dimissioni e non l’hai colta. Non hai voluto coglierla. Lo scambio di mail all’interno del direttivo dal 27/1 in poi faceva prevedere questa mia decisione, quasi la preannunciava. Forse era da te auspicata. Ero lì tra il pubblico con il mio foglietto in tasca, pronto a leggere la poesia palestinese e le mie poche righe di introduzione se fossi stato invitato a farlo; non mi hai invitato ed io ho deciso di non forzare la situazione.

All’inizio di serata hai detto che non sarebbero stati consentiti interventi non programmati (una sorta di monito personale a me rivolto). Lo avevi già detto chiaramente nelle mail.

Leo nel suo bell’intervento ha insistito sulla necessità di attualizzare il significato della memoria e ha accennato, elencando le derive in atto (da Le Pen a Trump, transitando per Salvini, Polonia, Ungheria), alla “Palestina espropriata” ( parole sue). Mi è stato offerto ancora un bell’”assist” quando Leo ha parlato della Storia che si ripete: mi sarebbe stato facile riprendere questa affermazione spiegando che, però, talvolta si ripete a ruoli invertiti e in Palestina le vittime di allora sono i carnefici di oggi (l’intellettuale di padre ebreo Bruno Segre ha definito anni fa i palestinesi come “gli ebrei del nostro tempo”).

Peraltro il mio intervento sul rapporto tra memoria ed indifferenza sarebbe stato perfettamente in tema e molto più in linea con la serata che non quello del giovane relatore che ha parlato di tre minoranze perseguitate da governi dittatoriali; sappiamo, infatti, che tutte le vittime del nazifascismo sono state tali non in quanto minoranze ma per odio razziale e per eugenetica. Ma torniamo a noi.

Per me è stato doloroso non essere stato autorizzato a leggere la poesia “Devi dimenticare” ( l’invito sionista rivolto alle nuove generazioni palestinesi, di cui fa parte Faten, la 27enne poetessa, cresciuta a Berlino).

Ho provato l’intervento a casa: 4 minuti. La scelta di escludermi è stata solo politica, non certamente dettata da ragioni di tempo o organizzative. Del resto lo hai scritto chiaramente in una mail: ”sembrava poco opportuno affiancare lo sterminio degli ebrei alla persecuzione del popolo palestinese (da parte degli ebrei)”. Parlare di Palestina nella Giornata della memoria è, invece, esattamente quello che volevo fare quella sera e che faccio da anni, abbinando al valore della memoria il disvalore della indifferenza: lo scorso anno, il 27 gennaio, ero al liceo Berchet di Milano a parlare di Palestina su invito degli studenti in cogestione e due docenti, venuti all’evidenza a controllare il mio intervento, non hanno avuto nulla da eccepire.

E’ la prima volta che non riesco a fare qualcosa per la Palestina in questo periodo dell’anno in cui si scatena la propaganda sionista sfruttando la Shoah. Tra pochi giorni ci sarà anche la “commemorazione delle foibe” e si scatenerà ancora la destra: paradossalmente queste commemorazioni diventano occasioni non di riflessione ma di propaganda fascista e razzista, sino al colmo di Milano, città medaglia d’oro della Resistenza, che il 10/2 lascerà profanare la Palazzina Liberty, luogo storico della sinistra milanese grazie a Dario Fo e Franca Rame, da un gruppo musicale dichiaratamente di estrema destra.

Torniamo ancora a noi. Mi sono chiesto in questi tre giorni di riflessione che mi sono dato: che ci faccio io nell’Anpiseprio dopo la morte di Pino? Ho vissuto con lui, e grazie a lui, una stagione felice della sezione, che ha coinciso anche con la ribellione dell’ANPI nazionale al dictat del PD sul referendum.

Con te la linea del PD torna egemone in sezione e per me non c’è spazio, come dimostra il tuo intervento censorio alla prima occasione che hai avuto. Io sono attivista dei movimenti antisionisti e contro la guerra. Il PD è filosionista ( da Napolitano a Renzi, la dirigenza tutta e la stragrande maggioranza della base, come mi ha confermato, sconsolata, a Monza la moderatrice PD del dibattito con Amira Hass). Il PD è per le missioni estere, ovviamente definite umanitarie: da pochi giorni ha aumentato il loro finanziamento; la Pinotti ha presentato il Libro bianco della difesa prima al Pentagono e poi al governo italiano e potrei andare avanti a lungo con gli esempi. Queste missioni sono operazioni di guerra; non è che cambiandogli il nome non si viola più la Costituzione. Ora questo partito sembra essere sull’orlo di una scissione; la scelta dovrebbe essere tra l’ex bombardiere di Belgrado e il saccentello toscano salvabanchieri? No, grazie!

Torno dai miei amici: anarchici, cattolici di Pax Christi, comboniani di Zanotelli, reduci dalle galere, comunisti. Venerdì sera una signora dal pubblico ha detto: “ Non siamo riusciti a trasmettere”. Io ci provo, nei centri sociali, nelle università, nella Scuola dei diritti umani, coi giovani. Non so che cosa riuscirò a concludere ma almeno la mia coscienza sarà a posto. Certamente non sarò stato indifferente. Nei miei ambiti tutti hanno diritto di parola, tranne i fascisti.

Per queste ragioni comunico le mie dimissioni dal direttivo di Anpiseprio. Chiedo, quale (per ora, ancora) iscritto ANPI, la pubblicazione di questa lettera nel sito della sezione insieme al mio intervento e alla poesia che torno ad allegare.

Non essendoci nulla di personale nel tema da me trattato, che è solo politico, invio questa lettera a vari destinatari coi quali ci siamo proficuamente relazionati in questi ultimi anni durante la gestione di Pino.

Ugo Giannangeli
Veniano, 6/2/2017


Giornata della memoria 2017


Solo l’indifferenza è peggiore dell’oblio. Ce lo hanno insegnato Gramsci, Brecht, Pasolini, Hessel… L’oblio fa dimenticare qualcosa di accaduto. L’indifferenza fa ignorare qualcosa che sta accadendo e su cui si potrebbe intervenire. Al Memoriale della Shoah al binario 21 della Stazione di Milano campeggia una grande scritta: “ INDIFFERENZA” ad accusare il mondo di avere girato lo sguardo dal genocidio degli ebrei. Lo studioso ebreo Bruno Segre ha detto tempo fa: “ I palestinesi sono gli ebrei del nostro tempo”. Facciamo allora in modo che non debba un giorno campeggiare una scritta analoga a Gaza o a Jenin.

I palestinesi, vittime delle vittime, non dimenticano, nè quelli cacciati nel 1948,nè quelli cacciati nel 1967, né quelli che non hanno mai visto la loro terra, come Faten El-Dabbas, nata nel 1990 in Germania. Laureata in scienze politiche, è anche una poetessa; una sua raccolta di poesie sta per essere tradotta in italiano e pubblicata.

E’ stata in Palestina solo nel 2012 ma conosceva la storia  della sua terra d’origine soprattutto per i racconti di suo nonno e per le opere di Mahmud Darwish. Ho scelto una sua poesia che, non a caso, si intitola “Devi dimenticare”.

Devi dimenticare
quel luogo lontano
quel suolo mai toccato
i momenti che non hai vissuto
E comunque vedi quel luogo e quegli
eventi dinnanzi ai tuoi occhi.
Devi dimenticare
il dolore che ha afflitto la tua famiglia
le ferite impresse nella tua memoria
tutti i racconti che rafforzano il tuo anelito
e sfociano nei sogni in cui si cela la speranza.
Devi dimenticare
il profumo nel giardino di tuo nonno
che vi piantava un futuro florido
che però non è fiorito
ma ha sanguinato.
E ti dicono:
“Devi dimenticare”
Ma tu rispondi:
“Datemi una memoria per l’oblio”

Ugo Giannangeli, Anpi Seprio
Carbonate, 3/2/2017

1 commento:

  1. la PAGINA SI APRE GRAZIE PER LE COSE INTERESSANTI CHE CI FAI SAPERE

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