martedì 28 febbraio 2017

Il presidente socialista della Moldavia condanna le ingerenze degli ambasciatori di USA e Romania

(Igor Dodon)



Ufficio Stampa del Partito Comunista di Ucraina 



Traduzione dal russo di Mauro Gemma

27 Febbraio 2017 

Il presidente della Moldova, il socialista Igor' Dodon, ha fornito un esempio illuminante di come deve comportarsi il capo di uno stato indipendente nei confronti di coloro che dall'estero si permettono di impartire lezioni all'indirizzo delle autorità di un altro Stato.

Così, il 26 febbraio, l'edizione online moldava di Indipendent ha pubblicato la lettera di Igor' Dodon, in cui si chiede agli ambasciatori di Stati Uniti e Romania di non interferire nell'attività del presidente della Moldova.

Secondo la pubblicazione, i precedenti ambasciatori americano e romeno a Kishinev avevano indirizzato una lettera al presidente della repubblica, deplorando il fatto che I. Dodon aveva impedito la partecipazione di un contingente di soldati moldavi alle esercitazioni militari che, dal 20 febbraio al 1 marzo, si svolgono nel centro di formazione di Smardan al confine tra la Romania e la Moldavia. All'esercitazione prendono parte forze multinazionali di USA, Bulgaria, Macedonia, Montenegro, Romania, Serbia, Slovenia e Ucraina.

I due ambasciatori hanno accusato I. Dodon di “comportamento ostile”, avvertendo che a causa del suo gesto “l'esercito moldavo non sarà in grado di ricevere una formazione adeguata”, dal momento che “tale formazione è per l'80% basata sulla partecipazione a queste esercitazioni”.

Dodon ha risposto, ricordando ai due ambasciatori che “la Repubblica di Moldova è uno stato indipendente e sovrano” e che “l'apparato presidenziale non accetta commenti e prediche sulla sua attività e sulle decisioni che adotta”.

“Vi prego di non insegnare al presidente come debba comportarsi, soprattutto per quanto riguarda i suoi poteri costituzionali e anche in merito alle altre sue prerogative. Non penso che, nei paesi che voi rappresentate, qualche ambasciatore possa commentare le azioni del presidente, in particolare in merito all'utilizzo delle forze armate. Sarei curioso di osservare la reazione della Casa Bianca o di Palazzo Cotroceni (la sede della presidenza a Bucarest) di fronte a commenti rilasciati, ad esempio, dagli ambasciatori della Repubblica di Moldova a Washington o a Bucarest”, - ha dichiarato I.Dodon.

Purtroppo, nell'Ucraina di oggi la situazione è esattamente l'opposto. Come più volte ha dichiarato il leader del Partito Comunista di Ucraina, Petro Simonenko, dietro le continue rituali assicurazioni dei nazionalisti di tutte le risme e le dichiarazioni dei vertici oligarchici sul ripristino della sovranità, il nostro paese è stato trasformato dal regime al potere in un protettorato, che funge da marionetta obbediente degli Stati Uniti d'America, dell'Unione Europea, del Fondo Monetario Internazionale, della NATO.

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