martedì 28 marzo 2017

UN MILIONE DI YEMENITI NON SONO UNA NOTIZIA, MA NAVALNY SI'...


di Massimo Ragnedda


Lo so che la manifestazione yemenita della scorsa settimana, alla quale hanno partecipato 1 milione di persone per chiedere lo stop ai bombardamenti dell’Arabia Saudita, non è altrettanto importante, per i media occidentali, della manifestazione non autorizzata a Mosca, guidata dal Alexey Navalny. Lo so che non è importante per i media occidentali, ma quel milione di persone voleva ricordarci che da due anni, ininterrottamente, le bombe saudite (prodotte anche in Sardegna) vengono sganciate sullo Yemen. Quella guerra ha, secondo l’Onu, causato 7.700 morti, 42.500 feriti e più di tre milioni di sfollati. Lo Yemen, giova ricordarlo, è il più povero della penisola arabica ed è minacciato da “un grave rischio di carestia”. Circa 432mila bambini soffrono di malnutrizione grave e 7,3 milioni di yemeniti hanno bisogno di aiuto alimentare. 
Lo so che questa guerra sostenuta dagli Stati Uniti (che a breve entreranno direttamente nel conflitto per continuare la mattanza di civili yemeniti) non è importante come la manifestazione capeggiata da Alexey Navalny “fellow” della Yale University e membro del «Greenberg World Fellows Program» (centro studi statunitense per la formazione di leader mondiali), ma un posto in prima pagina avrebbero meritato anche quel milione di persone che manifesta contro la guerra e la carestia e non solo la manifestazione in Russia. In questa guerra, non dovremmo dimenticarlo, i sauditi sganciano bombe a grappolo (in violazione del diritto internazionale) contro scuole e ospedali. Lo so che 3 milioni di sfollati, migliaia di morti, scuole e ospedali distrutti non vale come una manifestazione colorata a Mosca, ma sarebbe stato utile, ai fini di una corretta informazione, mostrare anche le immagini di quel milione di yemeniti che, nel secondo anniversario della guerra scatenata dall’Arabia Saudita, chiedono lo stop ai bombardamenti sauditi e all'indifferenza dei governi occidentali.

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