di Stefano Zecchinelli
26 novembre 2017
Il generale Mladic è stato condannato all’ergastolo dal Tribunale delle Nazioni Unite con l’accusa di ‘’genocidio’’ per i fatti di Srebrenica. Si tratta di una manipolazione politica orchestrata dai Clinton e Soros (del tutto simile a quella ai danni di Milosevic), gli stessi che hanno assolto il brigante islamista Naser Oric, colpevole dell’assassinio di ben 3282 serbi, un mostro spietato educato al tribalismo wahabita.
Mladic è colpevole? Gli analisti – più volte citati – che hanno analizzato i fatti di Srebrenica, al contrario, gli danno ragione: la NATO cerca di assolvere il clan Clinton dai suoi crimini, umiliando un patriota che ha fatto semplicemente il suo dovere civile d’alto ufficiale. Ha utilizzato il pugno di ferro (Mladic)? Certamente ma, prima di condannarlo, sarebbe il caso d’analizzare il contesto in cui ha operato.
Gli occidentali chiamano ‘’assedio di Srebrenica’’ la guerra di liberazione nazionale guidata dal governo di Belgrado contro i briganti comandati dal ‘’signore della guerra musulmano’’ Naser Oric. Chi era questo barbaro assassino agli ordini di Soros e Clinton? ‘’Anche se i Serbi avevano circondato Srebrenica, Oric continuava ad organizzare raid notturni contro le zone serbe. Oric, come il più assetato dei guerrieri che abbia mai attraversato un campo di battaglia, fuggì da Srebrenica prima che cadesse. Alcuni credono che abbia guidato le forze bosniache musulmane verso le vicine enclavi di Zepa e Gorazde. Oric è terrificante ed è fiero di questo’’ 1, scrive il giornalista Enrico Vigna; Mladic, quando entrò a Srebrenica, voleva catturare Oric che, fedele alla buona tradizione dei codardi, fuggì prima della caduta della città assediata. In seguito intensificò i suoi attacchi: ‘’colpisci e scappa’’, per i serbi questo tagliagole wahabita è – giustamente – un criminale di guerra.
Gli occidentali hanno preso le parti, non soltanto di un assassino come Oric, ma anche del neonazista Franjo Tudjman, un signore antisemita (alla faccia della ‘’religione dell’Olocausto’’) il quale affermò “Sono felice che mia moglie non sia né Ebrea nè Serba”, e di Izetbegovic. Quest’ultimo, un retrogrado neo-ottomano, ristampò la sua Dichiarazione Islamica dove leggiamo: “Non vi può essere alcuna pace, nemmeno coesistenza fra la religione Islamica e quelle istituzioni sociali e politiche che Islamiche non sono”. L’obiettivo di Izetbegovic era quello di spingere a destra la comunità musulmana perché si identificasse con l’ala più estrema. Washington ha appoggiato questo progetto, secondo Michel Collon: ‘’Egli insediava un regime corrotto e di stampo mafioso, basato principalmente sul mercato nero lucrativo e sulla rapina dei fondi degli aiuti internazionali. Invocava l’aiuto e l’assistenza, con la benedizione di Washington, dei mercenari Islamici, particolarmente di al Qaeda’’ 2. La divisione etnica della Bosnia non era ragionevole: i musulmani rischiavano di isolarsi (cosa che poi successe); i serbi ed i croati rappresentavano il ceto medio e poi c’erano i cittadini ‘’jugoslavi’’ nati dai matrimoni misti, disprezzati dai neonazisti croati amici della Clinton. Le ragioni politiche di Milosevic, il quale respinse il Trattato di Dayton, sono chiare. Slobo aveva ragione.
Gli islamisti erano terroristi? Ci risponde Dzevad Galijasevic, comunista libertario ed ‘’oppositore di sinistra’’ di Tito. Leggiamo: ‘’Esiste una rete di queste personaggi e alcuni di loro sono veramente pericolosi. E’ gente rischiosa d’abitudine coinvolta in traffico d’armi, terrorismo e quanto ne deriva. E dato che queste sono comunità chiuse è molto difficile sapere cosa fanno e sorvegliarle ‘’ (Jean Toschi Marazzani Visconti, La porta d’ingresso dell’Islam, pag. 201). Forse è per questo – siamo davanti a personaggi pericolosi coinvolti in traffici d’armi e terrorismo – che Mladic ha optato per una soluzione ‘’dura’’. Non ci troviamo davanti uno ‘’Gezmis’’ serbo, ma, semplicemente, siamo davanti ad un antimperialista, anche se con tutte le sue contraddizioni. Domanda: il governo serbo si oppose alla globalizzazione ed alla politica imperialistica USA? La risposta è sì.
Il giornalista, intellettuale e comunista libertario serbo, Milorad Vucelic, scrive:
‘’La prova che Milosevic sia stato un combattente contro la globalizzazione l’ha fornita l’ex vice segretario di Stato americano Strobe Talbott scrivendo, nell’introduzione di un libro di cui adesso mi sfugge il nome, che Milosevic è stato eliminato proprio perché si opponeva fortemente al processo di globalizzazione e agli interessi americani. Se lo dice Strobe Talbott, che negli anni 90 era uno degli uomini più influenti della politica americana, non dobbiamo chiederci se questa sua affermazione sia vera o falsa. Io, invece, posso affermare che Slobodan Milosevic non è stato un nazionalista. Sono stato tante volte con lui presente a molte trattative: a Ginevra almeno dieci volte, a Londra, ad Atene, e posso dire che in tutti i suoi discorsi pubblici non gli è mai sfuggita una sola affermazione che si possa definire nazionalista. Un’altra sua caratteristica era il grande rispetto per le donne: era un femminista convinto. Quando la sera si usciva assieme, si scherzava, si beveva, ma se si facevano battute sulle donne, anche solo per scherzo, subito protestava. Aveva davvero un grande rispetto per le donne. Non accettava battute su di loro. Nel 90, quando è stata approvata la nuova Costituzione, una vera e propria Costituzione, tutti i deputati del Kosovo hanno votato a favore. Per questo è ridicola l’affermazione di Obama che si riferisce al referendum del 91. Le pare sensato che prima votino a favore e poi organizzino un referendum contro quegli stessi argomenti? Comunque nella nuova costituzione approvata nel ’90 non vi è nulla che possa far pensare o essere causa della dissoluzione della Jugoslavia. La Serbia, accusata di aggredire gli altri, non aveva neppure un suo esercito. Tutte le decisioni venivano prese a livello federale. Dirò di più, quella Costituzione dichiarava guerra alla follia nazionalista, esautorando i baronetti del passato, come i vecchi dirigenti politici della Voivodina. Il cosiddetto nazionalismo, presente prima che scoppiasse la guerra, era semplicemente un risveglio popolare e non distruggeva le istituzioni perché la Costituzione stessa ne segnava i limiti’’. 3
Milosevic voleva una unione delle nazioni del Mediterraneo su basi anti-neoliberiste ed un’ alleanza, anti-NATO, fra Europa e Russia. La Serbia è stata la prima vittima del Nuovo Ordine Mondiale guidata dal gendarme USA proprio perché era la chiave dell’indipendenza geopolitica europea. Alla domanda ‘’ci furono crimini di guerra’’, Vucelic risponde: ‘‘Punto primo: la guerra nella ex Jugoslavia è stata una guerra civile, anche se Slovenia e Croazia parlano di aggressione serba. Per quanto riguarda la Serbia sono stati condannati dai nostri tribunali più di mille serbi per crimini di guerra. Si tratta di appartenenti alle diverse milizie paramilitari. In Croazia ai criminali di guerra sono state inflitte neppure un decimo delle nostre condanne. In Bosnia quasi nessuno è stato condannato. Io ribadisco che si trattava di una guerra civile. I croati parlano invece di guerra patriottica, come pure gli sloveni che hanno addirittura sparato a 26 ragazzini freschi di leva. E così in Croazia e in Slovenia sono nati gli eroi di guerra. Perché qui in Serbia, e solo in Serbia, non si parla mai di eroi guerra? Perché?!’’. Forse perché l’imperialismo non si condanna mai da solo ed ha bisogno di mettere sugli altari i neonazisti ustascia o il tagliagole Naser Oric. L’Unione Imperialistica Europea ha condannato Mladic, un patriota serbo, ma ad emettere la truffaldina condanna è stato il Bin Laden dei Balcani: Naser Oric. Soros sarà contento.
La Serbia, pochi giorni fa, ha rifiutato l’alleanza pan-imperialistica statunitense, non parteciperà ai genocidi della NATO, del resto ne ha subito uno in casa. Il piano di Washington è fallito? Di certo, il popolo serbo ha dimostrato d’avere grande coraggio ed una dignità che va ben oltre la viltà dei magistrati occidentali. Mladic non ha piegato la testa, l’imperialismo non può aver ragione d’un patriota, figuriamoci d’un combattente internazionalista. Da domani abbiamo un prigioniero politico in più per cui lottare, la ‘’vicenda giudiziaria’’ è arrivata questa conclusione scontata. Non dimentichiamocelo.
http://www.webalice.it/mario.gangarossa/sottolebandieredelmarxismo_archivio/2008_07_enrico-vigna_srebrenica-liglio-1995-la-storia-occultata.htm
https://comedonchisciotte.wordpress.com/2017/06/27/milosevic-15-domande-e-risposte-per-i-media/
http://www.eastjournal.net/archives/43538
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