di Zvi Schuldiner
11.01.2018
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Il comitato centrale del Likud – il partito del primo ministro Benjamin Netanyahu – ha votato per acclamazione a favore dell’annessione degli insediamenti israeliani in Cisgiordania.
Il procuratore generale di Israele ha dato istruzioni ai suoi uffici: occorre determinare in che modo i disegni di legge dei vari ministeri dovranno essere applicati ai 400mila coloni degli insediamenti nei territori occupati.
La legislazione israeliana non vigeva nei territori occupati: per il diritto internazionale, la potenza occupante non deve introdurre cambiamenti nelle aree soggette a occupazione, salvo in casi speciali motivati da ragioni di sicurezza o legati al benessere delle popolazioni interessate.
Il Parlamento israeliano ha approvato in prima lettura – saranno necessarie altre fasi – la legge che consentirà di introdurre la pena di morte per i terroristi che abbiano ucciso israeliani. L’esercito e varie agenzie di intelligence si sono opposti, ma hanno avuto la meglio le esigenze populiste di Netanyahu e del ministro della difesa Lieberman.
La riconciliazione palestinese – fragile e relativa – ha portato concessioni e accordi fra l’Autorità palestinese e Israele; così gli abitanti della Striscia di Gaza godranno di otto ore giornaliere di elettricità al posto delle quattro precedenti. Un bel cambiamento! È stata prorogata di otto mesi la detenzione amministrativa di Halda Jerrar, una parlamentare palestinese che avrebbe dovuto essere liberata in questi giorni, dopo sei mesi dietro le sbarre. In famiglia la aspettavano, ma fonti della «sicurezza» hanno segnalato che si tratta di una persona pericolosa che fa parte del Fronte popolare per la liberazione della Palestina. In casi come questo, le prove non sono pubblicate per ragioni di sicurezza.
Ahed Tamimi, la «pericolosissima» palestinese di 16 anni che ha schiaffeggiato un ufficiale dell’esercito israeliano, continua a rimanere in carcere e sarà presto accusata di diversi crimini.
Gli ebrei che tendono a farsi del male rivangando stupidi ricordi, in questi giorni si sono ricordati di quella Alcobi, un’ebrea di Hebron diventata molto famosa per gli insulti e le pietre lanciate contro alcuni palestinesi. Nel 2010 prese a sassate un soldato israeliano che aveva cercato di trattenerla; fu arrestata ma «fortunatamente» rilasciata dopo poche ore, senza che fosse avviato alcun processo.
Anche un giovane colono ebreo che aveva accoltellato il rabbino Asherman, dell’organizzazione Rabbini per i diritti umani, era stato liberato con la condizionale, essendosi dichiarato pentito.
Il giudice della Corte suprema Noam Solberg – che vive in un insediamento nei territori occupati – rispetto a una denuncia presentata per la sua partecipazione a un evento politico di celebrazione del 50esimo anniversario dell’occupazione dei territori ha spiegato di aver assistito con la famiglia a una celebrazione con canti e altro, senza carattere politico.
Il primo ministro Netanyahu continua a far di tutto per cercare di introdurre qualunque norma e provvedimento in grado di far dimenticare i casi problematici di corruzione nei quali sembra coinvolto. Un noto deputato del Likud e altri politici legati al premier sono accusati di corruzione.
Se l’escalation nel Sud continua, una miniguerra diventa probabile; e occuperà le menti più della corruzione.
La legge sulla nazionalità sarà discussa nelle prossime settimane e permetterà di accentuare il carattere di apartheid, come dicono le malelingue, del paese.
Non tutto è discriminazione nei confronti dei palestinesi. In omaggio a un po’ di eguaglianza, anche diversi ebrei e organizzazioni come Jewish for Peace presto non potranno recarsi nel paese anche se là hanno familiari come è il caso della direttrice del gruppo.
In questa breve rassegna degli ultimi sforzi per consolidare l’unica, davvero unicissima democrazia nel Medioriente, non sono inclusi l’esercizio quotidiano dell’oppressione militare e poliziesca, i morti e feriti, le forme reiterate di rapina delle terre in un regime di colonizzazione.
Ci siamo limitati a riferire di alcuni aspetti della legislazione recente nell’unica democrazia del Medioriente.
Sei milioni di ebrei con pieni diritti formali, due milioni di palestinesi che godono di diritti ma sono discriminati, e infine quattro milioni di palestinesi sotto occupazione militare, senza alcun diritto politico o nazionale.
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