domenica 4 febbraio 2018

L’UNIONE UROPEA, protesi dell’imperialismo USA


di Stefano Zecchinelli 

3 febbraio 2018 

’In regime capitalistico, gli Stati Uniti d’Europa equivalgono ad un accordo per la spartizione delle colonie’’ (Lenin)


L’Unione Europea, nonostante i dubbi di una certa ‘’sinistra” invertebrata’ (fra cui diversi gruppi pseudo-marxisti), si sta configurando in quanto vera e propria prigione di popoli. Un regime neoliberista che per imporsi deve abolire progressivamente la vecchia democrazia liberale liquidando – seguendo le disposizioni dei pirati dell’usura JP Morgan – le costituzioni antifasciste. Questo progetto imperialistico non è soltanto ‘’Reagan in Europa’’, per dirla con l’economista marxista Ernest Mandel, ma il degno erede del nazi-fascismo. Non si tratta di uno slogan, la realtà è facilmente dimostrabile.

Uno degli architetti dell’Ue fu il filo-nazista Robert Schuman, un politicante francese che giurò fedeltà al Maresciallo Petain. Finita la guerra il Generale antifascista De Gaulle (che avversava l’integrazione imperialistica europea) lo privò dei diritti politici, salvo, poi, essere costretto a riabilitarlo sotto il ricatto degli USA i quali aveva bisogno dei servigi di questo losco figuro. Nonostante le teorie – errate – sulla conflittualità inter-imperialistica (Russia e Cina sono stati capitalistici ma non imperialistici), questo progetto oligarchico avvenne sotto l’egida nord-americana. L’Unione (sub)imperialista Europea è il braccio politico della NATO. Una sguattera di chi vorrebbe imporci il suo brutale modello capitalistico: il gendarme pan-planetario nord-americano.

Un altro sostenitore dell’europeismo fu il principe Bernhard di Lippe-Biesterfeld di Germania ed Olanda, l’organizzatore, nel 1954, del primo convegno del Gruppo Bildeberg con i federalisti europei ed i loro finanziatori anglo-statunitensi. Chi è questo signore? Il giornalista investigativo Wayne Madsen ci dà qualche informazione in più: ‘’Prima di sposare la Principessa della Corona Juliana di Olanda, Bernhard fu un membro del Partito Nazista in Germania e un ufficiale dei Reiter (Corpi a Cavallo) delle SS. Fu anche membro dei Corpi Motorizzati Nazisti. Nel 1940, i vecchi compagni di Bernhard alla I.G. Farben, l’azienda petrolchimica tedesca, assieme al capo delle SS Heinrich Himmler, convinsero Hitler della necessità di una moneta comune europea, precursore dell’euro di oggi. Dopo la guerra, Bernhard sostenne con entusiasmo la creazione dell’Unione Europea’’ 1. L’integrazione (sub)imperialistica europea, la moneta unica ed il federalismo (neo)liberista sono un progetto oligarchico, funzionale agli interessi dell’imperialismo USA in Europa. Distruggendo gli Stati nazionali (cosa che è stata fatta col plauso della ‘’sinistra compatibile’’) si facilita la penetrazione dei capitali anglosassoni, legando la struttura socio-economica dell’Europa continentale prima a quella dell’imperialismo britannico e poi agli USA. Il mondo del lavoro, davanti alla balcanizzazione del proprio paese, si è trovato impossibilitato a “riorganizzare” il conflitto sociale non riuscendo – com’era prevedibile – ad individuare il nuovo principale nemico. Quest’ultimo non è più ‘’in casa nostra’’ perché la borghesia stracciona nazionale è diventata una oligarchia molto simile alle borghesie compradore dei paesi coloniali, al servizio di Washington e Londra. La ‘’sinistra compatibile’’, più molti gruppetti pseudo-trotskisti e pseudo-maoisti, continuano ad accusare di ‘’rossobrunismo’’ i pochi teorici validi che pongono all’ordine del giorno il rifiuto radicale dell’ Euro e la rottura rivoluzionaria con l’Unione (sub)imperialistica Europea, diventando, volenti o nolenti, complici dell’imperial-globalismo. La verità deve essere detta: l’europeismo è un aborto della ‘’sinistra imperiale’’ e dei suoi utili idioti.

Ma cosa vuole il Capitale Amerikano dall’Europa? Chiediamo aiuto ad un gigante assoluto del secolo scorso. Nel 1924, Leon Trotsky, geniale creatore dell’Armata Rossa, scrisse su mandato dell’Internazionale Comunista un documento dalla straordinaria attualità:



‘’Che cosa vuole il capitale americano? A cosa tende? Esso cerca, si dice, la stabilità. Vuole ristabilire il mercato europeo nel suo interesse, vuole restituire all’Europa la sua capacità di acquisto. In che modo? Con quali limitazioni? In realtà, il capitale americano non può volersi creare un concorrente nell’Europa. Esso non può ammettere che l’Inghilterra e, a maggior ragione, la Germania e la Francia recuperino i loro mercati mondiali, perché esso stesso vi sta stretto, poiché esporta prodotti ed esporta se stesso. Esso mira al dominio del mondo, vuole instaurare la supremazia dell’America sul nostro pianeta. Che cosa deve fare verso l’Europa? Deve pacificarla, dice. Come? Sotto la sua egemonia. Che cosa significa? Che esso deve permettere all’Europa di risollevarsi, ma entro limiti ben determinati, accordarle settori determinati, ristretti del mercato mondiale. Il capitale americano ora comanda ai diplomatici. Si prepara a comandare anche alle banche e ai trusts europei, a tutta la borghesia europea. A questo tende. Assegnerà ai finanzieri e agli industriali europei determinati settori del mercato. Regolerà le loro attività. In una parola, vuole ridurre l’Europa capitalistica al proprio servizio; in altre parole, indicarle quante tonnellate, litri o chilogrammi di questa o quell’altra materia ha il diritto di comprare o di vendere. Già nelle tesi per il terzo congresso dell’Internazionale comunista, scrivemmo che l’Europa è balcanizzata. Questa balcanizzazione oggi continua. Gli Stati balcanici hanno sempre avuto dei protettori, nella persona della Russia zarista o dell’Austria-Ungheria, che imponevano il cambiamento della loro politica, dei loro governanti, o addirittura delle loro dinastie (Serbia). Attualmente, l’Europa si trova in una situazione analoga nei confronti degli Stati Uniti e, in parte, della Gran Bretagna. Man mano che si svilupperanno i loro antagonismi, i governi europei andranno a cercare aiuto e protezione a Washington e a Londra; il cambiamento dei partiti e dei governi sarà determinato, in ultima analisi, dalla volontà del capitale americano, che indicherà all’Europa quanto deve bere e mangiare … Il razionamento, lo sappiamo per esperienza, non è mai troppo piacevole. Ora, la razione strettamente limitata che stabiliranno gli americani per i popoli europei verrà applicata anche alle classi dominanti non solo della Germania e della Francia, ma anche della Gran Bretagna. L’Inghilterra deve considerare questa eventualità. Ma attualmente, dicono, l’America sta con l’Inghilterra; si è formato un blocco anglosassone, esiste un capitale anglosassone, una politica anglosassone; il principale antagonismo del mondo è quello che divide l’America e il Giappone. Parlare in questo modo, significa dimostrare la propria incomprensione della situazione. L’antagonismo fondamentale del mondo è l’antagonismo angloamericano. È ciò che il futuro dimostrerà sempre più chiaramente’’ 2.



Trotsky aveva capito che i vecchi Stati europei, nazionalisti ed imperialisti, dopo il prossimo conflitto inter-imperialistico sarebbero diventate nazioni sub-imperialistiche incapaci d’imporre la loro egemonia nei confronti di Washington; il mondo multipolare, analizzato da Lenin, era al tramonto. Gli Usa hanno prima imposto alle borghesie europee la loro struttura socio-economica (come emerge dal documento redatto da Trotsky) e poi le hanno vincolate ad una alleanza militare che sta insanguinando il mondo intero. Con questi presupposti che cosa si può, solo minimamente, cambiare? I “nuovi Hitler” non si convertono, si abbattono.

Le tensioni nazionali non sono state eliminate, Francia e Gran Bretagna si stanno alleando contro la Germania ma queste tre nazioni sub-imperialistiche, seppur abbiano progetti diversi cercano, sempre e comunque, la protezione di Washington; i loro leader, completamente privi di coraggio, sono subalterni, in Medio Oriente, all’imperialismo israeliano, il sionismo guerrafondaio che vorrebbe cancellare dalla cartina geografica interi popoli. La cosa dovrebbe farci riflettere. Chi conduce la danza? Gli USA, Israele e poi lo stuolo degli sguatteri. Il ben informato giornalista francese, Thierry Meyssan, ci ha spiegato, con un eccellente articolo, che: ‘’Scegliendo di privilegiare l’alleanza con Londra, Parigi prende le distanze da Berlino, che sta allestendo il proprio riarmo e aspira a prendere le redini delle altre forze armate europee. Se il processo andrà avanti, Parigi dovrà a sua volta uscire dall’Unione Europea, la cui leadership è già oggi, di fatto, in mano a Berlino’’ 3. Francia e Gran Bretagna possono fare, in apparenza, quello che vogliono, tanto alla fine ritorneranno col piattino dell’elemosina da Trump. Washington detta le regole, il padrone è inflessibile e vorrà continuare ad imporre, aldilà dell’involucro politico, il neoliberismo disumano, dicendo ‘’Ue sì o Ue no’’. La comunista Rosa Luxemburg aveva previsto alcune tendenze involutive dell’europeismo sub-imperialista, leggere i testi della nostra Rosa rossa è sempre utile per prevedere il domani: ‘’Tutte le volte che i politicanti borghesi hanno sostenuto l’idea dell’europeismo, dell’unione degli stati europei, l’hanno fatto rivolgendola, esplicitamente o implicitamente, contro il ‘pericolo giallo’, il ‘continente nero’, le ‘razze inferiori’; in poche parole l’europeismo è un aborto dell’imperialismo. E se ora noi, in quanto socialdemocratici, volessimo provare a riempire questo vecchio barile con fresco ed apparentemente rivoluzionario vino, allora dovremmo tenere presente che i vantaggi non andrebbero dalla nostra parte, ma da quella della borghesia’’. Sarà per questo che Toni Negri è (ri)diventato, per la milionesima volta, ciò che è: un gigolò della Fondazione Rockefeller, teorico social-imperialista, eurocentrico ed ora anche (di fatto) neoliberista.

La storia di Toni Negri è quella di un personaggio che offre il di dietro al sionista cocainomane Pannella ed all’’’uomo’’ di Gladio Cossiga. Chi appoggia la crociata russofoba di Bruxelles, per quanto mi riguarda, è una specie di cripto-neofascista: da Negri ai centri sociali che gli vanno dietro senza farsi, frastornati dall’eccessivo consumo di hashish, qualche domanda. Che cosa devono fare gli autentici antimperialisti? Ce lo dice James Petras, un sociologo marxista che è sempre stato dalla parte dei popoli in lotta, nemico giurato del sion-imperialismo e dei suoi camerieri: ‘’La lotta per l’indipendenza nazionale, per la rottura dell’Unione Europea è essenziale alla lotta per la democrazia e per l’ampliamento della lotta di classe per il lavoro e per lo stato sociale. La lotta di classe è più forte ed efficace sul familiare terreno nazionale – piuttosto che nell’affrontare distanti sorveglianti a Bruxelles. Una sinistra impegnata e ancorata nel terreno nazionale, orgogliosa delle proprie tradizioni nazionali e di classe e in grado di unificare i lavoratori al di là delle “identità” etniche e religiose, può riconquistare sostenitori e riemergere come una reale alternativa alle due facce della destra – quella neoliberale e la nuova destra “nazionalista”.’’ 4. L’indipendenza nazionale, la sovranità costituzionale ed antimperialistica – mantenendo ferma la prospettiva socialista – sono gli obiettivi immediati dei rivoluzionari, attraverso la costituzione di un fronte democratico con chiari connotati di classe.

Nel 1970, Mao Tse Tung disse ‘’popoli di tutto il mondo, unitivi contro l’imperialismo americano ed i loro lacchè’’. Oggi possiamo aggiungere: ‘’popoli di tutto il mondo, unitevi contro l’imperialismo americano ed i loro lacchè europeisti’’. Compresi tutti i soggetti al loro servizio, da Negri e compagni, ai falsi-trotskisti fino a quei centri sociali ‘’sorosiani’’ – di “sinistra” (sinistra o sionistra?).



http://sakeritalia.it/europa/gli-architetti-dellue-nazisti-e-collaborazionisti/



https://www.marxists.org/italiano/trotsky/1924/evoluzione.htm



http://www.voltairenet.org/article199531.html



http://sollevazione.blogspot.it/2014/10/contro-la-ue-per-lindipendenza.html

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