di Amedeo Rossi
Alla redazione del Manifesto
Sono rimasto sconcertato e indignato dal vostro inserto odierno relativo all’antisemitismo. Pur non negando la gravità della questione, trovo vergognoso che il giornale che leggo da decenni e che ho contribuito a finanziare in più occasioni si presti a dare spazio ad affermazioni che ripetono
i più noti argomenti della propaganda israeliana:
1) l’antisionismo e la critica contro Israele (con più di una citazione al BDS) come forma di antisemitismo;
2) c’è ben di peggio delle politiche israeliane, quindi chi si occupa di quelle lo fa in quanto antisemita.
A questo proposito mi colpisce quanto afferma un’intellettuale famosa e stimata come Agnes Heller, alla quale bisognerebbe ricordare quali sono state le politiche di Israele nei confronti dei palestinesi fin dalla sua nascita, ma anche che la campagna contro Soros di Orban, che ha alimentato l’antisemitismo in Ungheria, è stata ideata da due consulenti ebrei americani e che Netanyahu detesta anche lui Soros perché finanzia gruppi israeliani per i diritti umani.
( https://www.haaretz.com/misc/article-print-page/.premium-who-you-calling-an-auto-anti-
semite-1.6876609 ; http://zeitun.info/2017/07/29/linnamoramento-di-israele-per-gli-antisemiti-
ungheresi-mette-in-luce-lorribile-essenza-del-sionismo/; http://zeitun.info/2018/10/19/la-
frottola-del-giorno-lantisemitismo-e-la-negazione-dellautodeterminazione-degli-ebrei/)
Ad Heller ed agli esponenti della comunità ebraica da voi interpellati andrebbe obiettato che non solo non dicono una parola riguardo alla già citata deriva di estrema destra in Israele, ma neppure alle ottime relazioni del governo di quel Paese con personaggi razzisti ed antisemiti in tutto il mondo, dagli USA alle Filippine, dal Brasile alla Polonia, dall’India all’Ungheria, senza dimenticare la cordialissima accoglienza riservata a Salvini. In compenso accusano di antisemitismo, seguendo anche qui la propaganda israeliana, il partito Laburista di Corbyn o i giovani parlamentari della sinistra democratica negli USA.
Voi date spazio a queste opinioni proprio nel momento in cui in Israele le posizioni colonialiste, razziste e fondamentaliste sono sempre più esplicite e il rischio di annessione dei territori palestinesi occupati è sempre più concreto. Ci sono per fortuna intellettuali ebrei molto più avvertiti (https://www.liberation.fr/debats/2019/02/28/l-antisionisme-est-une-opinion-pas-un-
crime_1712216; https://www.middleeasteye.net/fr/news/rony-brauman-les-declarations-
demmanuel-macron-nourrissent-et-amplifient-lantisemitisme;
https://jacobinmag.com/2019/02/macron-antisemitism-zionism-racism), e persino sul New York
Times (https://www.nytimes.com/2019/01/07/opinion/rashida-tlaib-profanity.html)
ma che la vostra inviata in Francia non ha mai nominato, che si rendono conto dell’enorme pericolo per la comunità ebraica di questa assimilazione tra antisionismo e antisemitismo e della criminalizzazione del movimento BDS e in generale della solidarietà con i palestinesi. Dopo tanti anni ed una serie di recenti episodi che mi fanno pensare che questa stia diventando una presa di posizione costante almeno di una parte significativa della vostra redazione, che smentisce l’ottimo lavoro di Michele Giorgio e Chiara Cruciati, sto pensando di non rinnovare l’abbonamento al Manifesto.
Amedeo Rossi
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