di Diego Siragusa
Non dobbiamo farci molte illusioni sul voto di oggi. I comportamenti elettorali degli italiani, negli ultimi decenni, sono stati contrassegnati da clamorose contraddizioni. Gli italiani amano la fiera delle illusioni, il luogo in cui si celebrano i riti della demagogia e della politica-spettacolo. Come gli antichi romani, gli italiani amano lo spettacolo con le connesse suggestioni. Tra un candidato serio che parla il linguaggio della verità e che rifiuta le false promesse, e un cialtrone opportunista che promette tutto e il suo contrario, essi eleggono il cialtrone con i conseguenti disastri. Così è stato con Berlusconi, con Salvini e con Renzi: i peggiori. Vent'anni di televisione Mediaset e di una RAI codina hanno causato un cambiamento antropologico degli italiani, almeno nella sua maggioranza, quegli italiani, per intenderci, che "non vogliono i numeri arabi"!!! "Si tengano i loro numeri - dicono - Noi ci teniamo i nostri". Questa è la cultura barbara di molti italiani che ritroviamo nelle fila di Salvini e della Meloni. Sono quelli che danno sempre la colpa ai politici e mai a se stessi. E' ora che il cosiddetto "popolo" riconosca i propri errori e ammetta di aver eletto i peggiori alla guida della nazione.
Con il rerferendum costituzionale per ridurre il numero dei parlamentari, ancora una volta siamo alla fiera delle illusioni. Chi ha voluto fortemente il referendum, I PENTASTELLATI in primo luogo, sanno che si tratta di un argomento che piace agli italiani viscerali e, in tal modo, pensano, di risalire la china elettorale che li vede perdenti in molte zone d'Italia.
Perché si tratta di una fiera delle illusioni? Provo a stilare un decalogo.
1 - Bisogna ridurre i costi della politica e i privilegi dei parlamentari, dicono gli illusionisti. Bene, è sufficiente fare una legge per ridurre la loro indennità e collegarla al numero di presenze effettive in Parlamento e nelle commissioni di lavoro. Sono stato consigliere comunale per tanti anni e non ho mai ricevuto il gettone di presenza se ero assente alle riunione del consiglio comunale o delle connesse commissioni.
2 - I parlamentari lavorano poco e male. Bene, chi li ha eletti? Il popolo. Il popolo ha scelto i candidati più competenti e ideralmente motivati o gli opportunisti della politica? Alla prossima campagna elettorale scelga i migliori.
3 - Dove sta scritto che un numero dimezzato di parlamentari sarà più competente e più produttivo se il popolo si lascia guidare da demagoghi come Salvini e Meloni? Al contrario, essi chiederanno, come ha fatto Salvini, i pieni poteri per non avere intralci istituzionali ai loro propositi autoritari e dittatoriali.
4 - I collegi elettorali. Dimezzando i parlamentari, occorrerà ridisegnare i collegi elettorali che saranno, come vuole la logica, molto più ampi e con un numero di elettori almeno doppio. E noi dovremmo votare SI senza sapere quale sarà la legge elettorale e come si formeranno i collegi?
5 - Con collegi più ampi si ridurrà il rapporto eletto ed elettore, ovvero la rappresentanza, generando una delega al buio che l'eletto gestirà con notevole autonomia sfuggendo al controllo e alla eventuale censura dei propri elettori che avranno meno occasioni per conoscerlo e per giudicarlo.
6 - Aumenteranno le spese elettorali dei candidati che dovranno interloquire con un numero maggiore di cittadini a cui inviare il materiale di propaganda. Saranno eletti, quindi, i candidati più ricchi e non quelli a redddito fisso, lavoratori, impiegati, piccoli commercianti.
7 - Con il conseguente aumento delle spese elettorali si faranno avanti i finanziatori, più o meno occulti, ai quali occorrerà assicurare dei vantaggi e dei benefici. Funziona così negli Stati Uniti, dove le lobby più potenti, come quella ebraica e quella dei produttori di armi, determinano la vittoria o la sconfitta di un candidato alla Casa Bianca. Tuttora nel nostro sistema esistono i finanziatori occulti, ma se vince il SI il loro numero aumenterà e la democrazia sarà sempre più svuotata di ogni elemento sostanziale.
8 - Ridurre i parlamentari significa concentrare su un candidato "potente" la potenza di fuoco dei partiti sviliti a strumenti di propaganda elettorale invece che essere mezzi di partecipazione e di educazione delle masse. I partiti stessi, già screditati, si trasformeranno ancora di più in camarille e comitati d'affari. Si diffonderà sempre di più quello che Max Weber chiama "il dittatore del libero campo di battaglia elettorale", il candidato che "deve vincere" e su cui concentrare aspettative e denaro, prescindendo da competenze, idealità e curriculum formativo. In poche parole: aumenterà la corruzione.
9 - Nella Prima Repubblica i partiti, soprattutto quelli di sinistra, sceglievano i propri candidati tra i militanti dotati di storia personale esemplare e di lunga esperienza politica. L'esempio dei 5Stelle, dove il dogma "1 vale 1" non considera che un anonimo, privo di competenza, di storia personale e di militanza politica, non vale nulla, come dimostra l'esperienza di molti eletti 5Stelle che hanno fatto fiasco nelle istituzioni, in quanto inesperti e totalmente incompetenti. Se vince il SI, si accentuerà la propensione a creare partiti "fai da te", appoggiati da organizzazioni potenti e corrotte. L'esempio di un candidato, nato dal nulla, come Macron in Francia con il suo partito dell'ultima ora, EN MARCHE, conferma questo ragionamento.
10 - Concentrare il potere legislativo in un numero ridotto di parlamentari altera "il rapporto di ascolto" e di controllo tra l'esecutivo e gli elettori, aprendo le porte a un decisionismo sempre più gestito dall'alto, arrecando ferite, forse mortali, all'impianto democratico della nostra Costituzione che molti all'estero ci invidiano e nella quale vedono un modello avanzato di democrazia rappresentativa.
PER TUTTE QUESTE RAGIONI OGGI VOTERO' "NO"
Nessun commento:
Posta un commento