martedì 27 settembre 2016

Perché Putin vuole salvare il cane che affoga (cioè Obama)




Perché Putin vuole salvare 
il cane che affoga (cioè Obama)

di Piotr


Civiltà contro barbarie
Mi è stata ricordata di recente da un amico. Era una scena così consueta che quasi me la scordavo: le ragazze a Damasco con la gonna sopra il ginocchio, a volte in compagnia di amiche col foulard islamico. E già, la Siria laica e multiconfessionale dove le donne hanno pari diritto. Bastava passeggiare per vederla. Durante la Pasqua i canti che uscivano dalle chiese cristiane si mescolavano al richiamo dei muezzin e nessuno ci faceva caso. Nella grande moschea degli Omayyadi, uno dei luoghi più sacri dell'Islam, su cui svetta il minareto di Gesù, il luogo più venerato era il cenotafio di San Giovanni Battista.
In quella città civile e tranquilla di notte si poteva girare senza problemi. Anche le ragazze sole, come anch'io ho visto.  
Aleppo era una meraviglia con una piacevole vita notturna nel quartiere armeno, dove nei suoi raffinati ristoranti si vedevano uomini e donne vestiti alla moda orientale od occidentale. Certo, senza tette e culi in vista, perché "laico" non vuol dire per forza "esibizione del corpo femminile". Ma è un discorso complesso di cui mi sa che dovremo riparlare, perché qui da noi in Occidente si esaltano le “compagne Pussy Riot” (Paolo Ferrero), cioè quelle che facevano orge in un museo di Mosca con una ragazza incinta che partorirà dopo una settimana, o che rubavano un pollo surgelato in un supermercato per farsi filmare mentre se lo infilavano nella vagina. Quel gruppazzo stonato diventato famoso perché cantava sull’altare di una delle maggiori chiese di Mosca “Merda, merda, merda del Signore!” facendosi finalmente arrestare (anche nei paesi UE la pena per questo genere di cose è di tre anni).

Le nostre eroine punk! Le eroine del pollo e del pancione! Cugine per affinità elettive delle Femen, un’agenzia di marketing imperiale (le "attiviste" sono  "assunte a progetto"), che punta tutto sul potere evocativo del corpo femminile nudo,  molto amata dalle nostre femministe. Per quali imprese? Forse perché si fecero fotografare in fila con le mutande abbassate e le regolamentari tette fuori mentre pisciavano sulla foto dell’allora presidente ucraino Janukovyč, in sostegno del golpe nazista in corso? O forse, Dio non voglia, perché si facevano fotografare esultanti davanti alla Casa dei Sindacati di Odessa mentre dentro i loro amici nazisti stupravano le donne e poi le bruciavano vive o le strangolavano? Anche donne col pancione. Sì, anche col pancione!
Perché parlo di queste cose? Perché si sta parlando di laicità, di diritti delle donne. Perché non ho mai sentito dire dalla sinistra che la Siria èlaica. Non ho mai sentito dire dalla sinistra che in Siria le donne hanno pari diritto. E nemmeno che possono fare il bagno in bikini. E perché, per la solita inversione occidentale, da noi c'è una propaganda grezza ma molto petulante che misura la civiltà sul burkini, su quanti centimetri di pelle femminile è possibile mostrare, sull'accettazione o il rifiuto della stretta di mano, sulla dose minima giornaliera ammessa di pornografia. Non su quante persone si è deciso a freddo di ammazzare.

Civiltà contro barbarie.
Chi è stato in Siria poco prima dell'aggressione imperiale capisce in modo palmare cosa intendo quando parlo di "fermare la barbarie".
E non la "barbarie dei Russi ad Aleppo" come straparla la velinara Lucia Goracci, con la voce notarile di chi è stata pagata e messa lì dal sinistro TG3 per dire un'idiozia a cui non crede, una che nella crisi siriana ha mostrato entusiasmo solo quando si fece fotografare raggiante e sorridente in mezzo ai tagliagole (Lucia, all’epoca ti si poteva concedere il beneficio dell’ignoranza, ma oggi?). D'altra parte, come potrebbe crederci una persona mediamente raziocinante a queste idiozie? 
Come potrebbe ad esempio credere al tentativo statunitense di controbilanciare il loro deliberato bombardamento sull'Esercito Arabo Siriano con il "bombardamento" del convoglio umanitario alle porte di Aleppo? Un tentativo da asilo infantile, dato che la propaganda di guerra deve dare per scontato o deve sperare che siamo tutti scemi, perché è alla frutta. Non è forse da asilo infantile (e criminale) mettere in scena un "bombardamento" in una delle zone più monitorate del globo così che i Russi ci hanno messo un nanosecondo a spiattellare fotografie aeree, rilievi, tracciati radar che hanno permesso ad ogni singolo esperto militare non corrotto di concludere che di bombardamento non si è trattato? E infatti, guarda caso, le fotografie mostrano i tagliagole proprio lì vicino al convoglio.
E poi, scusatemi tanto, ma perché bombardare un convoglio che: a) era già stato perquisito dall'Esercito Arabo Siriano, b) aveva ottenuto il via libera e, last but not least, c) era della Mezzaluna Rossa, cioè un'organizzazione che lavora a stretto contatto col governo di Damasco, cioè quel genere di organizzazioni "filo-Assad" denunciate dalle "vere" ONG super partes, cioè quelle pagate da Soros, USAID, Dipartimento di Stato e multinazionali varie? Qualcuno me lo spiega?


Civiltà contro barbarie
Ci sarà un crescendo di bugie ed accuse. E’ inevitabile, perché l’Esercito Arabo Siriano sta per liberare gli ultimi quartieri di Aleppo in mano ai tagliagole. E i tagliagole sono disperati e i loro sponsor sono furenti. Qualcuno ha fatto notare che se si contano tutti gli ospedali che l’aviazione siriana avrebbe distrutto, ne salta fuori il Paese col più alto numero in assoluto di nosocomi del mondo. E’ vero che la sanità pubblica è un diritto nella Siria laica e multiconfessionale, ma qui si esagera. Eppure vedrete se non ne verrà bombardato qualcun altro. Ne potete star certi. 
Ma le denunce disperate, le richieste di aiuto dei medici, degli infermieri, dei civili, dei leader religiosi dell’Aleppo martoriata da anni dai tagliagole e difesa strenuamente dall’Esercito Arabo Siriano, no, quelle non contano. Sono anni che due milioni di persone gridano letteralmente nel deserto. Nelle menti desertificate dei nostri governanti, dei nostri media e della nostra sinistra.

Eppure, non so se avete notato, in mezzo all’infuriare di accuse e contro accuse, nonostante le ingiurie e le patenti bugie che i nostri media e i nostri governi vomitano sulla Russia, Lavron e Kerry continuano a sentirsi e a incontrarsi. Perché? Ve lo siete mai chiesti?
Ho cercato di impostare una risposta qui:
Ogni crisi sistemica crea un caos sistemico. E il caos sistemico penetra anche nelle nazioni che lo generano, anche in quella più forte e potente. E il caos sta imperando a Washington.
Può quindi essere difficile da capire per chi pensa in bianco e nero, ma Lavron continua a incontrare Kerry non perché spera ancora in una tregua. Entrambi hanno detto che non ci credono più. Si incontrano perché Putin cerca disperatamente di mantenere in sella Obama, l’Obama azzoppato, l’Obama a cui forse ubbidiscono solo i figli, non certo il Pentagono e non certo la Cia, che conducono le loro specifiche guerre, che hanno le loro peculiari strategie, una elaborata sulla riva destra del Potomac e un’altra a Langley, tutte contro il Foggy Bottom dove Kerry prende decisioni che vengono immediatamente, anzi preventivamente, boicottate su indicazione delle tre arpie statunitensi assetate di sangue: Hillary Clinton, Samantha Power e Susan Rice alle quali possiamo aggiungere una degnissima quarta arpia, Victoria Nuland (le donne al potere sono meglio degli uomini? Ne riparleremo).
Putin ha fatto abbondantemente capire che preferisce una cattiva pace a una buona guerra. Per quello cerca di aiutare Obama, passando sopra a insulti ormai fuori misura e a provocazioni, anch’esse fuori misura. I Russi conoscono perfettamente la debolezza interna di Obama e non ne gongolano, ma la temono. Dopo il bombardamento di Der Ezzor che ha rotto la tregua non hanno puntato il dito su Obama, ma da un’altra parte. Di Obama e Kerry hanno detto una cosa molto precisa: Non hanno la capacità di onorare gli impegni presi. Non hanno affermato che li hanno traditi, ma che è al di fuori delle loro possibilità farli onorare.
Paradossale eh? Putin sta cercando di difendere Obama da uno strisciante pronunciamento militar-securitario contro di lui. 
I Russi hanno diviso gli States in una parte sana (anche se non santa) e in una parte malata (e satanica) e, in vista anche delle prossime elezioni, stanno dando tutto l’aiuto che è loro possibile alla parte sana, seppur non santa, con cui potrebbero negoziare l'adattamento al nuovo mondo multipolare (che sia questa alla fin fine l'interferenza di cui parlano i collaboratori della Clinton?).

Non sarebbe la prima volta che la Madre Russia salva un Occidente sull'orlo del suicidio.

Piotr

Nessun commento:

Posta un commento