di Vincenzo Brandi
La denuncia della giornalista canadese Eva Bartlett in una
conferenza stampa nella sede dell’ONU, sul fatto che tutta la grande stampa
internazionale fornisce una falsa narrazione del tragico conflitto in corso in
Siria, ha destato non poco fastidio presso tutte quelle forze che hanno deciso
a tavolino da tempo che è necessario un cambio di regime violento in quel
martoriato, paese, anche a costo di metterlo a ferro e fuoco e di distruggerlo.
Ad esempio, in un articolo che attacca frontalmente la
giornalista, accusata di essere al servizio del governo siriano, comparso sul
sito fanpage.it, si ribadisce l’ormai stantia favoletta secondo la quale
all’inizio la rivolta siriana sarebbe stata pacifica e solo successivamente
sarebbe diventata violenta a causa della repressione del regime.
In realtà già nel 2006 il comandante della NATO, gen. Wesley
Clark, dichiarava pubblicamente che alcuni paesi, considerati ostili perché
autonomi rispetto ai piani statunitensi di dominazione mondiale, erano da
distruggere. Tra questi ovviamente erano citati la Libia, il Sudan, la Siria, e
altri. Per i primi due la missione è già compiuta, ma l’ostinata resistenza
della Siria, ed il fatto che in suo aiuto siano corse la Russia e l’Iran, desta
la rabbia e fa aumentare il nervosismo degli attaccanti.
Ricordiamo che già nei primi giorni di manifestazione a
Deraa nel 2011 comparvero “misteriosi” cecchini, che sparavano sia sulla
polizia e sull’esercito che sulla folla (stessa tecnica usata per il colpo di
stato di Piazza Maidan). Con tutta evidenza le squadre armate provenivano
dall’attigua Giordania dove erano pronte da tempo. Subito dopo altre squadre
armate provenienti dalla Turchia invadevano la provincia settentrionale di
Idlib dando l’assalto alle caserme. La favola dell’Esercito Libero Siriano formato
da fantomatici “disertori”, ed apparso subito potentemente armato e
organizzato, è servita a coprire l’invasione dall’esterno cui partecipavano
mercenari e jihadisti che in gran parte non erano nemmeno siriani.
Molto istruttiva a questo proposito la vicenda di Aleppo,
che era la città più grande, ricca ed industrializzata della Siria, dove non vi
era stata alcuna manifestazione antigovernativa. Nell’estate del 2012 alcuni
quartieri della città furono presi d’assalto da bande terroriste provenienti dalla
vicina Turchia, formate in gran parte da Turchi, Ceceni, Turcomanni, Uiguri,
Libici, Tunisini, Sauditi, ecc.
Furono tagliate l’acqua e l’elettricità ai quartieri rimasti
sotto il controllo del governo, che furono anche bombardati a casaccio in
continuazione con i mortai e con quei cannoni improvvisati detti “cannoni
dell’inferno” che lanciano bombole di gas caricate con chiodi e frammenti
metallici. Oggi finalmente Aleppo è stata liberata da quest’incubo con
un’azione insistentemente richiesta dagli stessi cittadini (vedi le
testimonianze dei vescovi cristiani della città come Tabji e Abu Khazen, o del
Dott, Antaki, tutte facilmente consultabili in rete). I terroristi ed i loro
sostenitori ora giocano a fare le vittime e la Russia, rea di aver spalleggiato
l’esercito nazionale, viene punita con l’assassinio del suo ambasciatore ad
Ankara. Questa vile azione terroristica ha anche lo scopo di far fallire il
dialogo che si aperto tra Russia, Iran e Turchia, ora che quest’ultimo paese –
già massimo sponsor dei terroristi – ora che le cose si mettono male, avrebbe
deciso di addivenire ad un compromesso che possa porre fine al conflitto.
Ma per screditare la Bartlett nell’articolo di fanpage.it si
ricorda che la giornalista avrebbe citato come organizzazioni presenti in Siria
solo i Caschi Bianchi e l’Osservatorio per i Diritti Umani in Siria (SOHR), e
non ad esempio Save the Children, Medici senza Frontiere (MSF), l’UNICEF e
l’Alto Commissariato dell’ONU, la Croce Rossa e la Mezzaluna Rossa. Vale la
pena di dire qualche parola su ciascuna di queste organizzazioni.
Le prime quattro fanno parte di quel vasto gruppo di ONG,
ampiamente finanziate da governi e fondazioni occidentali col compito di
infangare e destabilizzare i propri nemici ed i paesi da abbattere. I Caschi
Bianchi, fondati dall’ex militare britannico James Le Mesurier, hanno agito
solo e sempre nelle zone controllate dai “ribelli”, e a sostegno dei jihadisti.
Vari filmati li mostrano girare armati tra miliziani
“ribelli” e persino assistere ad “esecuzioni” di lealisti al governo, di cui
aiutano a portare via i corpi.
Il SOHR, gestito dal siriano Rami Abdel Rahman (alias Ossama
Suleiman) dal suo comodo ufficio di Coventry, è notoriamente legato ai servizi
segreti britannici. Della sua fantomatica rete di informatori che sarebbe
presente in Siria, ovviamente non si sa nulla, né che attendibilità abbia; ma
tutti gli organi d’informazione occidentali lo considerano come una specie di
oracolo.
Di quello che farebbe Save the Children in Siria non si sa
praticamente nulla; ma per inquadrare questa organizzazione basterà ricordare
che tra i suoi massimi sponsor c’è il famigerato Tony Blair, che con le sue
bugie, insieme al complice Bush, causò la morte di almeno mezzo milione di
bambini in Iraq. Che coerenza!
Per quanto concerne MSF, bisogna innanzitutto ricordare il
nome del suo principale ex- dirigente, il medico francese Kourchner, poi
divenuto Ministro degli Esteri sotto Sarkozy, e fanatico sostenitore delle
guerre alla Jugoslavia ed alla Libia. MSF si distinse per aver accusato nel
2013 il governo di Damasco di aver lanciato gas tossici; ma la sezione
italiana, interrogata ufficialmente dalla Rete No War (di cui chi scrive fa
parte) di dare i nomi dei testimoni ed illustrare le circostanze dei fatti
dichiarati, fu costretta a presentare un’imbarazzata mezza smentita, per poi
sottrarsi del tutto ad altre domande. Successivamente MSF (che sostiene di
“supportare” 150 ospedali presenti solo ed esclusivamente nelle zone “ribelli”)
ha denunciato continui bombardamenti su questi ospedali, ma senza mai nemmeno
dare le coordinate delle installazioni o i nomi dei testimoni.
Per quanto riguarda l’affidabilità delle agenzie dell’ONU si
ricorderà – a proposito dei loro rapporti riguardo a presunti crimini contro
l’umanità – che la commissione per i Diritti Umani, da cui partono in genere
queste denunce, è presieduta dal rappresentante dell’Arabia Saudita, uno dei
maggiori sponsor del terrorismo in Siria, e non solo. Si tratta del paese più
fascista e criminale del mondo, legato ad un’ideologia medioevale
particolarmente arretrata e feroce (il Wahabismo”) dove, a differenza della
Siria dove le donne sono pienamente emancipate, una donna non può uscire da sola,
non può guidare una macchina, e dove si può essere condannati a morte per
“stregoneria” o “apostasia” (se si abbandona l’islamismo). Lo stesso per quanto
riguarda i rapporti della Mezzaluna Rossa, i cui dirigenti sono spesso
rappresentanti di stati ricchi e influenti come Arabia Saudita e Qatar, o la
Croce Rossa, se capitano dirigenti dell’UK o della Francia, paesi che hanno
deciso la distruzione della Siria.
E meno male che fanpage.it non cita Amnesty International,
ONG autrice di una delle più oscene montature della storia, quella delle
migliaia di torturati e uccisi nelle carceri siriane che sarebbero stati
fotografati da un fantomatico “agente Caesar”. Di questo agente non si sa il
nome, né si conoscono i nomi degli uccisi, né se ne vedono le facce. Perché
questo anonimato, visto che la polizia siriana dovrebbe già conoscere tutti
benissimo, compreso il “suo” agente? Forse perché si tratta di immagini di
repertorio di iracheni uccisi dagli Americani ad Abu Graib, o Afghani uccisi a
Bagram, o Palestinesi massacrati a Gaza dagli Israeliani?
Infine si ricorda nell’articolo che le elezioni
presidenziali del 2014, in cui Bashar al-Assad vinse con l’88% dei voti, furono
contestate dalla Lega Araba. Ma di quale Lega si parla? Quella dominata dai
reucci ed emiri del Golfo arricchitisi col petrolio e sponsor del terrorismo?
Assad ebbe un fiume di voti anche tra i Siriani emigrati all’estero, là dove i
governi non impedirono il voto, come in Italia, e oggi tutti i paesi arabi
rimasti laici e salvatisi dall’ondata jihadista, come l’Algeria, il Libano,
l’Egitto, l’Iraq, sostengono esplicitamente il governo siriano. La vittoria
dell’esercito siriano ad Aleppo ed i
segnali di cambiamento della politica turca forse potranno portare ad un
armistizio ed a nuove elezioni politiche e presidenziali, senza condizionamenti
esterni. Allora potrà vedersi come il popolo sovrano siriano intenda
determinare il suo destino.
Intanto anche in Occidente comincia a farsi strada una
narrazione più veritiera, anche grazie alle semplici ma efficaci parole di Eva
Bartlett.
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