di Stefano Mauro
21 dicembre 2016
Roma, 21 dicembre 2016, Nena News - Dopo aver fornito i nomi
di alcuni di questi agenti, (Moetaz Ogaklan Uglu, turco; David Sott Wener,
americano, David Shlomo Aram, israelieno; Mohammad Sheikh al-Islam al-Tamimi,
qatariota; Mohammad Ahmad al-Sebiane, saudita; Abdel Menhem Fahd al-Hrei,
saudita; Ahmad Ben Nawfal al-Dreij, saudita; Mohammad Hassan al-Sbaï, saudita;
Qassem Saad al-Sumeiri, saudita; Ayman Qassel al-Thaalbi, saudita; Ahmad
al-Tiraoui, giordano; e Mohammad al-Chafii al-Idrisse, marocchino), il
diplomatico siriano ha dichiarato che “questi sono gli agenti che hanno fornito
le loro generalità” ma molti altri stanno tentando di lasciare Aleppo in questi
giorni, cercando di mescolarsi con i civili o con i “ribelli”.
Nella seduta all’Onu relativa all’invio di ulteriori
osservatori, Jaafari ha ribadito che “è proprio per questo motivo che abbiamo
visto un certo isterismo nel Consiglio di Sicurezza, visto che le nazioni
occidentali, che hanno proposto numerose tregue, miravano a salvare i loro
agenti sul campo con l’invio di osservatori”.
La notizia è stata diffusa nei giorni precedenti da numerosi
siti mediorientali (Al Manar, Press TV) e occidentali (Global Research,
Voltaire.net). Il fermo di diverse “spie”, però, conferma le accuse rivolte dal
Cremlino e da Damasco circa un reale e concreto supporto logistico dei paesi
della coalizione e sostenitori dei “ribelli moderati” legati al Fronte Jabhat
Fatah al Sham (ex Al Nusra o Al Qaida).
Il giornalista siriano Said Hilal Alcharifi ha riportato
sull’agenzia stampa siriana Sana la notizia della cattura di numerosi agenti
“occidentali e NATO” con la seguente dichiarazione: “Grazie ad
informazioni di intelligence, le truppe
siriane hanno trovato il quartier generale degli agenti occidentali/Nato
presenti ad Aleppo Est e li hanno catturati…alcuni nomi di questi agenti sono
già stati forniti ai giornalisti”.
Secondo alcuni analisti vista la nazionalità degli agenti
(americani, inglesi, francesi, tedeschi, sauditi, turchi, qatarioti e
israeliani) ed il loro ruolo, le autorità siriane possiedono un “tesoro” utile
per i futuri accordi con quei paesi che hanno sostenuto per anni la sua
disintegrazione.
Sono stati numerosi, soprattutto in questi ultimi mesi, gli
articoli e le indiscrezioni di quotidiani come l’inglese The Telegrapho gli
americani LA Timese New York Times che hanno riportato azioni delle forze
speciali inglesi o della CIA per la fornitura di armi o per l’addestramento sul
campo delle forze “ribelli” comprese quelle di Al Nusra. Articoli confermati da
un recente accordo ufficiale tra le autorità di Damasco e quelle di Ankara per
la liberazione di militari turchi, catturati nell’area di Aleppo.
Riguardo la sospensione del ritiro degli ultimi ribelli, Jaafari
ha dichiarato che oltre 8mila miliziani hanno abbandonato i quartieri di Aleppo
est: la maggioranza dei quali verso Idlib, roccaforte di Al Nusra, e alcune
milizie verso Raqqa, capitale di Daesh.
Secondo il diplomatico siriano la sospensione dell’evacuazione
è stata “legata al tentativo di alcuni gruppi ribelli di fuoriuscire con armi
pesanti e missili,” vietati dall’accordo. Numerosi miliziani si sono arresi ai
militari siriani, grazie anche alle dichiarazioni circa una nuova amnistia
promessa da Assad. “Tutti fatti e persone documentati e fotografati”, come
riportato dalle autorità siriane e russe, “per evitare false accuse”come le
esecuzioni di massa riportate da alcuni media statunitensi e prontamente
smentiti da Mosca, supportata anche “dalla presenza di numerosi osservatori Onu
e della Mezzaluna rossa nelle aree di
raccolta, identificazione e uscita ”.
Infine è ripresa anche l’evacuazione dei villaggi sciiti di
Kfraya e Fouaa, assediati dalle milizie jihadiste di Al Nusra, dopo che alcuni
miliziani qaidisti avevano bruciato numerosi autobus verdi come segno di
sfida e
disaccordo nei confronti del regime siriano. Per Jaafari la liberazione
definitiva di Aleppo e l’abbandono delle milizie jihadiste ribelli durerà
ancora pochi giorni.
Nena News
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