mercoledì 6 settembre 2017

UN GRAVE ERRORE: RISPOSTA ALLE DICHIARAZIONI DI DI BATTISTA (M5S)

di Fulvio Grimaldi

Caro Alessandro Di Battista, faccio il giornalista da oltre mezzo secolo, oggi indipendente ma  vengo da organi come la BBC, Paese Sera, Panorama, L’Espresso, Rai-TG3. Sono un sostenitore del M5S e con il MoVimento ho organizzato nella mia zona molte pubbliche iniziative (con Morra, Ruocco, Imposimato, Lanutti, Scibona, Bertorotta..). Ho intervistato deputati e senatori del MoVimento, compreso te, sono amico di Ornella Bertorotta e ho partecipato a numerose vostre iniziative alla Camera e al Senato. Ho lavorato con militanti  5Stelle sul territorio per i miei documentari e articoli. Spero che tutto questo mi dia un po’ di credibilità.
Conosco la tua esperienza in America Latina e nel Sud del mondo e quindi presumo una tua profonda conoscenza del modus operandi di certe grandi potenze dagli insopprimibili appetiti coloniali in quelle parti del mondo.
Perciò sono rimasto sinceramente esterrefatto per le tue dichiarazioni alla Camera sulla questione Giulio Regeni e, in particolare, per aver accreditato la manifesta bufala di un giornale come il New York Times sulle presunte “prove inconfutabili” di un suo articolo assolutamente privo di prove inconfutabili che sarebbero state fornite da un oscuro e anonimo funzionario dell’amministrazione Obama. Prove di cui da allora non si è saputo più nulla. Considerare il NYT lo standard aureo dell’informazione è perlomeno azzardato, visto il ruolo che questo quotidiano, espressione dell’estrema destra israeliana, ha sempre sostenuto nell’avallare le ragioni, false, per tutte le guerre d’aggressione Usa, comprese le famigerate armi di distruzione di massa.

La questione Regeni è complessa e vi si incrociano interessi dichiarati e molto poco dichiarati. Merita un’analisi attenta come quella che in parecchi, compreso il sottoscritto, vi hanno dedicato. Va inquadrato nella contesa geopolitica sul controllo dell’Egitto e dei suoi rapporti con un paese cruciale nel Mediterraneo come l’Italia, controllo che è diventato oggetto di contesa soprattutto da quando l’Egitto, sotto la spinta di  una rivolta di massa (molto meno che di un golpe militare che la ha solo assecondata), si è liberato del regime oppressivo e integralista  dei Fratelli musulmani, da sempre fiduciari degli interessi coloniali occidentali nel mondo arabo e matrice di buona parte del terrorismo che oggi vi imperversa.

Ciò che turba  nell’accanita campagna per la verità per Giulio Regeni è che tutti trascurano i precedenti professionali del giovane e in particolare il suo lavoro per un gruppo di persone specializzate in operazioni sporche: i dirigenti dell’impresa transnazionale di spionaggio “Oxford Analytica” John Negroponte, organizzatore degli squadroni della morte in Nicaragua e Iraq, Colin McColl, già capo dell’MI6, e David Young, processato e incarcerato per il suo ruolo nello scandalo Watergate.

Aggiungo alcuni illuminanti dettagli, già ripetutamente riferiti in miei articoli sul blog e su FB, oggi riassunti da chi si occupa del caso da tempo,  che non dovrebbero essere trascurati da chiunque voglia occuparsi, in alternativa ai produttori di fake news nei massa media al servizio del complesso militar-finanziario-securitario, di politica estera con onestà e competenza.

Grazie dell’attenzione.
Con stima e amicizia,

Fulvio Grimaldi
www.fulviogfrimaldicontroblog.info

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