giovedì 18 marzo 2021

SIRIA: SANZIONI E BUGIE. L’AFFARE “CAESAR” ED I PRESUNTI ATTACCHI CHIMICI


 di Vincenzo Brandi


Roma 17 marzo 2021

Nel decimo anniversario della guerra in Siria, iniziata nel marzo del 2011, si sono sentiti una serie di scontati commenti ostili al Governo siriano da parte di giornalisti e commentatori occidentali. In Italia si è distinta, tra gli altri, l’enfatica Lucia Goracci, che sembra aver assunto quel ruolo che fu già della lamentosa Giovanna Botteri: cioè quello di riportare e veicolare le veline provenienti da governi e servizi segreti occidentali. La Goracci si lamentava delle tragiche condizioni della popolazione siriana dopo 10 anni di guerra. Peccato che si è dimenticata di ricordare che siamo noi, paesi occidentali, ad affamare la Siria con delle pesanti sanzioni e continuando a fornire aiuti alle formazioni cosiddette “ribelli” (in realtà formate dai peggiori terroristi integralisti islamici, come le bande di Al Qaida e simili). Vaste zone della Siria, le più ricche di petrolio e gas, sono occupate illegalmente da truppe statunitensi che impediscono alla Siria di poter usufruire dei proventi provenienti dalla loro vendita per ricostruire il paese e sfamare la popolazione che stava bene e non aveva alcun problema alimentare prima della guerra.

La narrazione occidentale getta la colpa di questa tragedia sul presidente Assad, presidente eletto in regolari elezioni, così come l’ex-presidente jugoslavo Milosevic, l’ex presidente dell’Ucraina Janukovich, il presidente venezuelano Maduro e quello della Bielorussia Lukascenko, tutti invece indicati dai mass media occidentali come “dittatori” solo perché non si sono piegati ai voleri degli USA e della NATO. Si narra la favola che all’inizio le proteste in Siria furono pacifiche e che sarebbero state iniziate da un gruppo di ragazzini a Deraa, poi arrestati e torturati. Basta leggere il documentatissimo libro del professore australiano Tim Anderson – “La sporca guerra contro la Siria” - per capire invece che la rivolta armata era stata già accuratamente organizzata da tempo con basi in Giordania e Turchia, dove venivano addestrati i futuri terroristi, e che quei ragazzini non sono mai esistiti.

Nel corso della guerra sono state dette innumerevoli bugie. Ricordo di avere visitato personalmente una mostra organizzata da Amnesty International in cui si vedevano corpi di persone torturate ed uccise. Sarebbero state foto scattate da un fantomatico agente di polizia siriano, soprannominato “Caesar”, poi pentitosi e scappato in occidente. Sfortunatamente i corpi nelle foto erano del tutto anonimi e i visi in genere irriconoscibili, per cui si poteva sospettare che non fossero nemmeno siriani (forse iracheni torturati ed uccisi dagli statunitensi ad Abu Graib?) e nessuno ha mai visto o conosciuto questo fantomatico Caesar. Quando chiesi ai responsabili di Amnesty di darmi maggiori particolari ed il nome vero di Caesar, non seppero che rispondere. Era chiaro che avevano accettato a scatola chiusa le foto e le veline di governi e servizi segreti occidentali (USA, UK, Francia?) senza fare verifiche.

Recentemente un gruppo di intellettuali, come il noto statunitense Chomsky ed il noto musicologo Roger Waters, si è costituito come Courage Foundation ed ha chiesto indagini realmente indipendenti su presunti attacchi chimici che sarebbero stati fatti dall’esercito siriano a Douma e a Khan Younis. Vari membri della commissione incaricata dall’ONU di accertare la verità hanno rivelato di avere subito fortissime pressioni perché fosse stata gettata la colpa sul governo siriano senza prove, mentre molti (ad esempio anche il prestigioso Massachussets Technology Institute) hanno affermato che non esistevano prove, e le persone più imparziali ed informate ritengono che si tratti di provocazioni organizzate dai “ribelli” per fornire ai paesi della NATO la scusa per intervenire militarmente. Ed infatti furono effettuati bombardamenti sul paese da parte dell’esercito USA. Ancora oggi i bombardamenti continuano quasi ogni giorno da parte degli USA e del loro alleato Israele. Si tenta di impedire la ricostruzione del paese e di spingere la popolazione esausta alla rivolta, dopo che è fallito il tentativo di estromettere con la forza il governo di Assad, dimostratosi più forte e popolare del previsto. Anche l’Italia, pur se i governi cambiano, continua a partecipare a questa vera aggressione. ONG italiane ed internazionali, opportunamente foraggiate, come “Un ponte per” e “Medici senza frontiere” forniscono aiuti ai “ribelli” e li negano alle zone controllate dal governo legittimo. Tuttavia siamo fiduciosi sul fatto che l’antichissimo e coraggioso popolo della Siria, pese laico che è stato sempre aperto a tutte le religioni, alle diverse etnie, ai diritti delle donne, e ad una cultura moderna, trionfi alla fine sui suoi aggressori.


1 commento:

  1. Purtroppo questo è lo stato delle cose. La sola speranza, e non solo per i siriani ed il loro Paese, è che Assad rimanga al suo posto e mantenga unita la Patria.
    Gli aggressori hanno gettato la maschera. Almeno quello.
    Vergogna Italia.

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