23 gennaio 2024
1) Diego Siragusa, nel suo ultimo libro, “Dialogo impossibile con un
rabbino” lei mette in evidenza, tra i tanti aspetti analizzati, anche l’ideologia
alla base del sionismo. Ci può spiegare la relazione tra questo e il
colonialismo occidentale?
Ho avuto l’opportunità di spiegarlo in una recente intervista
a un periodico di storia. Il colonialismo sionista ha una natura diversa dal
colonialismo occidentale. Quello dei paesi occidentali aveva un percorso verticale,
dall’alto, per mezzo della dominazione armata. I paesi colonizzati servivano
per sfruttare la mano d’opera e per rapinare le risorse naturali a vantaggio
della borghesia interna. I colonialisti europei non miravano a deportare i
nativi perché avevano bisogno della loro mano d’opera schiavizzata. In
Palestina, invece, la colonizzazione è orizzontale, insediativa, più
subdola, più scaltra. C’è già una comunità ebraica; l’Agenzia Ebraica compra
lotti di terra per costruire i suoi kibbutz dai proprietari ricchi e da quelli
che avevano avuto magri raccolti. Theodor Herzl, il fondatore del sionismo, lo
scrisse nei suoi Diari nel 1885 (sic): «Dobbiamo incoraggiare questa
misera popolazione ad andarsene oltre confine, procurando loro un lavoro nei
paesi di destinazione, e negandoglielo nel nostro. Sia il processo di
espropriazione che quello di allontanamento dei poveri devono essere effettuati
con discrezione e cautela». Il progetto era una colonizzazione d’insediamento
nazionalistica, di pulizia etnica e di genocidio, e Ben Gurion, il padre
fondatore di Israele, lo disse in modo molto chiaro nel 1937, prima della
persecuzione nazista: “Noi dobbiamo espellere gli arabi e prenderci i loro
posti.” La narrazione che era necessario tutelare gli ebrei dalle persecuzioni
cicliche, concedendo loro uno Stato ebraico, era una colossale menzogna.
L’enfasi sui testi biblici, alcune pietre di epoca erodiana, le rovine di
Masada e la mitologia del tempio di Salomone furono solo pretesti
propagandistici, che durano tuttora, per giustificare un “diritto” inesistente
al ritorno accompagnato dalla leggenda ignobile della “Terra Promessa” da dio e
dalla favola del popolo ebraico come “popolo eletto”. Eletto da chi? Da
nessuno.
Il colonialismo classico aveva come scopo lo sfruttamento di
risorse e la schiavizzazione dei nativi; il sionismo, invece, ha perseguito
subito un insediamento etnico-religioso eseguibile fino in fondo con la
sostituzione di un popolo con un altro.
2) Nel suo libro lei analizza anche la questione del cosiddetto “antisemitismo”,
usato dalla propaganda occidentale-israeliana per bloccare ogni forma di
denuncia pubblica dei crimini israeliani. Ce ne può parlare?
L’antisemitismo ha ricevuto un valore aggiunto dopo la scoperta dei campi
di sterminio nazisti. È diventato la summa di tutti i mali e l’Olocausto è
diventato una religione che sacralizza gli ebrei. Consapevoli di avere in mano
un manganello per bastonare tutti coloro che criticano il sionismo e lo stato
di Israele, gli ebrei sionisti lo usano ad libitum per criminalizzare
chiunque osi denunciare i loro crimini nefandi. La risposta più efficace è
stata data dalla ex ministra laburista Shulamit Aloni durante una intervista
alla piccola TV americana Democracy now: «Antisemita? È un trucco. Lo
usiamo sempre per reprimere le critiche legittime agli ebrei e al sionismo
israeliano».
Ci sono governi occidentali che perseguitano i militanti filopalestinesi e
hanno leggi per reprimere le critiche a Israele con sanzioni pecuniarie e il
carcere. Nei primi giorni del genocidio a Gaza, a New York, circa 300 ebrei
antisionisti che manifestavano con una maglietta nera su cui era scritto CEASE
FIRE NOW sono stati ammanettati dalla polizia e portati in carcere. Persino la
richiesta del “cessate il fuoco” è stata etichettata come antisemitismo dalla
stampa corrotta e dai governi come quello del sig. Biden. Io stesso sono
ritenuto dagli ebrei italiani “antisemita”, epiteto usato contro di me anche da
esponenti dell’ANPI marcati PD. Siccome gli arabi sono semiti, accusarmi di
antisemitismo è una barzelletta. Sono, quindi, in buona compagnia.
3) Nel suo “dialogo” con un sionista viene fuori la menzione a Israele come
paese democratico, multietnico, sviluppato, faro dell’umanità. La solita
propaganda della terra disabitata fatta fiorire da Israele?
Un ebreo sionista inglese che si chiamava Israel Zangwill,
legò il suo nome a questa menzogna: «Una terra senza popolo per un
popolo senza terra». Questa era la Palestina? Negli anni ’20, un intellettuale
ebreo russo, un mistico, Asher Hirsch Ginsberg fece un viaggio in Palestina e
scoprì che tutta la Palestina era abitata e coltivata. «Solo le
dune di sabbia e le montagne rocciose non sono coltivate…» - disse
al suo ritorno. Testimoniò anche la violenza con cui gli ebrei trattavano i
palestinesi e li umiliavano. Tutto questo è documentato nel mio libro IL
TERRORISMO IMPUNITO da pag. 25 in avanti.
Israele è una democrazia? Hasbara, la solita, consunta
propaganda. No, non è una democrazia! Israele non ha una costituzione e non ha
confini perché ruba la terra ai palestinesi e ai paesi confinanti. Oltre cinque
milioni di nativi sono trattati come schiavi e subumani, senza diritti e alla
completa mercé dei colonizzatori che commettono su di loro tutti gli abusi più
spietati. Le teste pensanti nelle università israeliane, come il prof.
Hiftachel, hanno, giustamente, parlato di ETNOCRAZIA. La recente legge che
definisce lo stato di Israele come lo stato dei soli ebrei conferma questa
definizione. Stato laico? No, confessionale. Uguaglianza davanti alla legge?
Per gli ebrei sì, per i palestinesi no; in tribunale perdono tutte le cause. Perché?
I giudici sono tutti ebrei sionisti. I partiti religiosi e i rabbini più
fanatici e messianici hanno fatto il resto: giudaizzare la Palestina, rimuovere
le chiese cristiane e le moschee. I rapporti, infatti, con la chiesa di Roma
sono tesi e tuttora prevale in Vaticano una eccessiva prudenza per non
compromettere il dialogo interreligioso. A Gaza hanno distrutto le chiese
cristiane e non esiste più una sola moschea. Anche edifici religiosi antichi,
ricchi di valore storico, sono stati distrutti. Quando l’11 luglio 2004
incontrai Yasser Arafat alla Mukata, a Ramallah, alla fine della nostra
conversazione mi diede una fotografia che documenta la distruzione della chiesa
di santa Barbara, un’antica chiesa cristiana. Questo si chiama “memoricidio”.
4) Lei parla del “potere pervasivo e totalitario” di ebrei sionisti nel
mondo. Ci può spiegare meglio?
Nel mio libro sono riportati diversi casi di persecuzione verso gli
avversari del sionismo e sostenitori dei diritti dei palestinesi. In
Inghilterra sono riusciti a distruggere il capo dei laburisti, Jeremy Corbin.
Perché? Perché se Corbin avesse vinto le elezioni e fosse diventato Primo
Ministro, la politica estera britannica sarebbe cambiata in Medio Oriente e in
altre aree del mondo. Per questa ragione i sionisti hanno scatenato una
campagna criminale e diffamatoria contro di lui e altri politici antisionisti.
Lo scandalo è che i vertici del partito laburista hanno obbedito alla comunità
ebraica inglese come e peggio dei servi. Intellettuali, attori, scrittori,
registi, poeti sono nel mirino dei sionisti: se critichi Israele la tua
carriera è rovinata e potresti perdere il posto di lavoro. Negli Stati Uniti i
casi non si contano più. Quasi tutte le case produttrici cinematografiche sono
controllare dai sionisti; allo stesso modo giornali e riviste di larga diffusione.
In Italia l’informazione è controllata dai sionisti: La Stampa, Il Corriere
della Sera, Repubblica, la Rai, Rai Storia, Rai libri, Mediaset ecc.. Rammento
sempre che il libro GIORNALISTI COMPRATI di Udo Ulfkotte, che ho tradotto dal
tedesco, non ha ricevuto una sola recensione. Solo ByoBlu mi ha
intervistato e ha realizzato una registrazione della mia presentazione in una
libreria. Perché? Perché è difficile trovare un giornalista che non sia stato
comprato almeno una volta.
5) Chi critica Israele e il sionismo finisce perseguitato e boicottato...
Nel suo libro lei elenca “5 reazioni” delle comunità ebraiche sioniste nel
mondo.
Si. Mi hanno colpito il linguaggio stereotipato e le reazioni isteriche ad
ogni forma di critica agli ebrei in quanto tali, ai sionisti e a Israele. Si
compattano come una falange e attaccano a testa bassa. Nella loro paranoia
tribale, evidentemente, mantengono uno stretto rapporto operativo. Ricordo che all’Università
di Torino, i giovani studenti del PROGETTO PALESTINA avevano organizzato un
convegno sulla DETENZIONE AMMINISTRATIVA, l’abuso che consente a Israele di
arrestare i palestinesi e tenerli in carcere anche anni senza un’accusa. Tra i
relatori c’era un mio amico, docente a Liverpool, che fu attaccato il giorno
prima dai sionisti i quali mandarono dei loro emissari, tra i quali alcune
donne, a disturbare il convegno e rumoreggiare. Lo stesso era successo con
Shlomo Sand durante il FestivalStoria 2011 presso l'Università di
Torino. Le 5 reazioni sono queste:
1 - Uniformità di comportamento
2 - Rapidità di attacco;
3 - Violenza verbale e aggressività;
4 - Ripetitività delle accuse (antisemitismo, calunnie, diffamazione)
5 - Mobilitazione per la repressione del dissenso e di ogni critica.
6) La comunicazione occidentale - mainstream e social - è basata su doppi
standard e manipolazione dei fatti. Ce ne può parlare?
Faccio un’affermazione perentoria: se l’informazione planetaria fosse stata
onesta nella descrizione della natura razzista e suprematista del sionismo e
avesse riportato correttamente i crimini di Israele, tutto l’oceano di sangue
che ha attraversato la storia del Medioriente postbellico e prebellico non ci
sarebbe stato. L’informazione putrefatta e corrotta dell’Occidente ha sparato
pallottole criminali che hanno determinato morti e feriti. Le menzogne, ormai
confermate, sui fatti del 7 ottobre 2023 sono servite ad armare la furia
omicida di Israele che non accenna a fermare il genocidio a Gaza. Come ha
scritto Ulfkotte nel suo libro, tutta l’informazione occidentale è controllata
e influenzata dalla CIA, dagli USA, dai servizi segreti e dall’alta finanza
liberista e monopolista. Chi esce dal recinto o disobbedisce è perduto.
L’abbiamo visto con la guerra in Ucraina e, ora, lo vediamo sulla carne dei
palestinesi e degli arabi.
7) Cresce nell'opinione pubblica mondiale l'avversione verso il sionismo e Israele a causa dei loro crimini. Con la guerra israeliana in corso su Gaza, questo sentimento è ancora più forte, ma Israele continua a fare la “vittima”, sostenuto dai regimi e dai media occidentali...
È la prosecuzione del “trucco” dell’antisemitismo
denunciato da Shulamit Aloni. I sionisti praticano un ricatto morale su tutti,
come se volessero dirci: “Se ci criticate sarete responsabili
dell’antisemitismo e delle persecuzioni che poi subiremo”. Più volte ho/abbiamo
risposto dicendo: “Gli arabi sono semiti e noi difendiamo le loro ragioni.
Secondo quale logica saremmo antisemiti?” La verità è che hanno sequestrato il
significato delle parole. Sanno che quella parola è una pietra contundente nell’immaginario
collettivo e non esitano a scagliarla. Sanno che i loro complici, il sistema
corrotto dell’informazione e i lacchè politici faranno a gara per ossequiarli.
Nel libro racconto vari episodi persecutori che mi riguardano come quando, alla
Fiera del Libro di Roma, tentarono invano di impedirmi di presentare la mia
traduzione del primo volume dell’opera di Alan Hart, SIONISMO IL VERO NEMICO
DEGLI EBREI. I sionisti della Sardegna, invece, riuscirono a toglierci la sala
della CGIL di Sassari dove dovevamo, io e Alan Hart, presentare quel libro. Fu
sufficiente dire ai dirigenti della CGIL che io e Alan Hart siamo antisemiti e questi
stolti ubbidirono. In prima linea in Italia, per questa missione di censura,
oltre ai partiti di destra, ci sono: il PD, quasi tutte le sezioni dell’ANPI e
settori della CGIL. Una infame e orrenda opera persecutoria da parte di ex
comunisti ed ex democristiani.
8) Nel suo libro parla della “pedagogia dell'odio” che Israele mutua dalla Bibbia, con i suoi tantissimi passi violenti e genocidi. Questo argomento, nonostante sia sempre più diffusamente affrontato dagli storici, è ancora tabù: tra sionismo e insegnamenti biblici ebraici c’è una relazione? Qual è la relazione tra colonialismo sionista ed ebraismo?
Tra i primi pionieri che vennero a colonizzare la Palestina è difficile trovare documenti fotografici con gli uomini che indossano la kippah, lo zucchetto. La indossavano, invece, gli ebrei che da diversi secoli convivevano in pace e rispetto con gli arabi. Questa cupola, tale è il significato della parola Kippah, è un simbolo di quello che io chiamo “idiotismo religioso”. Gli ebrei dicono che, per rispetto, bisogna coprirsi il capo davanti a dio, che sta in alto, è obbligatorio in sinagoga e si può togliere solo per fare il bagno e per dormire. Dio sta in alto? Chi l’ha detto? Il filosofo ebreo Spinoza era panteista, quindi per lui dio è dappertutto. Ammettiamo che sia “in alto”, cosicché dio sarebbe così stupido che potrebbe offendersi se un ebreo non indossa la kippah? La solita antropomorfizzazione di dio. Negli ultimi decenni è diventata molto più frequente la presenza nel governo e nell’esercito di uomini con la kippah, segno evidente della loro appartenenza a correnti e sette del giudaismo e a gruppi religiosi messianici, gli stessi che predicano il razzismo e la persecuzione contro tutto ciò che non è ebraico. Nel libro ho citato questa frase di Einstein:
«Per me, la parola Dio non è niente di più che
un’espressione e un prodotto dell’umana debolezza, e la Bibbia è una collezione
di onorevoli ma primitive leggende, che a dire il vero sono piuttosto
infantili. Nessuna interpretazione, non importa quanto sottile, può farmi
cambiare idea su questo. Per me la religione ebraica, come tutte le altre, è
un’incarnazione delle superstizioni più infantili».
(Dalla lettera indirizzata nel 1954 da Albert Einstein al filosofo Eric Gutkind)
Quindi, i
sionisti sono sempre meno laici e sempre più estremisti tribal-religiosi,
seguaci di rabbini psicopatici. In questi giorni abbiamo sentito ministri
suggerire lo sterminio dei palestinesi con la bomba atomica. C’è un altro
episodio inquietante: due deputati fanatici hanno proposto una legge per
perseguitare coloro che diffondono il cristianesimo. Il 9 gennaio scorso, senza
rendere noto quanto il loro progetto, due deputati del partito del Giudaismo
della Torah Unita, Moshe Gafni e Yaakov Asher, hanno presentato un disegno
di legge denominato: «Divieto di proselitismo per la conversione religiosa»,
che vieterebbe espressamente l’evangelizzazione, dichiarando illegale qualsiasi
tipo di annuncio che si richiami alla figura di Gesù Cristo e ai suoi
insegnamenti. Sono arrivate proteste da ogni parte del mondo, anche dagli Usa.
Netanyahu, consapevole che l’Occidente suo alleato è tutto cristiano, ha
promesso che bloccherà il disegno di legge, però si è affrettato a paragonare i
palestinesi agli Amaleciti, la popolazione che Saul, il primo re d’Israele, deve
sterminare per ordine del profeta Samuele (cfr. 1 Sam 15). Subito dopo,
Netanyahu ha paragonato i combattenti sionisti del 1948 a Giosuè figlio di Nun,
colui che, secondo la Bibbia, avrebbe conquistato la terra promessa 3000 anni
fa. I sionisti atei, come Golda Meir e Ben Gurion, usavano per convenienza i
mitologemi della Bibbia per non deludere la parte fanatica-messianica degli
israeliani. L’ebraismo, nel corso del tempo, si è evoluto da religione a
tradizione etnico-culturale nella quale si riconoscono anche gli ateisti. Ci
sono quelli come Shlomo Sand che hanno smesso di essere ebrei, e questi ne ha
motivato le ragioni col suo libro COME HO SMESSO DI ESSERE EBREO, pubblicato da
Rizzoli. La grandissima maggioranza si riconosce nello stato di Israele e nelle
sue manifestazioni criminali e aberranti.
9) Il rapporto che lega tra loro le religioni monoteistiche
abramitiche sigilla il discorso di coloro, tra gli studiosi di storia,
archeologia, filologia semitica e scienze religiose, che vorrebbero raccontare
verità altre sui testi sacri, soprattutto la bibbia. Qual è la sua idea?
Quando discuto con qualcuno che tende a dare credito alle narrazioni
bibliche mi risponde dicendo che devo INTERPRETARE e non leggere alla lettera
se voglio capire la religiosità di questo popolo. Un grande studioso e
archeologo italiano, Mario Liverani, nel suo libro OLTRE LA BIBBIA, STORIA
ANTICA DI ISRAELE (edito da Laterza) afferma che ormai tra gli studiosi è
normale considerare gli episodi biblici come “novellistica”. Uno studioso che
ha tradotto la Bibbia, come Mauro Biglino, ha inferto altri duri colpi ai
mitologemi su cui sguazzano i fanatici del giudaismo. I teologi cattolici e
protestanti sanno che lo strano dio della Bibbia incita al massacro, alla
violenza e al genocidio ma cercano giustificazioni, interpretazioni di comodo
per non dire la verità. Il paragone col Nuovo Testamento è abissale, qui Gesù
predica l’amore, nella Bibbia Yahweh esorta allo sterminio e alle uccisioni. Domanda:
chi è il dio della Bibbia?
10) Vogliamo affrontare un altro argomento ostico? Il dio di Israele,
in realtà un comandante militare genocida divinizzato tra il VI e il IV secolo
a.C. da rabbini e re per questioni politiche, invoca costantemente la pulizia
etnica dei popoli dove le tribù ebraiche si insediavano...Tali ordini sono
continuamente citati da leader e soldati israeliani nell'attuale genocidio a
Gaza.
Concordo con le affermazioni della domanda. È sorprendente che questo
personaggio si presenta a Mosé dicendo il proprio nome: Yahweh. Come può un dio
avere un nome? I nomi servono per distinguerci. Quindi c’erano più dei? Le
varie traduzioni della Bibbia hanno cercato di porre rimedio a queste
assurdità, ma invano. Biglino sostiene che Yahweh sia un alieno: tesi
inaccettabile. Yahweh era eliòn, il superiore, il comandante, colui che
sta in alto. I rabbini messianici, convinti di poter dire “Dio è con noi”,
hanno solo contribuito a fanatizzare gli israeliani e a coprirli di un manto di
invincibilità che è la radice della loro onnipotenza o arroganza, la hybris
come la chiama il poeta Amnon Shmosh che ho citato nel libro, concetto che mi è
servito per il sottotitolo del libro.
11) Dalla questione precedente si arriva al concetto di superiorità etnico-razziale, quindi di razzismo, e alla disumanizzazione del nemico e del resto del mondo... Israele è uno stato etnocratico-teocratico, con un forte impianto tribale e suprematista.
Nel libro ho citato diverse frasi deliranti di rabbini che predicano
l’omicidio e il razzismo verso i non ebrei senza curarsi del danno che arrecano
a sé stessi e alla loro gente. Un parroco di campagna cattolico, ignorante e
reazionario non solo si vergognerebbe di dire cose simili verso i non
cattolici, ma non riuscirebbe neanche a pensarle. Loro, invece, le dicono e se
ne vantano, come i soldati israeliani che esultano per aver ucciso donne e
bambini come se fossero oggetti per una gara al tiro a segno. Nel mio libro c’è
una tabella comparativa che elenca le similitudini tra nazismo e sionismo.
Mentre facciamo questa conversazione, non cessano le uccisioni a Gaza ed è
stato diffuso dalle Comunità Ebraiche italiane un vademecum per la
Giornata della memoria del 27 gennaio. Ebbene, dimostrando totale assenza di compassione
e pietà umana, gli ebrei dichiarano che “condannare Israele per Gaza è antisemitismo”.
Questo conferma quello che ho sempre pensato: gli ebrei sionisti sono
irredimibili. Sono votati al suicidio o all’Armageddon che sarà la distruzione
del mondo.
12) Shlomo Sand afferma che l’etnia ebraica è fittizia... In generale, il
concetto stesso di nazione è “immaginato”, come sosteneva Benedict
Anderson nell'ambito di una
riflessione sui processi storici di decolonizzazione. Pertanto, la nazione
ebraica sarebbe inventata come collante tra le comunità ebraiche disperse nel
mondo e molto differenti tra loro per appartenenza etnica e linguistica... Non dimentichiamo il razzismo interno a Israele, tra askenaziti,
sefarditi e tutti gli altri...
Lei fa riferimento alle opere Comunità immaginate di Benedict
Anderson e Nazioni e nazionalismo di Ernest Gellner. Shlomo Sand ha
scandalizzato la società israeliana col suo libro L’invenzione del popolo
ebraico, ha subito attacchi, insulti e persecuzioni. Come si può parlare di
popolo ebraico dopo 3000 anni? Quante commistioni, quanti intrecci parentali e
meticciati si sono originati dalla diaspora e dall’assimilazione dei seguaci
del giudaismo in giro per il mondo? Ebrei sefarditi, askenaziti, falascià e
mitzrahim… Viene il capogiro solo a pensarci.
Genocidio a Gaza |
13) Veniamo ora al caso di genocidio contro Israele presentato dal Sud
Africa alla Corte internazionale di Giustizia dell’Aja. Cosa pensa che
succederà?
Ho letto una parte del documento presentato dal Sud Africa. Le prove e le
argomentazioni sono schiaccianti. I giuristi sudafricani hanno fatto un lavoro
eccellente a cui la controparte israeliana ha risposto in modo fragile e
bassamente propagandistico. Non essendo un giurista, ho chiesto l’opinione a un
amico che insegna Diritto Internazionale in una università inglese: questa è la
risposta sintetica che ho ricevuto: RESTO OTTIMISTA. Speriamo che sia davvero
così, ma quando scopro che il ministro degli Esteri francese, Stéphane
Séjourné, afferma che il suo paese non sosterrebbe la decisione della Corte Internazionale
di Giustizia se si pronunciasse contro Israele perché accusarlo di genocidio
significa “varcare una soglia morale” e “sfruttare la nozione di genocidio per
scopi politici”, allora abbiamo la prova provata che l’Occidente liberista
continuerà ad essere il regno della barbarie, vessillifero di nuove catastrofi.
Diego Siragusa
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