giovedì 17 ottobre 2024

I PALESTINESI TRA DUE FUOCHI: SIONISTI E REGIMI ARABI CORROTTI

Un veicolo appartenente alla Sinai Tribes Union nel Sinai settentrionale 
(Facebook/SinaiTribes.AR)


I PALESTINESI TRA DUE FUOCHI: SIONISTI E REGIMI ARABI CORROTTI

di Diego Siragusa


Seconda parte


Organy ora ha 50 anni e possiede un gigantesco impero commerciale che spazia dall'edilizia, all'estrazione mineraria, ai viaggi, all'ospitalità e alla sicurezza privata. 

In passato era stato in carcere subendo torture e maltrattramenti. Organi stava scontando una pena in carcere per aver rapito decine di poliziotti dopo un incidente in cui suo fratello era stato ucciso da un agente a un posto di blocco nella penisola egiziana del Sinai. Fu rilasciato circa due anni dopo. 

Organy è stato sempre più al centro dell'attenzione dei media dopo la guerra di Gaza. Un'agenzia indipendente ha etichettato il Sinai come la "penisola di Organy", riflettendo la sua ampia influenza nella regione nord-orientale. Un'altra lo ha descritto come l'"Hemeti" dell'Egitto, tracciando analogie tra lui e il signore della guerra sudanese Mohamed Hamdan Dagalo. 

Ma quanto è influente Organy? E ha davvero il potenziale per emergere come rivale dell'esercito egiziano come ha fatto Hemeti in Sudan? 

Appartiene alla tribù Tarabin, una delle tre tribù più grandi del Sinai settentrionale, le altre due sono Sawarka e Romaylat. Attualmente è a capo dell'Unione delle tribù del Sinai, un gruppo paramilitare composto in gran parte da membri della sua tribù. Secondo una fonte tribale del Sinai, Organi ha iniziato la sua carriera come tassista nel Sinai settentrionale, utilizzando il suo pick-up. Era anche impegnato in redditizie attività di contrabbando verso Gaza e Israele, ha detto la fonte. Si ritiene inoltre che Organy abbia guadagnato denaro addebitando spese agli uomini d'affari che utilizzavano l'area della sua tribù per progetti di costruzione. 

I Tarabin, i Sawarka e i Romaylat furono oggetto di una feroce repressione delle misure di sicurezza in seguito agli attentati che colpirono diverse località turistiche nel Sinai meridionale tra il 2004 e il 2006. 

Questa è una storia di corruzione che si coniuga a tante altre che si raccontano nel mondo arabo. Storie di tradimento e di omertà che impediscono pienamente secoli di lotte per il riscatto.

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Non si sa quanti palestinesi abbiano accettato di pagare 5.000 dollari a testa per poter sfuggire al campo di concentramento di Gaza assediato dai soldati israeliani. In ogni caso, questo traffico ignobile con la complicità del despota egiziano Al Sisi, messo al potere dagli Stati Uniti, rivela che la resistenza palestinese si trova tra due fuochi: la fratellanza araba si manifesta a livello di popolo ma non a livello  degli stati arabi sunniti preoccupati di mantenere il loro status e i privilegi, soprattutto le monarchie del golfo, la monarchia marocchina e quella giordana. Tutti costoro sono assenti e complici del genocidio e si limitano, come il traditore re di Giordania, a qualche lagna formale per sedare eventuali rivolte interne.

Solo i musulmani sciiti, Iran, Hetzbollah e gli Houty si sono schierati fino alla propria immolazione e al martirio a fianco del popolo palestinese. Da una parte il nemico sionista, il più feroce e sanguinario della storia, e dall'altra la codardia, la vigliaccheria di tutti gli altri stati arabi, nessuno escluso. 

Tra questi due fuochi i palestinesi cercano la propria salvezza. 

Fine

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