martedì 2 maggio 2017

LA STRAGE DI PORTELLA DELLA GINESTRA

(Il bandito Salvatore Giuliano)

di Andrea Montella

Il 1° maggio 2017 è il settantesimo anniversario della Strage di Portella della Ginestra (Pa), a seguito della quale hanno trovato la morte quattordici tra uomini, donne e bambini che manifestavano contro il latifondismo, a favore dell’occupazione delle terre incolte e per festeggiare la vittoria del Blocco del Popolo, la coalizione formata da Pci, Psi e Pd’A che, nelle elezioni del 20 aprile di quell’anno per l’Assemblea regionale siciliana, aveva conquistato 29 rappresentanti su 90 (il 30,4%), contro i 21 della Dc, che aveva perso 13 punti percentuali rispetto al voto del 2 giugno 1946, passando dal 33,6% al 20,5%.
Su questo gravissimo fatto di sangue, avvenuto mentre nell’Assemblea costituente è in corso la stesura della nostra Costituzione, la ricerca storica ha aggiunto molti particolari che inseriscono l’eccidio nel contesto della strategia della tensione, cioè “in un disegno eversivo unico, teso a decapitare il processo democratico e partecipativo che si realizza in Italia con la lotta di Resistenza e con l’unità delle forze antifasciste” 1.
Un quadro molto diverso da quello che il ministro degli Interni del governo De Gasperi, Mario Scelba, riferisce alla Costituente il pomeriggio del 2 maggio 1947, ad indagini non ancora avviate, una descrizione che esclude ogni natura politica dell’atto e lo riconduce al carattere “feudale” del territorio in cui era avvenuto 2.
La strage è invece molto politica e comporta tra gli effetti più immediati l’espulsione del Partito comunista italiano dal governo 3.
A Portella della Ginestra non era presente solo la banda Giuliano 4, a cui viene attribuita immediatamente la responsabilità della strage, ma anche fascisti della Xa Mas di Junio Valerio Borghese, con elementi dei servizi segreti angloamericani e con “terroristi ebraici” ed “elementi anticomunisti jugoslavi” come emerso da documenti dei servizi segreti britannici.
In un documento del Sis, Servizio informazioni e sicurezza, datato 25 giugno ’47 5 si afferma che la Banda ha contatti stabili con Milano e Roma: “La Banda Giuliano è da ritenersi, fin dall’epoca delle nostre prime segnalazioni, a completa disposizione delle formazioni nere. […] Altra nostra segnalazione di alcuni mesi fa: al bandito Giuliano doveva essere demandato il compito di provvedere all’evasione di [Junio Valerio] Borghese, relegato a Procida 6, perché soltanto l’ex capo Decima Mas era ritenuto in grado di assumere militarmente il rango, per l’influenza esercitata, di capo militare delle formazioni clandestine dell’isola”.
Quale era lo scopo di queste formazioni anticomuniste clandestine ramificate, a cui afferivano l’aristocrazia nera, i neofascisti e i repubblichini, che godevano del supporto sotterraneo dell’Arma dei carabinieri e dei servizi segreti italiani, che erano coordinate dai servizi segreti angloamericani, che ricevevano 10 milioni di lire al mese dalla Confederazione degli industriali dell’Italia settentrionale, e avevano perfino l’appoggio di membri del II governo De Gasperi?
Per contrastare l’avanzata del fronte formato da comunisti e socialisti cercavano in tutti i modi – anche attraverso “un lago di sangue” – di provocare una reazione dei comunisti che portasse a un colpo di Stato; lavoravano per creare le condizioni dell’eliminazione fisica dei militanti del P.C.I. come in Grecia.
La Sicilia viene usata come laboratorio sia di soluzioni politiche, da applicare poi a tutto il Paese, che di questa strategia eversiva: qui si registrano numerosi omicidi di sindacalisti comunisti e socialisti, che vanno dalla strage di Alia (Pa) del 22 settembre 1946, fino agli assassinii di Epifanio Li Puma (2 marzo ’48), segretario della Camera del lavoro di Petralia Soprana (Pa), Placido Rizzotto (10 marzo ’48), segretario della Camera del lavoro di Corleone (Pa) e Calogero Cangelosi (2 aprile ’48), segretario della Camera del lavoro di Camporeale (Pa).
In questo periodo si inscrivono gli assassinii di Giovanni Severino (25 novembre ’46) segretario della Camera del lavoro di Joppolo (Vibo Valentia); Nicolò Azoti (21 dicembre ’46), segretario della Camera del lavoro di Baucina (Pa); Accursio Miraglia (4 gennaio ’47) segretario della Camera del lavoro di Sciacca (Ag); Pietro Macchiarella (19 febbraio ’47) segretario della Camera del lavoro di Ficarazzi (Pa); BiagioPellegrino e Giuseppe Martorana (7 marzo ’47), caduti duranti una sparatoria dei carabinieri sulla folla dei manifestanti a Messina. I caduti del 1° maggio 1947 a Portella: Giovanni Grifò, Filippo Di Salvo, Provvidenza Greco, Castrense Intravaia, Vincenza La Fata, Giovanni Megna, Margherita Clesceri, Vito Allotta, Francesco Vicari, Giuseppe Di Maggio, Giorgio Cusenza, Serafino Lascari.
E poi ancora Michelangelo Salvia (8 maggio ’47), dirigente della Camera del lavoro di Partinico (Pa); Giuseppe Casarubbea e Vincenzo Lo Iacono (22 giugno ’47) dirigenti della Camera del lavoro di Partinico;Giuseppe Maniaci (23 ottobre ’47) segretario della Federterra di Terrasini (Pa); Calogero Caiola (3 novembre ’47) testimone della strage di Portella; Vito Pepitone (8 novembre ’47) segretario della Camera del lavoro di Marsala (Tp).
Per la maggioranza di questi sindacalisti assassinati non sono mai stati celebrati i processi giudiziari 7.
Per ricordare e onorare quanto sono morti per la costruzione della nostra Repubblica democratica, il 1° Maggio non può essere solo una festa, ma deve rimanere un giorno di lotta e di presa di coscienza.

1 “Stati Uniti, eversione nera e guerra al comunismo inItalia 1943-1947” dossier a cura di Giuseppe Casarrubea, Mario J. Cereghino (18 aprile 2007)
2 Per il testo dell’intervento di Scelba alla Costituente: https://casarrubea.wordpress.com/2010/05/27/mario-scelba-e-la-strage-di-portella/
3 De Gasperi presenta le sue dimissioni il 13 maggio “senza interpellare il Parlamento e contro le aspirazioni del Paese”, scrive Togliatti su l’Unità del 14 maggio 1947.
4 Per la ricostruzione dei fatti di Portella della Ginestra vedi anche il film “Segreti di Stato” di Paolo Benvenuti e Paola Baroni (2003).
5 “Salvatore Giuliano, un bandito fascista” articolo di Aldo Sabino Giannuli su Libertaria, il piacere dell’utopia, dicembre 2003
6 Junio Valerio Borghese viene prelevato dall’intelligence Usa in gran segreto dal penitenziario di Procida, nel marzo ’46, e trasferito in una località sconosciuta.

7 “Stati Uniti, eversione nera e guerra al comunismo inItalia 1943-1947” dossier a cura di Giuseppe Casarrubea, Mario J. Cereghino (18 aprile 2007)

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