domenica 29 marzo 2020

I COSACCHI ALLA FONTANA DI TREVI E LA SOCIETA’ CIVILE CINESE




di Vincenzo Brandi


Avremmo preferito parlare di fatti positivi della politica internazionale, come i grandi successi del popolo e dell’esercito siriano che sta tenacemente riappropriandosi man mano di tutto il territorio nazionale sottraendolo alle grinfie dei terroristi spalleggiati dai Turchi e dai paesi della NATO; ma la pandemia del Coronavirus che continua a tormentare l’Italia, l’Europa ed il Nord-America, ci impone di parlare di questa emergenza che sta imponendo forti limiti ai nostri normali stili di vita.
Purtroppo, ai disagi legati al diffondersi del virus, ai divieti imposti non sempre con trasparenza, alle debolezze del nostro sistema sanitario falcidiato da tagli e smanie di privatizzazione (nonostante l’abnegazione di medici e sanitari che stanno pagando un alto tributo di vite), alle condizioni capestro imposte dalle autorità europee (che sospendono il Meccanismo Europeo di Stabilizzazione, ma integrandolo con tali limitazioni e minacce, che persino i Governi italiano e spagnolo sono stati costretti ad opporsi), alle pretese dei gruppi capitalisti che vogliono tenere aperte anche attività non essenziali in nome del profitto, si aggiunge il fastidio di dover ascoltare il delirio dei soliti imbecilli preoccupati dalla presunta invasione di medici cinesi, cubani e russi che sono venuti a portare aiuti materiali, competenze mediche e solidarietà. L’amico Fulvio Grimaldi titolava ironicamente un suo articolo comparso sul suo blog :”L’asse Mosca-Bergamo rimpiazza l’ormai desueto Berlino-Roma-Tokio”. Meno ironico è stato invece un preoccupante articolo a firma di un tale J. Iacoboni – un impavido giornalista che certamente non teme il ridicolo - comparso sulla “Stampa” di Torino. Vi si parla con orrore di “militari di Mosca nella foresteria dell’Esercito” e di “timori di un’occupazione russa in Italia” paragonando l’attuale invio di medici militari russi all’invasione russa dell’Afghanistan nel 1979. Si dice che i medici russi sono “esperti di guerra batteriologica inviati da Putin”, lo stesso Putin che il 21 marzo ha parlato per telefono con Conte (che gli avrebbe in pratica svenduto l’Italia). Si dice che i militari italiani sono molto preoccupati.
L’amico Jure, che vive felice in Slovenia, descrive a tale proposito uno scenario apocalittico: ”Cosacchi alla Fontana di Trevi (che ovviamente abbeverano i loro cavalli) o magari oltre il Tevere (cioè presso il Vaticano) con le foto ricordo dei nonni dal Don a Stalingrado. Col Tuscania sepolto da un rutto di vodka. Preti e chierici che scappano con le mutande alle ginocchia ….”.  Molto signorile risulta invece una garbata lettera di protesta dell’Ambasciatore russo alla “Stampa” in data 26 marzo. Da parte sua l’amico Paolo d’Arpini del Circolo Vegetariano di Calcata ricorda i 76 anni di occupazione dell'Italia da parte della NATO con le sue 123 basi, e le tangenti che le dobbiamo pagare: “ci costringono a pagare armi sconquassate a caro prezzo, a sopportare radiazioni nocive dei loro radar ed ad inviare i nostri soldati in varie parti del mondo …”
Anche i medici cubani sono sotto attacco, e non solo in Italia, per le loro 600.000 missioni mediche effettuate in 50 anni in molti paesi: per il virus Ebola in Africa, per il colera ad Haiti, ed oggi per il Coronavirus. Il Segretario di Stato USA Mike Pompeo ha ordinato il taglio dei visti per il personale legato a queste missioni ed ha dichiarato che questi medici sono sfruttati dallo Stato cubano. Il presidente fascista del Brasile Bolsonaro ne ha espulsi 14.000 che erano venuti in aiuto della Sanità brasiliana all’epoca di Lula, poi arrestato sulla base di false accuse infamanti.
L’amico Mario Albanesi in uno dei suoi soliti incisivi interventi su Youtube, dal titolo, “Diamanti e Sassi”(1) , ricordava il significato della solidarietà internazionale mostrata da questi medici in confronto al regime di profitto e concorrenza di tutti contro tutti prevalente nei paesi capitalisti, all’insegna del “mors tua, vita mea”.
Un articolo molto importante è quello apparso su Marx21(2) che Mauro Gemma ci segnala, dal titolo:”Il segreto del successo cinese nella lotta contro il coronavirus: la società civile cinese”. In esso il vice-Presidente del Partito Comunista della Federazione Russa  Yuri Afonin ricorda come il numero delle vittime in Cina sia stato meno della metà delle vittime in Italia pur con una popolazione 23 volte più numerosa. Ricorda che, nonostante le accuse di “totalitarismo” rivolte alla Cina , le misure di prevenzione ed isolamento sono state effettuate in Cina, non ad opera della Polizia, come spesso è stato necessario nei paesi capitalistici occidentali, ma ad opera della capillare rete di comitati e organizzazioni locali che formano la società civile cinese. Queste organizzazioni locali hanno attuato un’assistenza continua a malati ed anziani portando loro casa per casa generi di prima necessità e medicinali, ed effettuando controlli di temperatura, tamponi, fornitura di mascherine, consulenze mediche. Oggi in Cina ogni giorno vi sono meno di 5 casi di nuove persone colpite dal virus, molti dei quali di ritorno dall’estero.
Afonin osserva come questo modello di società civile socialista prenda a modello, non solo l’antico comunitarismo cinese, ma anche modelli di organizzazioni sociali locali sovietiche. Ricordo che organizzazioni simili esistevano anche in altri paesi, ad esempio nella Germania Democratica prima dell’annessione alla Germania Ovest.
Nei paesi capitalisti – osserva sempre Afonin – la presunta “società civile” è invece affidata ad ONG finanziate da Governi e grandi gruppi capitalistici che le utilizzano per le proprie politiche. Ricordo personalmente come ben obbediscano a questo schema anche presunte ONG umanitarie come Amnesty International, Medici senza Frontiere, o in Italia Un  Ponte Per; mentre possiamo considerare realmente indipendenti  solo alcune associazioni (non tutte) o centri sociali (non tutti) legati all’opposizione politica, pur tra mille limiti, contraddizioni e difetti.
Sui successi dell’azione capillare della società civile socialista cinese abbiamo avuto anche un testimone eccezionale, anch’egli citato da Marx21, e segnalato da Mauro Gemma. In un video Paolo Cannavaro, ex calciatore di Napoli, Juventus e della Nazionale Italiana, oggi allenatore in Cina, descrive l’azione sociale, solidale e medica continua dei comitati di base cinesi. Nel video Cannavaro non esprime alcun desiderio di tornare oggi in Italia.    
Roma, 27 marzo 2020,  Vincenzo Brandi

(1)  https://youtube.com/watch?v=pqrx_vNoZvg

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